mercoledì 30 dicembre 2015

Marò:Renzi :"Ho tentato tutto, ora c’è l’arbitrato".



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ROMA – Renzi non ha fatto niente assolutamente niente per risolvere la vicenda marò,forse ignora la diplomazia,forse ignora che ci sono delle azioni da fare,forse ignora che fa parte dell’Europa,dell’Onu,della Nato .Si lo so che sono caricature di istituzioni in mano ai soliti noti,ma Renzino rappresenta un paese,può anche fare delle richieste e chiedere ai suoi padroni.
Invece Renzi si accoda agli interessi dei suoi padroni e ignora quelli del paese e non avendo fatto nessuno sforzo per risolvere questa situazione improvvisa la solita dichiarazione ipocrita e falsa a fine conferenza stampa per non avere problemi,ma sentiamo Renzino: «Io ho tentato un accordo politico con il premier Modi, che mi ha detto “come te questa vicenda me la sono trovata” sul tavolo». E quindi, alla fine, «l’unica strada praticabile è stata quella di sottoporre la questione a un tribunale internazionale», spiega  Renzi il quale aggiunge che in passato ci sono «state diverse occasioni per chiuderla rapidamente. Ma non lo si è fatto».
Ora però il caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (il primo in Italia per convalescenza, il secondo ancora a Delhi) ha preso «una piega totalmente diversa dal passato», quella del tribunale internazionale, ha aggiunto il Presidente del Consiglio assicurando che «tutto ciò che si potrà fare per sostenere i due marò è stato fatto e sarà fatto».
Queste sono le parole di Renzi,da esse si denota che non ci saranno altre azioni,che non farà niente il governo italiano,anzi una cosa la farà,continuerà a fare affari con l’India.
Sulle dichiarazioni di Renzi ha avuto il coraggio di parlare l’on di forza Italia Vito che ha dichiarato:«Non si capisce in cosa si sia manifestata la vicinanza di Renzi a Latorre e Girone visto che non ha mai voluto incontrarli. E tra l’altro Latorre è in Italia per cure». «Renzi - dichiara - è colpevole di avere atteso oltre un anno e mezzo per avviare l’arbitrato internazionale».
L’eroico e coraggioso on Vito dimentica di essere più responsabile di Renzi su questa vicenda,quando doveva parlare non lo ha mai fatto,anzi ha legittimato scelte che non potevano essere fatte.
Prima di tutto non ha mai aperto bocca come parlamentare ,non ha mai denunciato in parlamento e fuori del parlamento l’inettitudine del governo Monti.
Non ha aperto bocca quando hanno deciso di rimandarli in India.
E’stato uno dei protagonisti della scampagnata in India,a parlamento indiano chiuso,concordata a suo tempo con l’ex ministro degli esteri Bonino che ha organizzato quella scampagnata per evitare che qualche cinque stelle volesse farsi la passeggiata in India come fece per la Shabalieva,pericolo scongiurato perché i marò non sono la shabalieva e quindi non meritavano l’attenzione dei grillini .
L’on Vito fece anche dichiarazioni ingannevoli sui rifinanziamenti delle missioni estere dei nostri militari.
Quello che non si capisce è l’attenzione che gli dedicano alcuni che si dichiarano sostenitori dei marò,legittimando Vito delegittimano Massimiliano e Salvatore.
Quali azioni ha fatto l’on Vito per i due Marò?
Non poteva ad esempio assolvere al suo ruolo di parlamentare e difendere dall’ingiustizia due cittadini italiani?
Perché non è andato a fare una denuncia in Procura su questa vicenda e perché non si è opposto alla scelta di farli ritornare in India?
No deve continuare a prendere in giro grazie a quei fessi che gli vanno dietro.

Alfredo d’Ecclesia



Geoingegneria: Il geniale Bill Gates colpisce ancora

E' proprio geniale questo Bill Gates che sovvenziona tutto quello che gli viene a tiro. Alcuni anni fa, lui che dice di essere dalla parte della Scienza (e dobbiamo ancora capire dove sia finita), sovvenzionò il progetto "Disegno intelligente", dicendo poi di essersi sbagliato.
Non si è ancora capito cosa credeva che fosse.
Ora Bill Gates sovvenziona un esperimento in campo aperto ed una Coalizione Globale sollecita la cessazione immediata degli esperimenti di Geoingegneria.
geoengineering-gatesIn trent'anni di esperimenti, i primi colloqui delle Nazioni Unite sulla questione iniziano in questi giorni.
 In questo fine settimana, il  Times ha rivelato  che un team di scienziati ed ingegneri, finanziato dal miliardario Bill Gates ha in programma di sperimentare su un campo di 10.000 Km quadrati la controversa tecnologia di "sbiancamento delle nuvole"

Oltre un centinaio di gruppi della società civile stanno facendo pressione sui governi, riuniti per discutere sulla diversità biologica a Nairobi, per fermare, immediatamente, i rischiosi esperimenti di Geoingegneria.

La Geoingegneria riguarda l'uso di sistemi tecnologici su larga scala per alterare intenzionalmente i sistemi del pianeta come  soluzione rapida per il "cambiamento climatico".

Teoricamente, su larga scala,  nuvole più bianche potrebbero aumentare l'albedo terrestre, riflettendo più luce solare verso lo spazio e quindi ridurre il riscaldamento globale (senza modificare la composizione dei gas a effetto serra che secondo alcuni causano il riscaldamento).

Il "Progetto Silver Lining", con sede a S. Francisco, ha deciso di proseguire con il suo piano di modificare la copertura nuvolosa su un'area riservata di 10.000 chilometri quadrati di oceano (grande come la marea nera BP di pochi giorni fa).

