Intervista di Alfredo d’Ecclesia al dott
Giuseppe Pacione
dott Pacione lei era presente al ritorno di
Salvatore a Bari e le ha donato il suo libro che parla della vicenda dei nostri
marò cosa le ha detto ?
E’ stato un
onore averlo incontrato e averlo omaggiato del mio libro che riguarda proprio
la sua vicenda. Le parole che mi ha espresso sono state di ringraziamento e che
era al corrente, grazie ai suoi familiari, del libro che stava per uscire e che
riguardava la sua storia e quella di Massimiliano Latorre.
Come l’ha trovato?
Un po’ sciupato
e psicologicamente stanco, ma, da buon soldato, ha saputo resistere; infatti,
non gli mancava il sorriso. L’importante è stare vicino a lui e alla sua
famiglia, come pure a Massimiliano Latorre e alla sua famiglia.
In Italia la vicenda è stata usata da tutti
e ora sembra essere un problema tra innocentisti e colpevolisti e il diritto
internazione che fine ha fatto?
Ho preferito,
sin dall’inizio di questa storia, iniziata il 15 febbraio del 2012, che non è
ancora terminata, essere neutrale e affrontare questo braccio di ferro tra
Italia e India sul piano del diritto internazionale. La guerra tra guelfi e
ghibellini, non mi ha mai interessato, preferendo inquadrare la controversia
dei due Stati su aspetti giuridici. Il diritto internazionale, pur subendo,
negli ultimi tempi, ripetuti schiaffi, si veda la questione migratoria o il
problema dell’ISIS o del terrorismo internazionale, continua a resistere. Oggi,
gli Stati tendono a manifestare la gelosia della propria sovranità anche
quando, attraverso i trattati internazionali da loro stessi accordati, decidono
di trasferirne in parte per il bene comune dell’umanità.
Non crede che sia stata fatta un operazione
di malafede pilotata dall’alto?
Lascio
rispondere a color che credono ancora negli alieni. Ritengo, invece, che ci
siano stati errori compiuti da coloro che hanno governato, mi riferisco al
governo Monti, sino a giungere a quello di Renzi. Errori che si potevano
evitare sin dal primo momento, quando l’unica persona che ha cercato di dare
ottimi suggerimenti, grazie alla sua esperienza nel mondo delle relazioni
internazionali, per trovare una soluzione immediata alla vicenda dei marò e che
non saremmo giunti oggi a questa situazione di matassa ingarbugliata, è stato
l’ambasciatore Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, già Ministro degli Affari
Esteri, il quale si oppose al rientro dei due marò in India nel 2013, ma,
purtroppo, non fu ascoltato, tanto da rassegnare le dimissioni non nelle mani
del governo Monti, ma in quelle del Parlamento, manifestando, a mio parere, l’importanza
che il popolo italiano ha, dato che rappresenta la vera sovranità.
Il suo libro esce dagli schemi manipolatori
creati ad arte da qualcuno ,perché è importante e perché oltre a lei nessuno ha
voluto affrontare la questione dal punto di vista del diritto internazionale
Grazie a Dio,
viviamo in un Paese dove ciascuno può dire la sua liberamente scrivendo quello
che pensa. La controversia fra Italia e Unione d’India, secondo il mio punto di
vista, andava, in ogni modo, inquadrata esclusivamente sul piano giuridico,
perché riguardava l’aspetto del diritto internazionale generale, del diritto
internazionale del mare e anche del diritto all’immunità funzionale. Ecco la
ragione per la quale ho deciso di prendere penna e foglio e scrivere un libro
scientifico, proprio per indirizzare l’opinione pubblica a seguire con
attenzione e minuziosamente il giusto schema.
Qual è stato il contributo dell’ex ministro
Giulio Terzi nella presentazione del suo libro
Quando ebbi modo
di inviargli la bozza del mio libro, grazie all’amico Generale Fernando
Termentini che è stato il mediatore nel contatto con Terzi, la risposta che
ebbi fu positiva e approfittai di chiedergli se desiderasse scrivere la
prefazione. La risposta fu positiva.
Cosa si potava fare prima che non è stato
fatto?
Seguire, come ho
già detto prima, i suggerimenti dell’ambasciatore Terzi, ma purtroppo ciò non è
accaduto.
E adesso cosa si può fare per chiudere
questa storia ,dobbiamo aspettare le decisioni della corte dell’Aja?O c’è una
soluzione che possiamo adottare da subito visto che ormai abbiamo i nostri marò
a casa?
Credo che sia d’uopo che entrambi gli Stati manifestino prova di
collaborazione e docilità al fine di evitare di rendere ancora più aspra tale
controversia. A mio parere, sarebbe interessante se sia il nostro Paese, sia
l’Unione d’India percorressero la strada del negoziato a livello diplomatico,
che porterebbe ad una soluzione celere della disputa senza dover attendere
l’esito del Tribunale arbitrale del mare.
Caro
Giuseppe nell’invitare i nostri amici lettori a comprare il suo libro approfitto
anche per salutare L’ambasciatore Giulio Terzi e il gen Fernando Termentini
molto attivi sia sulla vicenda marò che nella presentazione del suo libro.
Alfredo d’Ecclesia
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