mercoledì 2 novembre 2016

STORIA DI UN COLPO DI STATO: DA MONTI A RENZI, L’ITALIA È SCHIAVA DELLA TIRANNIA €UROPEA (di Giuseppe PALMA)


Era il novembre del 2011 quando una concentrazione di forze sovranazionali (UE, BCE e FMI) – ben appoggiate al nostro interno(Presidente della Repubblica, opposizione e parte della maggioranza parlamentare, Presidente della Camera e giornaloni come Il Sole 24 Ore che titolo’ “Fate Presto!“) – compivano in Italia un vero e proprio COLPO DI STATO che – come ha evidenziato il mio amico prof. Paolo Becchi nel suo bellissimo libro “Colpo di Stato permanente” – non si è svolto come i tradizionali colpi di Stato del passato ma ne ha prodotto i medesimi risultati, con connotati tipici sorprendentemente similari.
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che aveva vinto le elezioni politiche del 2008, fu costretto a rassegnare le dimissioni (peraltro senza mai essere stato sfiduciato dal Parlamento) per fare posto ad un Governo tecnico presieduto dall’ex commissario europeo – e da qualche giorno (non a caso) senatore a vita – prof. Mario Monti.
Motivo del cambio di Governo? Ai polli fu fatto credere che la ragione principale fosse lo spread (che aveva superato i 500 pt. base), ma in realtà i veri motivi furono altri!
In merito alla questione del ricatto/imbroglio rappresentato dallo spread alcuni mesi fa scrissi un articolo che vi invito a rileggere (http://scenarieconomici.it/menzogne-sullo-spread-non-facciamoci-prendere-in-giro-giuseppe-palma/), per cui – spread a parte – andiamo a vedere quali sono stati i veri motivi del COLPO DI STATO del novembre 2011.
Il Governo Berlusconi IV, al di là delle massicce responsabilità politiche, costituiva – soprattutto nella figura del Presidente del Consiglio – un serio ostacolo ai diktat provenienti sia da Bruxelles che da Francoforte! Silvio Berlusconi, checché ne dicano i suoi detrattori, a volte sapeva dire di NO sia alla Merkel che ai diversi burocrati dell’apparato europeo! Per questo “importanti esponenti” UE decisero di “farlo fuori”, chiedendo ausilio addirittura agli americani che però si rifiutarono (come dichiarato espressamente dall’ex Segretario al Tesoro USA Timothy Geithner nel suo libro “Stress Test”).
Lo spread BTP-BUND era iniziato a salire dopo il 30 giugno 2011 arrivando a creare forti preoccupazioni a fine luglio, tant’è che il 5 agosto la BCE inviò al Governo italiano una lettera contente una serie di pesanti misure da adottare, misure che nemmeno Hitler era mai arrivato ad imporre ai Paesi sottomessi al dominio tedesco!
Silvio Berlusconi, mal consigliato dal suo ministro dell’economia Giulio Tremonti, mise sul piatto una serie di provvedimenti di austerity che egli stesso ripugnava, ma che pensava sarebbero potuti servire a stemperare la “tempesta perfetta”.
Ma ormai la Troika aveva deciso che il Governo Berlusconi IV doveva cadere: e così fu!
Sorrisini a parte tra Merkel e Sarkozy, il 9 novembre lo spread toccò quota 575 pt. base e Giorgio Napolitano nominò Mario Monti (non riesco ancora a comprendere per quali “altissimi meriti” e in quale campo) senatore a vita! Fu un pizzino a Berlusconi, che dopo pochi giorni si dimise lasciando libero Napolitano di nominare Monti Presidente del Consiglio (16 novembre), quindi a capo di un Governo tecnico sostenuto in Parlamento dal PDL (Berlusconi temette seriamente per le sue aziende), dal PD (che pur di liberarsi di Berlusconi accettò l’imposizione quirinalizia di un Governo tecnico) e dai cespugli UDC e FLI (Casini e Fini videro in Monti l’uomo giusto per rifarsi una verginità politica).
