domenica 28 agosto 2016

IL PIANO SEGRETO DELL’ESTABLISHMENT USA PER CONSEGNARE LA PRESIDENZA A TRUMP

time 100 2016 Donald Trump

DI PEPE ESCOBAR
Russia Insider

"Sotto tutto questo fracasso c’è qualcosa che (silenziosamente) si muove. Potenti interessi economici che supportano con discrezione Trump – lontano dal circo mediatico – sono convinti che questi sia in possesso della mappa per giungere alla vittoria.”.

Hillary Clinton, la Regina del Caos, Regina della Guerra, Donna di Goldman Sachs, in tutti i sensi è il candidato bipartisan dei neocon e dei neoliberalcon statunitensi.


È garantito che tra i suoi sostenitori ci siano Wall Street, i maggiori hedge fund, i tifosi del TPP, gli interventisti del CFR (Council on Foreign Relations), i tycoon
Ciò lascia Donald J. Trump nella posizione di egocentrico outsider miliardario che in qualche modo sogna di poter gabbare l’intero sistema, con la sola spinta della propria sfrontatezza.

È per questa dinamica che Trump viene demonizzato con fervore medievale dai media statunitensi. Il suo continuo parlare – e tweettare – di sicuro non aiuta, dando l’impressione che questi sia contro tutti 24 ore su 24. Per l’establishment, i suoi miliardi non contano nulla, viene trattato come un reietto. Potrà essere indifferente all’empatia, ma d’altro canto i suoi modi lo portano nelle grazie di vaste schiere di popolazione bianca, infuriata, sulla soglia della povertà e dalla scarsa educazione.

Un rinascimento industriale statunitense?

Sotto tutto questo rumore e questa rabbia, qualcosa (lentamente) si muove. Potenti interessi economici che supportano con discrezione Trump – lontano dal circo mediatico – sono convinti che questi sia in possesso della mappa per giungere alla vittoria. La domanda è se questi riuscirà a controllare il suo comportamento bizzarro fino a raggiungere l’obiettivo.

Il suo messaggio principale, secondo questi sostenitori, dovrebbe girare attorno alla distruzione del comparto industriale statunitense dalle valute manipolate e sulla “distruzione dei salari della popolazione statunitense dovuti all’importazione di lavoro illegalmente economico da nazioni dove gli stipendi valgono una manciata di dollari”.

Il tutto sostenuto da un importante punto di vista bellico. Come sottolineano i sostenitori di Trump “l’Oceano Pacifico non può essere utilizzato per trasportare i componenti fondamentali della nostra industria bellica, nell’eventualità di una guerra contro la Russia o contro la Cina i loro sottomarini silenziosi equipaggiati con siluri anti-nave bloccherebbero i nostri trasporti transoceanici, facendo collassare la nostra industria bellica con conseguenze catastrofiche. Queste industrie e quelle di intel vanno rimpatriate immediatamente, sfruttando i dazi o correttivi al valore della valuta”.

Quindi Trump dovrebbe sfruttare il messaggio che il credito bancario va legato alla ricostruzione della moribonda industria statunitense “che sia alzando i dazi o sfruttando i cambi di valuta”. I sostenitori di Trump opinano che il credito bancario “non dovrebbe essere utilizzato per facilitare la manipolazione dei valori delle borse. Non dovrebbe esserci credito per la speculazione e assolutamente per gli hedge fund. Bisogna sbarazzarsi di questi mezzi speculativi alzando le tasse sugli introiti a breve termine dati dal trading, interrompendo i vantaggi fiscali sui prestiti e bloccando il credito a favore della speculazione. Fare in modo che quella gente si trovi un vero lavoro”.

Tutto ciò, in breve, spiega l’avversione viscerale di Wall Street nei confronti di Trump – da Bloomberg a Lloyd Blankfeins. Chiunque conosca Wall Street sa bene che ogni mercato, ogni bene ed ogni indice viene manipolato da grossi movimenti di fondi. Per come la mettono i sostenitori di Trump di base a New York “Ciò non basta come unica ragione per sostenere Donald J. Trump. Dovremmo fare in modo che i Carl Icahan e i George Soros si trovino un vero lavoro ultratassando i loro profitti derivanti da speculazione. In questa nazione ci servono Henry Ford che creino industrie, non di saccheggiatori di Wall Street, che si arricchiscono come hanno fatto nel 2008, per poi ritrovarsi ad utilizzare il loro peso per far coprire i buchi alla politica, mentre milioni di cittadini venivano buttati fuori dalle loro case”.

Secondo questa tabella di marcia, già bene in vista sulla scrivania di Trump – anche se nessuno sa se lui l’abbia letta tutta, o lo stia facendo un po’ alla volta – la lotta all’immigrazione illegale e alle speculazioni finanziarie in combinazione creerebbe un rinascimento industriale negli USA, per ricostruire tutte le Detroit che stanno andando allo sfascio. Di base la strategia è sostituire milioni di lavoratori immigrati con milioni di disoccupati statunitensi: i sostenitori di Trump credono che il vero tasso di disoccupazione attuale dovrebbe essere un terribile 23%, secondo la Metodologia del Bureau of Labor Statistical del 1955 “a differenza di quanto dicono i falsi metodi moderni”.