Se non venisse fermato, l'esperimento sbianca-nuvole di Gates sarebbe il più grande esperimento in campo di Geoingegneria, fino ad oggi. I suoi effetti potrebbero includere variazioni delle precipitazioni ed altre alterazioni dei fenomeni meteorologici. Tra i siti, utili per questa ricerca, di cui gli scienziati impegnati nel progetto parlano spesso  ci sono le coste del Pacifico del Nord e del Sud America (precisamente California, Ecuador, Perù e Cile).

Cosa ancora più preoccupante, il Times dice che gli scienziati britannici e americani coinvolti "non hanno intenzione di aspettare le norme internazionali in materia di tecnologie per alterare deliberatamente il clima".

Tali norme potrebbero essere avviate questa settimana, mentre scienziati e diplomatici da 193 nazioni si incontrano sotto l'egida della Convenzione ONU per discutere sulla diversità biologica. La riunione a Nairobi dell'SBSTTA 14 (Organo scientifico supplementare per la consulenza tecnica e tecnologica) durerà dal 10 al 21 maggio 2010 ed  è la prima volta che un organo delle Nazioni Unite affronta la Geoingegneria nel suo complesso, in quanto la firma del Trattato ENMOD stipulato a Ginevra nel 1976, vieta la modifica ambientale per "usi ostili".

Dove sono finite le grandi associazioni "ambientaliste"?

Sarà una nuova coalizione globale a sollecitare i governi a Nairobi perchè adotti una moratoria su tutti gli esperimenti di Geoingegneria, così come la Convenzione ONU sulla diversità biologica ha adottato una moratoria sulla fertilizzazione dell'oceano nel 2008.

Si tratta di oltre un centinaio di organizzazioni e di individui, compresi i nomi di primo piano nel movimento globale per la giustizia ambientale, uniti nella campagna HOME.

Silvia Ribeiro del Gruppo ETC-Messico, spiega da Nairobi "La nostra casa, il Pianeta Terra non deve essere trattato come un laboratorio per rischiosi esperimenti di Geoingegneria...Non vogliamo imbarcarci in un altro esperimento pericoloso per il nostro pianeta. Se pensano che i popoli ed i governi di Ecuador, Perù o Cile - o di qualsiasi altro posto  - staranno a guardare mentre pasticciano con i nostri oceani, le nuvole ed il meteo, resteranno sorpresi. I delegati qui sono scioccati da questi progetti."

Jim Thomas dell'ETC Group, una delle organizzazioni che hanno fondato la campagna HOME ha detto: "Sapevamo che Microsoft stava sviluppando software per i computers per studiare le nubi, ma non ci aspettavamo questo". "Bill Gates e i suoi compari non hanno il diritto di modificare unilateralmente i nostri mari e cieli in questo modo. Una moratoria globale sulle sperimentazioni di Geoingegneria  è diventata ora molto più urgente e la riunione di Nairobi è un bel posto per garantire che venga messo in atto rapidamente."

Io non credo nella teoria del "riscaldamento globale da CO2 di origine antropica" ma se i pirati del pianeta non vogliono ammettere di aver deliberatamente alterato l'andamento dei fenomeni meteo per circa 30 anni, per scopi che niente hanno a che fare con il clima, forse è utile combatterli sul loro terreno.
fonte http://ilupidieinstein.blogspot.it/

La banca piu' potente della terra: Banca dei regolamenti internazionali



CHI CONTROLLA IL DENARO ? LO FA IN SEGRETO LA BANCA CENTRALE MONDIALE NON ELETTA E SENZA  RENDERE CONTO A NESSUN GOVERNO.


Un’organizzazione internazionale immensamente potente, di cui la maggior parte delle persone non ha mai nemmeno sentito parlare, controlla segretamente l’offerta di moneta del mondo intero. Si chiama Banca dei Regolamenti Internazionali, ed è la banca centrale delle banche centrali. Si trova a Basilea, in Svizzera, ma ha filiali anche a Hong Kong e Città del Messico. Si tratta essenzialmente di una banca centrale non eletta, indipendente e che ha la totale franchigia dalle imposte e dalle leggi nazionali. Anche Wikipedia ammette che ” non risponde a nessun singolo governo nazionale.” 

La Banca dei Regolamenti Internazionali è stata utilizzata per riciclare denaro per i nazisti durante la seconda guerra mondiale, ma in questi giorni lo scopo principale della BRI è quello di guidare e dirigere il sistema finanziario globale destinato ad essere unificato. Oggi, 58 banche centrali globali appartengono alla BRI, e influiscono sul modo in cui l’economia degli Stati Uniti (o qualsiasi altra economia) si svolgerà nel corso del prossimo anno molto più di un qualsiasi politico.

Ogni due mesi, i banchieri centrali del mondo si riuniscono a Basilea per un “Convegno di Economia Mondiale”. Le decisioni che vengono prese durante questi incontri  interessano ogni uomo, donna e bambino sul pianeta, eppure nessuno di noi ha voce in capitolo su quello che succede. La Banca dei Regolamenti Internazionali è un’organizzazione  fondata dall’élite globale, opera a vantaggio delle élite globali ed è destinata ad essere uno dei cardini principali del nascente sistema economico mondiale. E’ imperativo che le persone vengano informate su ciò che è questa organizzazione e dove ha intenzione di portare l’economia globale.