Monti, che salirà a Palazzo Chigi emanante profumo di incenso e che si autodefinira’ il miglior genero possibile per la suocera tedesca, costringerà il Parlamento – sotto il ricatto/imbroglio dello spread – a votare le terribili misure antidemocratiche e di austerità imposte dalla Troika, tra le quali: a) riforma delle pensioni che innalzera’ l’età pensionabile degli italiani e creerà il problema degli esodati, oltre che il blocco della indicizzazione per le pensioni tre volte superiori a quella minima; b) riforma del mercato del lavoro che ridurrà le ipotesi di applicazione della tutela reale (reintegro del lavoratore illegittimamente licenziato); c) divieto di utilizzo del denaro contante per transazioni superiori a 999 euro; d) sottoscrizione del terrificante Fiscal Compact (zero spesa a deficit, riduzione a ritmi criminali del rapporto debito pubblico/PIL e pareggio di bilancio) successivamente ratificato dal Parlamento nel luglio 2012 sottoil terrore dello spread; e) introduzione di misure giacobine di accertamento fiscale con inversione dell’onere della prova a carico del contribuente (es. Redditometro); f) introduzione dell’IMU… e così via… il tutto contornato dalla criminale COSTITUZIONALIZZAZIONE DEL VINCOLO DEL PAREGGIO DI BILANCIO per mano di un Parlamento sordo e schiavo (Legge costituzionale 20 aprile 2012 n. 1) sotto l’impulso del liquidatore Monti, fido emissario degli interessi sovranazionali che avrà addirittura la faccia tosta di ammettere la voluta contrazione della domanda interna(è possibile visualizzare il video su you tube)!
Un sussulto di indipendenza porterà il PDL – nel dicembre 2012 – a negare l’appoggio parlamentare al Governo Monti (senza tuttavia giungere ad un voto di sfiducia), quindi allo scioglimento anticipato delle Camere (seppur di appena un mese e mezzo rispetto alla scadenza naturale) e a nuove elezioni (fine febbraio 2013).
Trascuro volutamente tutte le fasi che vanno dai risultati elettorali delle elezioni politiche del 2013 alla caduta del Governo Letta (sulle quali ho già scritto tanto e non intendo ripetermi), per giungere ai giorni nostri.
Nel febbraio 2014 Matteo Renzi, eletto Segretario del PD un paio di mesi prima, spinge Enrico Letta (secondo Presidente del Consiglio post 2011 privo di legittimazione popolare) a rassegnare le dimissioni, prendendo il suo posto a Palazzo Chigi.
Nel frattempo lo scenario politico è mutato radicalmente: a) Silvio Berlusconi è decaduto da senatore per effetto della Legge Severino (votata dal suo stesso partito nella precedente Legislatura); b) Angelino Alfano, segretario del PDL addirittura durante le elezioni politiche, sul finire del 2013 abbandona Berlusconi e fonda il NCD, andando in soccorso del Governo Letta prima (ormai privo dell’appoggio del Cavaliere) e dell’esecutivo Renzi poi; c) l’IVA, che sembrava non dovesse aumentare, nell’ottobre 2013 sale dal 21 al 22%; d) la Corte Costituzionale – nel gennaio 2014, con sentenza n. 1/2014 – dichiara l’incostituzionalità del Porcellum, cioè della legge elettorale con la quale si sono tenute le elezioni politiche del 2006, 2008 e 2013. La pronuncia di incostituzionalità riguarda sia la mancata possibilità per l’elettore di esprimere le preferenze per i candidati, sia la mancata previsione di una soglia minima di voti oltre la quale avrebbe dovuto trovare applicazione il premio di maggioranza! In pratica la maggioranza numerica (seggi) che il PD ha alla Camera dei deputati è fortemente viziata dalla pronuncia della Consulta!
E proprio quella stessa maggioranza, formatasi attraverso un meccanismo elettorale dichiarato incostituzionale, ha provveduto a svalutare il lavoro (il Jobs Act ha reso la tutela reale un’ipotesi meramente residuale) e sta stuprando la Costituzione, la quale – probabilmente – subirà una consistente riforma nella sua Parte Seconda da parte di un Parlamento di nominati la cui composizione è scaturita da meccanismi elettorali dichiarati incostituzionali! 
Matteo Renzi (terzo Presidente del Consiglio consecutivo privo di legittimazione democratica) si insedia quindi a Palazzo Chigi con un PD spaccato ma con una forza dirompente: gli italiani gli credono e alle elezioni europee del maggio 2014 conferiscono al PD una incredibile “apertura di credito”: 40,8%, seppur su appena il 59% circa di votanti.