Di base è necessario che Trump, se venisse eletto, creasse un partito trasversale, una sorta di coalizione – come già successo al Senato quando Jesse Helms da un lato e John Conyers e Chuck Schumer dall’altra hanno fatto accordi tra loro.

Trump dovrebbe diventare familiare alle idee di economia nazionale di Friedrich List – la cui Lega Zollverein di commercio senza dazi aveva permesso alla Prussia di dare vita alla nazione tedesca.

Alcune delle idee menzionate sono già entrate nel programma economico annunciato da Trump. Ora la parte difficile è che un uomo con un deficit di attenzione, che si muove a colpi di tweet e di frasi ad impatto, deve riuscire a vendere il piano all’elettorato senza distrarsi a litigare con qualcuno mentre lo fa.

In ogni caso Vlad ha già vinto

I sondaggi puntano alla Clinton, ma i sostenitori di Trump “non si fidano dei sondaggi, sono manipolati”.

D’altro canto c’è l’ “isteria russa” in continua evoluzione. Hillary ha paragonato il Presidente Putin ad Hitler. Trump continua a sostenere di essere disposto a fare affari con Mosca – cominciando con un’azione congiunta per sbarazzarsi di ISIS/ISIL/Daesh una volta per tutte.

Perché preoccuparsi? Lo stupidometro che monitora i media negli USA è già schizzato alle stelle, dato che il vincitore delle presidenziali è già stato individuato, e chi potrebbe mai essere se non l’onnisciente Vladimir Putin?

Una fonte vicina ai piani dei Veri Padroni dell’Universo va dritta al punto “per quanto riguarda la Russia, la decisione viene dall’alto, dove è in corso la battaglia. La decisione viene presa sopra le teste di Hillary e Donald, se Hillary verrà eletta le verrà imposto di riprendere i contatti, in caso così venga deciso. Se vincerà Trump è semplice, in caso non venisse eletto allora la mancata elezione verrà utilizzata come catalizzatore per un cambio di politica nei confronti della Russia. La vera guerra è dietro le quinte”.

Così come per le manipolazioni sulle valute “verranno impedite, così come è stato visto Jack Lew dare l’ordine a Germania e Giappone”, la nuova mappa geo-economica – possibilmente sotto Trump punterebbe anche verso la fine della guerra ai prezzi per quanto riguarda il petrolio. Come dicono i sostenitori di Trump “è un obiettivo nazionale degli USA, perché un valore di mercato più alto renderebbe gli Stati Uniti stessi indipendenti dal punto di vista energetico. Ciò è parte significativa della rivoluzione di Trump”.

Secondo fonti vicine alla Casa di Saud, Sauditi e Russi sono già coinvolti in pre-negoziazioni complicatissime sulla possibilità di veicolare il prezzo del greggio fino ai 100 dollari al barile “ci dovrebbero essere abbastanza interessi reciproci tra i Sauditi traditi dagli USA governati dai neocon, e che da questi potrebbero essere distrutti, e i Russi che vogliono prevenire questa eventualità”.

Una fine della guerra sul prezzo del petrolio è qualcosa su cui il Pentagono non si potrebbe pronunciare. Come fa notare un sostenitore di Trump “è negli interessi del complesso militare/industriale raggiungere l’obiettivo di una totale indipendenza energetica e rimpatriare tutte le industrie belliche sul territorio nazionale”.

Se si paragona questa eventualità al match di wrestling 24 ore su 24 che viviamo sembra di essere Alice nel Paese delle Meraviglie. Non ci sono prove che questo programma tanto ambizioso – e controverso – possa essere venduto agli strateghi di JP Morgan o ai fratelli Koch. Trump che crea un partito trasversale o addirittura un movimento che trascenda i partiti potrà funzionare solo se membri di peso delle elite di potere lo sosterranno, altrimenti è impossibile che ciò accada.

Ciò che continua senza sosta è una campagna di disinformazione di massa – un bel remix delle valanghe antisovietiche della prima guerra fredda. La Macchina dei Media della Clinton sta addirittura attaccando Michael Flynn, ex capo della DIA, che supporta Trump. Di fondo Trump aveva ragione quando aveva sostenuto che Obama e la Clinton erano fondatore e co-fondatore dell’ISIS/ISIL/Daesh. Esattamente ciò che Flynn ha ammesso in quella famosa intervista in cui affermava che l’espansione del finto Califfato era stata una “decisione volontaria” presa a Washington.

Il succo, per come stanno le cose, è che Trump non sta raccogliendo abbastanza denaro per controbilanciare l’incredibile macchina dei soldi della Clinton. Ora arriva davvero il momento in cui questi non deve fare prigionieri per avere il massimo della visibilità – mentre spiega la tabella di marcia economica sopracitata, un tweet alla volta.

Ovviamente ci sarà una sorpresa – ad ottobre o anche in un altro momento. Nulla è stato deciso – per ora. Coningsby di Disraeli non avrebbe potuto essere più appropriato “Vedete, mio caro Coningsby, il mondo è governato da personaggi molto differenti da quelli che si immaginano quelli che non sono dietro le quinte”.



Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a pepeasia@yahoo.com.

Fonte: http://russia-insider.com/

Link: http://russia-insider.com/en/politics/could-trump-pull-post-party-coalition/ri16057

 fonte comedonchisciotte.org autore della traduzione FA RANCO.

Nessun commento:

Posta un commento