Purtroppo, solo pochissime persone  sanno veramente cos’è la Banca dei Regolamenti Internazionali, e ancora meno persone sono a conoscenza delle riunioni di economia globale che si svolgono a Basilea su base bimestrale.
Questi incontri di economia globale sono stati discussi in un recente articolo del Wall Street Journal …
Ogni due mesi, più di una dozzina di banchieri si incontrano qui la domenica sera, per parlare e cenare al 18° piano di un edificio cilindrico che si affaccia sul Reno.
Le discussioni durante la cena sul denaro e sull’economia, sono più che accademiche. Al tavolo ci sono i capi delle maggiori banche centrali del mondo, che rappresentano i paesi che producono ogni anno più di 51.000 miliardi di dollari di prodotto interno lordo, i tre quarti della produzione economica mondiale.
L’articolo prosegue descrivendo la stanza nella quale avvengono questi incontri di economia globale. Sembra uscita fuori da un romanzo …
Mr. King della Banca d’Inghilterra conduce le discussioni durante la cena in una sala decorata dallo studio svizzero di architettura Herzog & de Meuron, che ha progettato lo stadio a “Nido d’Uccello” per le Olimpiadi di Pechino. Gli uomini hanno posti riservati ad una tavola rotonda in una sala profumata di orchidee bianche e incorniciata da pareti bianche, soffitto nero e vista panoramica.
I banchieri centrali che si riuniscono per questi convegni non sono lì solo per socializzare. Nessun membro del personale è ammesso a questi incontri, che si svolgono  in un clima di assoluta segretezza …
Argomenti seri si alternano a stuzzichini, vino e chiacchiere, secondo le persone che hanno familiarità con queste cene. Mr. King chiede di solito ai suoi colleghi di parlare delle prospettive nei rispettivi paesi. Altri fanno domande supplementari. Le riunioni non producono trascrizioni o verbali. Nessun membro del personale è ammesso.
Dunque il destino dell’economia mondiale è determinato da banchieri centrali non eletti in incontri segreti di cui nessuno ha mai sentito parlare?

Questo certamente non sembra molto “democratico”.

Ma questa è la direzione verso la quale la “governance globale” ci sta portando. L’élite crede che le “grandi decisioni” sono di gran lunga troppo importanti per essere lasciate “al popolo”, e così la maggior parte delle “istituzioni internazionali” che sono state fondate  dall’élite funzionano indipendentemente dal processo democratico.

Purtroppo, la verità è che tutto questo è stato progettato da moltissimo tempo.
In un recente articolo dal titolo “Chi governa il mondo? La prova consistente che un gruppo ristretto di ricchi elitari tira le fila“, ho inserito una citazione del professore di storia della Georgetown University Carroll Quigley, tratta da un libro completato nel 1966 e che parlava dei grandi progetti che l’élite aveva per la Banca dei Regolamenti Internazionali …
l poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo di vasta portata, di creare nientemeno che un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ogni paese e l’economia del mondo nel suo complesso. Questo sistema doveva essere controllato in un regime feudale dalle banche centrali del mondo che agivano di concerto, tramite accordi segreti concordati in frequenti incontri e conferenze private. Il vertice del sistema doveva essere la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali, esse stesse corporazioni private.
A quel tempo, la Banca dei Regolamenti Internazionali iniziava appena a giocare un ruolo importante negli affari mondiali. Ma nel corso degli anni, la BRI è diventata sempre più importante. Il seguente è un estratto da un articolo di Ellen Brown …
Per molti anni la BRI ha mantenuto un profilo molto basso, operando dietro le quinte di un hotel abbandonato. Era qui che si prendevano decisioni per svalutare o difendere valute, fissare il prezzo dell’oro, regolare il sistema bancario offshore, e aumentare o abbassare i tassi di interesse a breve termine. Nel 1977, tuttavia, la BRI ha dato il suo anonimato in cambio di una sede più efficiente. Il nuovo edificio è stato descritto come “un grattacielo circolare di 18 piani con una lunga storia, che si erge sopra la città medievale come un reattore nucleare fuori luogo.” Presto divenne noto come la “Torre di Basilea.” Oggi la BRI è indipendente dai governi, non paga le tasse, e ha una sua forza di polizia privata. E’, come previsto da Mayer Rothschild, al di sopra della legge.
Sì, sicuramente ha una notevole somiglianza con la Torre di Babele, come potete vedere dalla foto in questo articolo. Ancora una volta l’élite globale sta cercando di unire l’umanità sotto un unico sistema, e questa non è certamente una buona cosa.
Ma molti di questi elitisti sono del tutto convinti che “la governance globale” è ciò di cui l’umanità ha un disperato bisogno. Hanno detto anche pubblicamente cosa hanno intenzione di fare, ma la maggior parte delle persone non ascolta.
Ad esempio, quello che segue è un estratto da un discorso che l’ex presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ha tenuto al Council on Foreign Relations di New York …
Nel settore della cooperazione tra le banche centrali, il forum principale è il Global Economy Meeting (GEM), che si tiene presso la sede della BRI a Basilea. Nel corso degli ultimi anni, questo forum ha ospitato 31 governatori come membri permanenti, più un certo numero di altri governatori presenti a rotazione. Il GEM, al quale partecipano a pieno titolo tutti i governatori delle banche centrali delle economie emergenti, è diventato il gruppo più importante per la governance globale, tra le banche centrali.
Il discorso si intitolava “Governance Globale Oggi”, e si può trovare la trascrizione completa qui. Ma la maggior parte delle persone non ha mai sentito dire che esiste una cosa come il “Global Economy Meeting” anche perché i media mainstream discutono raramente questo genere di cose. Sono troppo occupati a concentrarsi sullo scandalo dell’ultima celebrità o sugli ultimi scontri felini tra repubblicani e democratici.
Se andate sul sito ufficiale della BRI, gli scopi dell’organizzazione sembrano abbastanza innocenti e piuttosto noiosi …
      La missione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) è quella di servire le banche centrali nella loro ricerca di stabilità monetaria e finanziaria, per favorire la cooperazione internazionale in tali aree e di agire come una banca delle banche centrali.
        A grandi linee, la BRI persegue la sua missione:
      • promuovendo il dibattito e facilitando la collaborazione tra le banche centrali;
      • sostenendo il dialogo con altre autorità che sono responsabili di promuovere la stabilità finanziaria;
      • effettuando ricerche su questioni politiche incontrando le banche centrali e le autorità di vigilanza finanziaria;
      • agendo come controparte privilegiata per le banche centrali nelle loro transazioni finanziarie, e
      • come agente o fiduciario nelle operazioni finanziarie internazionali.
        La sede centrale è a Basilea, in Svizzera e ci sono due uffici di rappresentanza: nella Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese e a Città del Messico.
      Ma quando si inizia a guardare nei dettagli, le cose si fanno molto più interessanti.
      Quindi, esattamente, come fa la BRI a raggiungere “la stabilità monetaria e finanziaria”? Un articolo pubblicato su investorsinsight.com ha descritto come questo si realizza …
      Questo si realizza attraverso il controllo delle valute. Attualmente essa detiene il 7% dei fondi di cambio disponibili a livello mondiale, la cui unità di conto è stata convertita nel marzo del 2003 da franco oro svizzero a Diritti Speciali di Prelievo (DSP), una “moneta” fiat artificiale, con un valore basato su un paniere di valute (44% dollaro USA, 34% euro, 11% yen giapponese, 11% sterlina).
      La banca controlla anche una grande quantità di oro, che mette da parte e presta dandogli grande leva sul prezzo del metallo e sul potere di mercato che ha, essendo l’oro ancora l’unica moneta universale. Le riserve auree della BRI sono state elencate nel suo rapporto annuale 2005 (il più recente) pari a 712 tonnellate. Come questo si scompone in depositi delle banche affiliate e scorta personale della BRI non si sa.
      Controllando i cambi di valuta esteri, nonché l’oro, la BRI può fare molto per determinare le condizioni economiche in un dato paese. Ricordatevelo la prossima volta che Ben Bernanke o il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet annunceranno un rialzo dei tassi di interesse. Potete scommetterci che non è successo senza il concorso del Consiglio della BRI.
      Negli ultimi anni, è diventato sempre più evidente chi ha davvero potere sulla nostra economia.
      Quando parla Barack Obama, i mercati di solito si muovono molto poco.
      Quando parla Ben Bernanke, i mercati spesso rispondono con oscillazioni selvagge.
      Un recente articolo della CNBC intitolato “Banche Centrali: come stanno governando il mondo finanziario” spiega in dettaglio l’enorme impatto che le banche centrali hanno avuto sul sistema finanziario globale nel corso del 2012 …
      In tutto, altre 13 banche centrali nel mondo hanno seguito l’esempio della Fed e hanno fissato i tassi di interesse pari o vicino allo zero, nel tentativo di tenere aperti i rubinetti della liquidità e sostenere le loro economie in difficoltà. Quelle 14 economie rappresentano l’incredibile valore di 65.000 miliardi di dollari in azioni combinate e capitalizzazioni di mercato delle obbligazioni, secondo la Bank of America Merrill Lynch.
      Più tardi in questo stesso articolo, l’autore ha discusso le enormi quantità di denaro che le banche centrali mondiali stavano creando dal nulla …
      “Quando si tiene conto di tutte le banche centrali del mondo, si arriva ad oltre 9.000 miliardi di dollari,” ha affermato Marc Doss, responsabile regionale degli investimenti per la Banca Privata Wells Fargo. “E’ come creare la seconda più grande economia del mondo dal nulla.”
      In effetti, quella delle banche centrali è diventata un’economia a sé stante, un impero di molti miliardi di dollari che massaggia e manipola i mercati, che rispondono alla minima notizia sui comitati politici delle rispettive entità.
      Allora, chi controlla il denaro?