Forte di questo consenso Renzi avvia un percorso di revisione della Parte Seconda della Costituzione, fa approvare a ritmi serrati una riforma del mercato del lavoro (Jobs Act) che – eliminando quasi del tutto la tutela reale – precarizza a vita il lavoro (svalutazione del lavoro allo scopo di salvare l’€uro!) e impone al Parlamento – ricorrendo aďdirittura alla questione di fiducia – la riforma della legge elettorale (Italicum) in stile “Legge Acerbo 2.0″!
Ma, nonostante l’Italia renziana “faccia le riforme”, i risultati economici sono terrificanti:secondo i dati ISTAT relativi al mese di giugno 2015, la disoccupazione è tornata a salire (12,7%) e quella giovanile ha raggiunto livelli da film horror (44,2%). Per quanto riguarda il PIL, dopo tre anni di recessione, nel 2015 (come anche nel 2013 e nel 2014) ci si aspettava una ripresa economica che – nonostante il Quantitative Easing, il basso prezzo del petrolio e le riforme – nel secondo trimestre di quest’anno ha registrato un misero e deludente +0,2% (addirittura quattro volte più basso del PIL della moribonda e commissariata Grecia).
Ma questi dati, almeno per me, non sono una sorpresa: perché l’€uro sopravviva c’è bisogno della svalutazione del lavoro (riduzione dei salari e delle garanzie contrattuali in favore del lavoratore) e della contrazione della domanda interna! Pier Ferdinando Casini, leader dell’UDC, prima delle elezioni politiche 2013 disse che dopo Monti può esserci solo Monti, non intendendo necessariamente il senatore a vita nella sua rappresentazione fisica ma la direzione politica impressa dal bocconiano col suo Governo! E dal novembre 2011 in avanti, Monti o non Monti, la politica del nostro Paese va nella direzione impressa dall’ex commissario europeo, ossia di realizzazione dei diktat contenuti nella lettera che la BCE inviò a Silvio Berlusconi nell’agosto 2011… E quando Renzi dice di voler cambiare verso all’Europa, intendendo finanche recarsi a Bruxelles per sbattere i pugni sul tavolo, dice una sciocchezza che lo rende addirittura ridicolo!
Alle elezioni regionali di quest’anno, benché il centro-sinistra si sia aggiudicato 5 Regioni su 7, il PD – rispetto alle elezioni europee dell’anno precedente – ha perso circa 2 milioni di voti(Fonte Istituto Cattaneo)! Il 40,8% delle europee è ormai un lontano ricordo!
E concludo.
Nel 2011 il tasso di disoccupazione era dell’8,4% e quello giovanile poco sotto il 30%. Il PIL registrava un +0,4%. Nel 2015 la disoccupazione è al 12,7% e quella giovanile al 44,2% (dati ISTAT relativi a giugno 2015). Il PIL, dopo aver perso quasi 5 pt. percentuali negli ultimi tre anni (2012, 2013 e 2014), registra timidi segnali di ripresa solo quest’anno, segnali del tutto insufficienti e soprattutto deludenti se si considera la contemporaneita’ di molteplici fattori come il Quantitative Easing, le riforme realizzate e il prezzo del petrolio!
Il COLPO DI STATO, concretizzatosi quasi quattro anni fa, è ancora in atto: l’ex Troika (oggi Brussels Group), ben appoggiata al nostro interno, governa l’Italia attraverso tre pupisuccedutisi dal novembre 2011 ad oggi (Monti, Letta, Renzi) e un giocattolo (il Parlamento) che vota tutto quello che i pupi gli hanno imposto (e impongono) di votare… il tutto allo scopo di salvare l’€uro, una moneta sbagliata e criminale nata con il fine di tutelare il capitale internazionale a scapito del lavoro, dei diritti inalienabili e della democrazia costituzionale: l’aver costituzionalizzato il vincolo del pareggio di bilancio è l’emblema dell’intero colpo di Stato! 
Ciononostante, il popolo dorme! Quando si sveglierà avrà ormai le catene al collo…e ai piedi!
Giuseppe PALMA

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