martedì 26 settembre 2017

PERSONALE DI STEFANO DAVIDSON DAL TITOLO NESSUN DOGMA.INAUGURAZIONE VENERDÌ 29 SETTEMBRE ALLE 18.37, PRESSO SALONE ROSAI DI FIRENZE, VIA TOSCANELLA 18/nero (PRIMO PIANO)



SI APRE LA SESTA STAGIONE ESPOSITIVA DELLO STUDIO ROSAI CON LA PERSONALE DI STEFANO DAVIDSON DAL TITOLO NESSUN DOGMA, QUASI ARIA DI UN MELODRAMMA TEOLOGICO CHE METTE IN SCENA I PERICOLI DEI FANATISMI RELIGIOSI, MA SI PONE ANCHE QUALE VERIFICA DI OGNI CONVINZIONE. LO FA CON MEZZI IBRIDI E TECNICHE “MISTICHE”, TRA INSTALLAZIONE CONCETTUALE E PROVOCAZIONE DADAISTICA E PSICHEDELICA. INAUGURAZIONE VENERDÌ 29 SETTEMBRE ALLE 18.37, PRESSO SALONE ROSAI DI FIRENZE, VIA TOSCANELLA 18/nero (PRIMO PIANO) Io come Dio, in cui l’io è ormai ridotto a selfie, cascame contemporaneo dell’autocertificazione esistenziale delle legioni di solitudini che intasano i famigerati “social”. Così l’autore si autoscatta paludato nelle vesti dei più diversi interpreti (sacerdoti o fedeli) delle principali religioni nell’enorme pannello che dà il titolo alla mostra. Impressionante affresco digitale, fatto tutto “a mouse” nel quale l’autore si mette in gioco in prima persona con verve autodissacrante, fino a giungere all’inquietante quesito se il rifiutare qualsiasi dogma sia nient’altro che l’estremo dogmatismo. Personalità poliedrica quella di Stefano Davidson, oltre che apprezzato pittore è anche scrittore, giornalista, operatore musicale, ma anche provocatore: a Firenze ha già portato, nel 2009, la mostra del Non, con tanto di “manifesto” dell’assenza quale unica presenza praticabile, e proprio a quest’ultima si ricollega questa sua nuova esposizione, che stavolta gioca con i più eterogenei materiali e tecniche: si va dal plastico di una metropoli realizzato con residuati di computer a cere su tela, da stampa su lino in forma di sindone a ready-made di gusto kubrickiano. Menzione a parte merita PSYCHESS (la scacchiera psichica) scultura caleidoscopica nella quale, per dirla con l’autore “Cerchiamo su questo ordito di specchi scomposto in bicromie speculari qualunque cosa ci piaccia trovarci, perché qui dentro c'è. Che sia Borges, la teoria delle stringhe, la fuzzy mathematic, lo yin-yang, il bene e il male, Ende, il vero o il falso, il riflesso, l'originale o il riflesso vero di false verità, c'è. Ci sono tutte le sfumature di grigio in grado di nascere in un Larsen di bianchi e di neri. (…) Se si parte dal dogma che gli scacchi rappresentano la vita credo che questo sia stato ad oggi il mio modo migliore di spiegare quanto io ritenga questo sia lontano dalla verità. Gli scacchi sono un nulla rispetto alla complessità del reale, che lo sia o meno.” Ancora un modo di mettere lo spettatore davanti a se stesso, al suo essere e pensare, ad interagire con l’opera, a svegliarlo: “nessun dorma”! STEFANO DAVIDSON Nessun dogma Dello stato dell’arte et di talaltro teso all’arte dello stato a cura di Fabio Norcini Salone Rosai, Via Toscanella 18 Firenze Inaugurazione venerdì 29 settembre ore 18.37 visitabile su prenotazione fino al 25 ottobre, tel. 055- 285488

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