      Lo fanno le banche centrali di tutto il mondo.
      E chi controlla le banche centrali?
      Lo fa la Banca dei Regolamenti Internazionali.

      Se non ci piace quello che sta facendo la Banca dei Regolamenti Internazionali, possiamo fare qualcosa al riguardo?

      No. La Banca dei Regolamenti Internazionali è al di sopra della legge …
      Forse ci sentiremmo meglio nei confronti della BRI se fosse più trasparente, ma la maggior parte delle cose che la riguardano, comprese le riunioni bimestrali dei membri e le riunioni del consiglio, sono avvolte nel mistero. E forse ancora più preoccupante è il fatto che la BRI è libera da qualsiasi controllo. Grazie ai diritti concessi ai sensi del suo accordo con il Consiglio Federale Svizzero, tutti gli archivi della banca, documenti e “qualsiasi trasmissione dei dati” sono “inviolabili in ogni momento e in ogni luogo.”
      Inoltre, i funzionari e i dipendenti della BRI “godono dell’immunità dalla giurisdizione penale e amministrativa, tranne nel caso in cui tale immunità venga formalmente rifiutata… anche dopo che queste persone hanno cessato di essere funzionari della Banca.” Infine, nessuna pretesa nei confronti della BRI o dei suoi depositi può essere avanzata “senza il previo consenso della Banca.”
      In altre parole, possono fare quello che vogliono, senza conseguenze. Coma mai questo  scudo legale a prova di perdite?
      Se la BRI vuole “intervenire” nei mercati finanziari, lo fa e basta.
      Se la BRI vuole salvare grandi banche o persino intere nazioni, lo fa e basta.

      La BRI mi ricorda questa vecchia barzelletta …
      D: Dove si siede un gorilla di 800 libbre?
      R: Dovunque vuole.
      Allora, che succederà con la Banca dei regolamenti internazionali?
      Bene, molti hanno ipotizzato che l’obiettivo finale è quello di avere una moneta unica globale, che sarà gestita da un’unica banca centrale globale. La BRI sta già usando i Diritti Speciali di Prelievo (DSP), che sono considerati un precursore della futura moneta globale. La BRI ha svolto un ruolo importante nell’adozione dell’euro, e una maggiore integrazione monetaria avverrà quasi certamente negli anni a venire …
      Ma alla fine, il modo in cui vi sentite rispetto alla BRI può dipendere dal modo in cui vi sentite rispetto ad una sola valuta mondiale. La banca ha avuto un ruolo di primo piano nella promozione dell’adozione dell’euro come moneta comune europea.
      Corrono voci che il suo prossimo progetto sia quello di convincere gli Stati Uniti, il Canada e il Messico a passare ad una moneta regionale unica, che forse si chiamerà “Amero”, ed è logico supporre che l’obiettivo finale della banca sia una moneta unica mondiale. Questo semplificherebbe le transazioni e rafforzerebbe davvero il controllo della banca sull’economia planetaria.
      Ma se gli Stati Uniti dovessero mai rinunciare al dollaro statunitense, sarebbe un duro colpo per la nostra sovranità nazionale.

