martedì 20 giugno 2017

REPUBBLICA DI SAN MARINO. Storia di truffe e di imbroglioni


San Marino e le Storie Tese

Per parafrasare quanto state per leggere, Adriano Celentano forse avrebbe usato il sottotitolo di un suo film “Storie di truffe e di imbroglioni”, ma cercherò di limitarmi ai fatti senza esprimere giudizi più di tanto.
Sottolineo in primis ai colleghi che, finalmente, volessero seguire la vicenda che, comunque, quanto di seguito è suffragato da documentazione reperibile anche presso lo stesso Tribunale Unico della Repubblica di San Marino.
Allora, nella più antica Repubblica del Mondo (res publica ovvero di tutti, come però pare non sia neppure lei) infuria la guerra finanziaria tra Banca Centrale ed Asset Banca che si accusano l’un l’altra di nefandezze nei confronti del sistema San Marino, ed i correntisti oltre a tutti i cittadini ne fanno le spese.
Ad oggi però esistono due nefandezze ENORMI, che collegano le due entità in lite e che le rendono corresponsabili di gravissime violazioni del codice penale, della Costituzione e di tutti i trattati finanziari firmati dalla Repubblica, comprese antiriciclaggio e antiterrorismo (che per un Paese che aspira a star fuori dalla blacklist non è il massimo), ma la stampa ed i mezzi d’informazione di quella sedicente Repubblica non ne danno notizia, nonostante sia notizia di interesse collettivo.
Visto che poi, quanto agli atti gli è sempre stato prontamente comunicato ed inviato con tanto di documentazione dal sottoscritto e da altri colleghi, anche questo comportamento sicuramente non giova a buoni pensieri sulla libertà di Stampa nella Repubblica (sic) ma, come si dice, “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si imbrocca”.
Già perché nel 2012 ad un esposto ufficiale inoltratole da una cliente clamorosamente truffata da Banca Commerciale Sammarinese (vedi nota in calce) il Capo della Vigilanza, nonché Direttore Generale di BCSM Mario Giannini (già al centro di indagini per altre gestioni) rispose che a suo avviso e dell’organo da lui presieduto non esistevano irregolarità (salvo quisquilie di stampo civilistico).
Il problema di Mario Giannini e di BCSM tutta (compresa l’attuale direzione informata più volte sia delle mancanze di BCS, che di Asset ma soprattutto PROPRIE e della sua ex Vigilanza) è che dall’archiviazione penale di cui alla nota in calce, risulta esattamente l’opposto.
Anzi è proprio nell’archiviazione (inspiegabilmente e, forse, colpevolmente ritardata) che vengono sottolineate le responsabilità addirittura della Vigilanza tutta, oltre quelle della Banca Commerciale Sammarinese (la quale però ricordo venne assorbita da Asset che si assunse ogni pendenza, in virtù di un accordo con lo Stato, ma che, nonostante al corrente dal primo istante delle gravissime irregolarità, anche in aperta violazione delle Leggi locali ed europee su Terrorismo ed Antiriciclaggio, nulla segnalò di tali evidenze a BCSM - la quale comunque come detto era già ben al corrente di tutto – e si guardò bene di segnalare alcunché ad alcuno.
Forse perché  Asset, tra l’altro, aveva nominato uno dei responsabili principali, della truffa di cui sopra o, meglio, colui che avallò ogni operazione relativaad essa, tal Paolo Droghini,  Direttore Generale, nonostante gli pendesse già sulla testa una denuncia penale, le cui ragioni erano note alla banca da cui egli proveniva così come ad Asset sin dal primo momento, mancando ogni crisma di regolarità anche sui sistemi informatici dell’Istituto di Credito.
Ricordo anche infine al Governo di quel Paese, da me personalmente informato sia tramite la loro ambasciatrice a Roma, sia che attraverso comunicazioni dirette (di cui conservo copie) a Capitani Reggenti ed eccellenze varie (compreso il neo DG di BCSM Grais), che sempre nella stessa occasione sia Banca Commerciale che Asset avevano richiesto al cliente, vittima della truffa, il rientro di fidi risultati poi inesistenti da ogni controllo effettuato su ordine del Tribunale. Ovvero, almeno in Italia si sarebbero resi responsabili di tentativi di estorsione che i prodi giudici sammarinesi manco hanno pensato potesse essere presa in considerazione visto che, probabilmente, i tempi di prescrizione più lunghi avrebbero portato guai a qualcuno “in alto” nella catena alimentare della finanza di lassù.
In conclusione, trovo molto inquietante un Paese dove si possano truffare palesemente i clienti (secondo l’interrogatorio del Sindaco Revisore di BCS le posizioni irregolari prive di garanzie e documentazione sono molteplici), resistendo poi in giudizio senza nessun elemento per farlo (e complimenti anche agli avvocati di tutti gli imputati e all’attentissimo loro Ordine professionale!), anzi addirittura con la consapevolezza della propria colpevolezza visto quanto agli atti penali che dimostra come TUTTI fossero al corrente di TUTTO dal primo istante.
Trovo inoltre pericoloso che sempre in quel Paese si possa usufruire dell’appoggio dell’Organo di Vigilanza della Banca Centrale, sostanzialmente a mio avviso nello specifico complice o comunque colpevole di favoreggiamento, omissione ed occultamento, oltre che di falso ideologico.
Trovo incivile che in quel Paese chi viola le leggi (anche internazionali) possa procrastinare i tempi proprio giudizio a danno della vittima delle violazioni, poiché garantiti della “pigrizia” ( o “inadeguatezza”?) dei Commissari della Legge e dell’intero sistema finanziario e giudiziario vigente in quel Paese che, come detto, a fronte di reiterati comportamenti lesivi anche dei diritti umani segnalati ripetutamente a TUTTI  gli organi istituzionali faccia orecchie da mercante, nonostante quanto stabilito dagli accordi internazionali e dalla CEDU.

Un consiglio da chi scrive: se avevate soldi in BCS e non avete ben capito perché sono spariti, forse dovreste domandarvelo e soprattutto chiederlo ad un avvocato, perché con buona probabilità anche la vostra posizione presenterà irregolarità (se così si può dire) e la possibilità di recuperare il maltolto è tutt’altro che una chimera.

Stefano Davidson

Nota: come già agli Atti del procedimento penale archiviato però dal giudice Morsiani per prescrizione intervenuta sul reato di truffa aggravata il quale però ha impiegato DUE anni DUE per chiudere l’indagine ed è incredibile che dal momento della relazione dei Commissari, i quali confermavano a pieno la tesi della vittima, non abbia aggiunto al fascicolo NEPPURE un rigo . Ricordo inoltre che già in prima istanza e per arcani motivi, il giudice Volpinari, poi severamente redarguita dal Giudice delle Appellazioni in sede di riapertura delle indagini, aveva impiegato la bellezza di due anni e mezzo sostanzialmente per NON svolgere alcuna indagine ed archiviare.
Per saperne di più sulla scandalosa vicenda riferirsi a questi link

http://www.imolaoggi.it/2017/03/19/asset-banca-barbara-tabarrini-e-le-regole-della-menzogna-imperfetta/


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