      Quando qualcun altro controlla i vostri soldi, non importa più di tanto chi fa le leggi.
      Purtroppo, l’élite globale sembra assolutamente ossessionata dall’idea di una valuta globale, un sistema economico mondiale e un governo mondiale.

      Nessuna di queste cosa accadrà quest’anno, ma ci stiamo muovendo in questa direzione. Ad ogni nuova crisi, le soluzioni che ci verranno date e implicheranno sempre maggiore centralizzazione e più globalizzazione.

      Cosa ne pensate di tutto questo?
      fonte http://ilupidieinstein.blogspot.it/

      La verita' sui decreti salva Banche




      Da quando è scoppiato lo scandalo del decreto “salva banche” e sopratutto dopo il suicidio del pensionato che ha perso tutti i suoi risparmi, nelle filiali è un continuo via vai di clienti che vogliono essere rassicurati rispetto ai propri investimenti.

      Sono giorni che gli impiegati delle banche ripetono sempre la stessa storiella, che poi è quella suggerita dall’azienda e ripetuta dai giornali, ovvero che il problema è circoscritto, che i nostri clienti non corrono nessun rischio e che alla fine coloro che hanno perso i propri risparmi li hanno persi o perché sono degli ingenui e hanno firmato senza leggere oppure perché sono stati avidi e hanno sottoscritto prodotti rischiosi per ottenere mirabolanti rendimenti. 

      Questa però per l’appunto è una storiella che non rispecchia assolutamente la realtà dei fatti e pertanto, preso dalla rabbia, ho scritto le verità su come le banche gestiscono i piccoli risparmiatori che difficilmente televisioni e giornali vi racconteranno.


      1. Le vittime dei piani di “salvataggio” sono per lo più piccoli risparmiatori. La maggior parte di questi sono pensionati con depositi fino a 100.000 euro, frutto solitamente della liquidazione e dei risparmi di una vita. Sono i soldi che speravano di dare ai figli per comprare casa e metter su famiglia oltre ad essere una garanzia per la propria vecchiaia.


      2. I soldi dei risparmiatori non erano stati investiti in prodotti altamente speculativi come i derivati, ma in semplici obbligazioni subordinate, ovvero obbligazioni che danno un rendimento leggermente superiore alla miseria che danno i “normali” bond ma che, pochi sanno, in caso di default dell’emittente mettono chi li detiene in fondo alla lista dei creditori. 

      Per chi non è del mestiere l’aggettivo “subordinato” vuol dire poco e niente e se in banca non te lo spiegano correttamente sei convinto di comprare un titolo obbligazionario tradizionale.


      3. Non è vero che i prodotti venduti dalle altre banche, in particolare le grandi, sono privi di rischi. In questi anni gli istituti di credito hanno convinto, o meglio costretto, i clienti a dirottare i propri risparmi dall’amministrato al gestito. 

      In pratica se prima la stragrande maggioranza dei piccoli risparmiatori aveva in portafoglio obbligazioni che garantivano a scadenza il capitale investito e rendimenti solitamente predeterminati (sistema "amministrato"), ora invece hanno quote di fondi che per definizione non danno nessuna garanzia (sistema "gestito"). Il risparmio è stato dirottato dall’amministrato al gestito perché quest’ultimo garantisce profitti più alti alle banche, anche se comporta rischi molto maggiori per i clienti. 


      4. Negli istituti di credito la vendita alla clientela di prodotti non adeguati non è un fatto sporadico, ma la normalità. Se si facesse una corretta profilatura dei clienti sulla base delle loro conoscenze in ambito finanziario non si potrebbe vender loro null’altro che titoli di stato e obbligazioni emesse dalle banche. I questionari di profilatura vengono di fatto compilati dai gestori e fatti firmare ai clienti alla cieca spesso senza consegnare loro le “copie cliente”. 

      Quasi nessuno si legge un contratto di servizi di investimento, un prospetto o una scheda prodotto prima di sottoscrivere un investimento. In questi anni i provvedimenti adottati in tema di trasparenza hanno solo aumentato a dismisura le “carte” da siglare rendendo ancor più difficile per il cliente leggerle prima di firmare. 
      Parliamo per intenderci di contratti di 50 e più pagine redatte in un carattere piccolo, quasi illeggibile e per giunta scritte in un linguaggio per addetti ai lavori. Tenete poi presente che le operazioni di investimento si chiudono mediamente in poche decine di minuti, raramente si va oltre la mezzora.


      5. Chi entra in banca per fare un investimento trova sopra le scrivanie la scritta “Consulenza”. Quelli che stanno dall’altra parte del tavolo però non sono consulenti indipendenti ma personale pagato per vendere quei prodotti che la banca gli ordina di vendere. Quando si va a comprare una qualsiasi cosa si è pienamente coscienti che il negoziante ha tutto l’interesse a vendere la sua mercanzia a prescindere dalla qualità e dalla convenienza della merce, ma per un inspiegabile timore reverenziale in banca non è così. 
      I clienti, se invece dell’insegna “pescheria” trovassero scritto “consulenza ittica”, scoppierebbero a ridere, mentre quando entrano in filiale non battono ciglio e non si accorgono del colossale conflitto di interesse delle banche che affermano di fare consulenza e contemporaneamente vendono i propri prodotti. Ormai il lavoro in banca non e' da contabile e tantomeno da consulente. Tanto per iniziare per accedere al concorso non c’era bisogno di avere un titolo di studio attinente al campo bancario. 
      Durante tutte le prove dei concorsi a cui si sottopongono i concorrenti non hanno mai fatto test di materie in ambito finanziario. Ma vengono testate esclusivamente le capacità dei concorrenti. Si puo' anche non sapere cos'e' un conto corrente o un bonifico, l’unica cosa importante per essere assunto, se si e' capaci “di vendere ghiaccio agli eschimesi”. D’altronde il contratto di apprendistato utilizzato nel settore del credito è formalmente finalizzato alla formazione di addetti commerciali.


      6. Nonostante tutto questo non immaginatevi i bancari come persone senza scrupoli che godono a fregare la gente. La realtà del lavoro in banca è molto diversa da quello che normalmente si immagina. Gli impiegati più giovani hanno retribuzioni sostanzialmente identiche ai loro coetanei del settore privato, ma sopratutto secondo numerosi studi i lavoratori del credito sono tra i più stressati. Sono sottoposti ad asfissianti pressioni commerciali, a un costante 
      mobbing tanto che molti soffrono di attacchi di panico e anche i giorni di malattia spesso sono dovuti a una qualche forma di “esaurimento”. 


      Ormai tutta l’organizzazione interna alle banche è finalizzata al commerciale. Gli stessi direttori di filiale non decidono quasi più nulla e il loro ruolo è quello di controllare e pressare i dipendenti. I report sul raggiungimento degli obiettivi arrivano due volte al giorno e se non sei in trend sulla settimana, sul mese, sull’anno sono cazzi. Invece di rafforzare gli organici operativi (da sempre caratterizzati da carenze) le banche preferiscono aumentare le figure dedicate esclusivamente al monitoraggio delle vendite e ad intervenire in caso di scostamento da quelli che sono gli obiettivi prefissati. 

      Si è creato così un piccolo esercito di quadri direttivi impegnati dalla mattina alla sera a pungolare e spesso ad umiliare chi secondo loro non contribuisce adeguatamente ad aumentare la redditività dell’azienda. Mentre per i normali dipendenti ormai i premi sono una chimera, a questi moderni capetti le banche, in caso di raggiungimento degli obiettivi, garantiscono incentivi che possono arrivare anche a diverse decine di migliaia di euro. 

      Con queste prospettive di guadagno e solo una cinquantina di persone da controllare immaginate che tipo di pressioni possono esercitare su chi è poi effettivamente a contatto con la clientela. E’ proprio per sfuggire alle pressioni, ai cazziatoni e alle umiliazioni che i bancari vendono ai clienti prodotti non adeguati.


      Per tutelare realmente i piccoli risparmiatori sono poche le cose da fare:


      Obbligare le banche a comunicare ai clienti che quella da la loro svolta non è un attività di consulenza ma un attività strettamente commerciale.

      Ridurre la documentazione da sottoscrivere in caso di investimenti e mettere in rilievo le caratteristiche dei prodotti che realmente interessano i clienti ovvero il grado di rischio, la presenza o meno di garanzia del capitale e le prospettive di rendimento.

      Vietare che lo stipendio dei lavoratori, dei quadri direttivi e dei dirigenti bancari sia legato anche solo in minima parte al conseguimento di obiettivi commerciali.


      Infine la cosa più importante: le banche devono essere in mani pubbliche. Fin quando le banche dovranno distribuire utili agli azionisti e stare sul mercato i piccoli risparmiatori saranno sempre e solo vacche da mungere.

      fonte http://mondos-porco.blogspot.it/

      I segreti della Banca d'Italia




      Dallo scandalo che aveva coinvolto il Governatore Fazio, i mass media e le normali fonti di informazioni non hanno mai spiegato che cos'è, come funziona e a chi appartiene la Banca Centrale italiana.

      Soprattutto, ancora oggi non rivelano quali sono i suoi profitti veri rispetto a quelli dichiarati. Prima di entrare nel merito, ricordiamo che le funzioni principali della Banca d'Italia, prima dell'Euro, erano:


      1) Emettere il denaro ufficiale;
      2) Fungere da lender of last resort (prestatore di ultima istanza) per le banche in difficolta finanziaria;
      3) Fissare il tasso ufficiale di sconto;
      4) Fissare i tassi di cambio internazionale;
      5) Vigilare sulle banche di credito.

      Abbiamo anticipato che la Banca d'Italia è una banca a capitale privato e gestita in modo privato e nell'interesse dei suoi soci o partecipanti privati e senza alcun controllo democratico del Parlamento o del Governo. Con la legge bancaria promulgata nel1994 dal governo Ciampi, la Banca d'Italia viene rinominata, formalmente, "Istituto" - mentre il suo capitale sociale passa da 200 a 300 milioni di Lire. L'art. 3 dello Statuto (versione 2002) stabilisce:

      "Il capitale della Banca d'Italia è di 156.000 euro rappresentato da quote di partecipazione di 0,52 euro ciascuna" . 

      Questo capitale ha un ammontare chiaramente ridicolo.

      La Banca d'Italia nasce con la Legge n. 443 del 10.08.1893 dalla fusione di tre preesistenti banche e dalla liquidazione della Banca di Roma, dovuta a un colossale scandalo. Le varie banche precedentemente autorizzate a emettere la moneta legale nel Regno d'Italia, per ovvi fini, superavano le quote di emissione assegnate. La Banca d'Italia ebbe la forma di una società anonima, ossia di una società di capitali analoga alla società per azioni. La nomina dei suoi organi amministrativi e di controllo spettava e spetta all'assemblea dei soci o partecipanti, non al Governo né al Parlamento, come si spiegherà in seguito.

      Il Regio Decreto 28.04.1910 n. 204 stabilisce, al suo articolo 25, che la Banca d'Italia farà al Ministero del Tesoro anticipazioni, ossia sconti ("sconti" inteso nel senso finanziario di anticipazioni su crediti, non nel senso comune di riduzione del prezzo) sui titoli del debito pubblico al tasso dell'1,5%.

      Nel 1926 il regime fascista riservò alla Banca d'Italia in via esclusiva la funzione di emettere la valuta di StatoCon una serie di norme, tra il 1938 e il 1994, si arrivò ad attribuire alla Banca d'Italia la denominazione di "Istituto di diritto pubblico", sebbene in realtà restasse privata a tutti gli effetti; la totale indipendenza dal controllo pubblico; il potere di fissare sia il tasso di sconto (l'interesse che lo Stato e le banche commerciali pagano per ottenere i soldi dalla Banca d'Italia) che la ragione (proporzione) dello sconto (ossia, quanto percentualmente la Banca anticipa allo Stato sui titoli del debito pubblico che questo le presenta da scontare) (art. 25 dello Statuto della Banca d'Italia). 

      In base al suo Statuto, le nomine degli organi sia amministrativi che di controllo della Banca d'Italia, compresa quella del Consiglio Superiore dagli azionisti della Banca d'Italia stessa, i quali a loro volta sono banche private, assicurazioni private, e l'Inps. 

      L'approvazione di talune di queste nomine da parte del Governo è un mero riscontro di legittimità.9 Precisamente, l'art. 5 dello Statuto detta:

      "l poteri dell'Istituto risiedono:
      • 1) Nell'assemblea generale dei partecipanti;
      • 2) Nel Consiglio superiore e nel Comitato del Consiglio superiore;
      • 3) Nel direttorio, costituito dal governatore, dal direttore generale e da due vice direttori generali".

      Art. 6 stabilisce: 
      "L'assemblea generale  vocata dal Consiglio superiore non meno di 15 giorni innanzi a quello fissato per l'adunanza, si riunisce in Roma non più tardi del 31 maggio di ciascun anno. È presieduta dal governatore. (...)"

      Art. 7
      "L'ordine del giorno dell'assemblea ordinaria viene stabilito dal Consiglio superiore e deve comprendere la approvazione del bilancio e la nomina dei sindaci e dei due supplenti. Deve pure comprendere tutte le proposte presentate al Consiglio superiore entro il mese di marzo (...)"

      Art. 17"Il Consiglio superiore si compone:
      - del governatore;
      - di 13 consiglieri nominati nelle assemblee generali dei partecipanti presso le sedi della Banca in ragione di uno per ciascuna sede.

      Art. 18
      "Il Consiglio superiore tiene le sue adunanze in Roma sotto la presidenza del governatore. Esso nomina nella prima sua tornata di ciascun anno quattro dei propri componenti per costituire assieme al governatore il Comitato, che è parimenti presieduto dal governatore e al quale interviene pure il direttore generale con voto consultivo.
      Le adunanze del Consiglio superiore sono ordinarie e straordinarie. (...)
      Le deliberazioni si prendono a maggioranza assoluta. Il governatore, o chi ne fa le veci, vota soltanto nel caso di parità di voti (...) 
      Il Comitato si riunisce di regola una volta al mese su invito del governatore (...)"

      Art. 19 disciplina il Consiglio superiore: 
      "Il Consiglio superiore nomina e revoca il governatore, il direttore generale e i due vice direttori generali (...)
      Le nomine e le revoche debbono essere approvate con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto col Ministro per il tesoro, sentito il Consiglio dei Ministri".

      Art. 20 Statuisce che al Consiglio superiore:
      "spetta l'amministrazione generale della Banca".

      Tanto per rimarcare la radicale anomalia del sistema bancario italiano, facciamo presente che lo stesso assetto proprietario della Banca d'Italia è illegittimo e incompatibile col suo statuto. Lo statuto del 1948, controfirmato da Enrico De Nicola e Alcide De Gasperi(quel cattolico che voleva parlare solo di politica, mai di economia), afferma che la Banca d'Italia è un Ente pubblico, e l'art. 3 sancisce che la maggioranza debba essere pubblica e i soci che compongono la maggioranza debbono essere a loro volta a maggioranza pubblica. Letteralmente, stabilisce: 

      "Le quote di partecipazione possono essere cedute, previo consenso del Consiglio superiore, solamente da uno a un altro ente compreso nelle categorie indicate nel comma precedente. In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici". 

      La Banca d'Italia si trova oggi pesantemente fuori dei requisiti di legge, poiché risulta quasi completamente posseduta da gruppi bancari e assicurativi totalmente privati: 

      GruppoIntesa (27,2%), GruppoSanPaolo (17,23%), Gruppo Capitalia (11,15), GruppoUnicredito (10,97%)Assicurazioni Generali (6,33%),INPS(5,0%), Banca Carige (3,96%), Bnl (2,83%), Monte dei Paschi di Siena (2,50%), Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%), RAS (1,33%), Gruppo La Fondiaria (2,0%) e Gruppo Premafin (2,0%).

      I soci azionisti della Banca d'Italia sono, all'85% circa, banche private; al 10%assicurazioni private. Queste percentuali sono state ricavate da un'indagine di "Famiglia Cristiana" del 4 Gennaio 2004 e de "Il Sole 24 Ore" con un'operazione di "spulcio" tra la contabilità delle banche e assicurazioni azioniste della Banca d'Italia, che sono, fortunatamente per noi, ancora tenute a dire dove investono i nostri soldi.

      Ciò nonostante, continua a svolgere la funzione di pubblico servizio nella sorveglianza e la vigilanza sulle banche italiane, comprese le sue "partecipanti", con chiaro conflitto di interessi.
      Ma vi è di peggio: nel corso degli anni, gli azionisti della Banca d'Italia hanno indotto i vari governi a cedere sempre maggiori poteri e maggiore indipendenza, a spese dello Stato e della collettività. In base alla nuova legge bancaria del 1994, essi operano ora nella più assoluta discrezionalità e indipendenza.

      L'art. 54 dello statuto stabilisce che ai soci di Banca d'Italia debba essere ripartito l'utile nella misura massima del 6-10%. Invece, a fronte di tutta la moneta emessa, la Banca d'Italia riceve per pari importo valori e titoli mobiliari che iscrive all'attivo del proprio bilancio, mentre iscrive al passivo il controvalore corrispondente alla moneta emessa, come se questa moneta costituisse un suo debito, come se fosse da rimborsare o convertire; mentre assolutamente non lo è. 

      Quindi la Banca d'Italia sottrae questo suo enorme reddito sia all'imposizione fiscale che alla sua naturale destinazione in favore dello Stato, e lo canalizza altrove.

      Questa è la causa ultima del debito pubblico e della ricchezza smisurata
      dei banchieri privati.

      "Con l'avvento della progettata moneta unica in Europa, analoghi e più incisivi poteri stanno per essere conferiti alla Banca Centrale Europea se non saranno riviste le clausole attuative del trattato di Maastricht. E'ultima e più importante funzione di controllo in campo monetario, che era rimasta al Parlamento, quella di stabilire il TUS, è stata conferita anch'essa alla Banca d'Italia dall'ultimo governo Andreotti. Il decreto legge, emanato dall'allora Ministro del Tesoro Guido Carli, ex Governatore di Banca d'Italia, è stato convertito in legge, alla stregua di una leggina estiva, quando
      i parlamentari avevano già le valige in mano per lo scioglimento anticipato delle Camere.

      Lo Stato e il Popolo Italiano hanno da allora perso totalmente la sovranità
      sulla propria moneta.
      Nasce cosi, quasi per volontà divina, una sorta di nuova liturgia, riservata
      a pochi, chiamati alla carica di autorità monetarie.
      Media compiacenti, e altri accondiscendenti, solo per emulare quelli maggiormente gratificati, si affannano ad accreditare l'immagine e la sacralità di queste nuove e auto-proclamate autorità.

      L'edificazione di questo alone di rispettabilità, quasi ecclesiale, risulta pressoché indispensabile, giacché queste "autorità monetarie" non dispongono di alcuna legittimità costituzionale o popolare necessaria per esercitare una funzione così importante quale risulta il govemamento bancario e monetario della Nazione Italia, disgiunto e separato dal Governo e dallo Stato. 


      L'assoluta mancanza di legittimità da parte delle cosiddette "autorità monetarie" è determinata dall'autoproclamazione che si celebra all'interno dell'assemblea dei soci di Banca d'Italia, sottoposti, a loro volta, all'azione di controllo e vigilanza di Banca d'Italia stessa10".

      La natura privatistica della Banca d'Italia si manifesta anche nel fatto che i "partecipanti" (v. art. 54 e 46 dello Statuto della Banca d'Italia) hanno diritto non solo al rendiconto annuale di gestione, ma pure agli utili.

      11 Questi utili, come abbiamo anticipato e come meglio spiegheremo nel proseguimento, consistono non solo e non tanto negli interessi attivi che la Banca d'Italia lucra prestando denaro allo Stato e alle banche commerciali, quanto nel signoraggio, ossia nel fatto che il denaro che essa emette e presta non le costa alcunché.

      All'atto pratico, politico ed economico, i "partecipanti" o proprietari della Banca d'Italia sono imprenditori capitalisti privati che, esercitando, in base a un monopolio costituito per legge, poteri sovrani attraverso la Banca medesima, influenzano fortemente l'economia, la politica, l'attività di governo (immaginiamo soltanto le conseguenze che, sul governo, hanno i rialzi del tasso di sconto: possono far saltare le previsioni finanziarie e mettere in crisi il governo stesso).

      Inoltre, a questo loro strumento, ossia alla Banca d'Italia, è riservato per legge il compito di vigilanza sugli istituti di creditoil che vuol dire che i banchieri giudicano se stessi, persino quando si tratta di contestazioni di fatti illeciti commessi da banche verso soggetti diversi dalle banche come ad esempio i risparmiatori defraudati. 

      Per giunta, queste procedure disciplinari rimangono segrete, molto più segrete delle indagini di un procedimento penale. Ad esempio, se denunci per iscritto alla Banca d'Italia un illecito commesso da una banca nei tuoi confronti, la Banca d'Italia ti risponde che esaminerà il caso, ma che tutto avverrà in via riservata e che non hai diritto a essere informato - ossia, che la cosa verrà trattata nel segreto degli affari interni della casta dei banchieri.

      Da quanto detto sopra, apparirà chiaro che la Banca d'Italia è, nella costituzione reale di questo Paese, ossia nel vero sistema di potere, il principale organo del dominio del capitale bancario sullo Stato e sulle pubbliche istituzioni - e, attraverso di questi, sui lavoratori autonomi e dipendenti, sui risparmiatori, sugli enti pubblici.

      Un punto di massimo interesse nell'ordinamento della Banca d'Italia
      è il principio di assoluta irresponsabilità del suo Governatore.Il Governatore della Banca d'Italia, di fatto e di diritto, è una sorta di gestore, di amministratore delegato di una s.p.a. privata. Ma, a differenza di tutti gli altri amministratori, non è responsabile delle proprie azioni e dei propri abusi. Di fatto, non viene nemmeno criticato per quelli che commette.  È un intoccabile per lo Stato.

      Così è avvenuto che nessuno ha chiamato il Governatore in carica nel 1992 a render conto del fatto che, nell'autunno di quell'anno, per sua propria decisione bruciò in due settimane inutilmente ben settantamila miliardi di Lire per ritardare di due settimane il crollo della Lira, quando si sapeva con certezza che la Lira stava per perdere ineluttabilmente circa il 25-30% sulle principali monete europee a causa del differenziale di svalutazione accumulato tra queste e la Lira italiana, nel corso di diversi anni, per i quali i rapporti di cambio tra le monete comunitarie erano stati bloccati, anche se le diverse monete si svalutavano a tassi molto diversi tra loro, sicché la Lira aveva perso il 30% del potere d'acquisto rispetto al Marco tedesco. 

      Eppure l'errore o abuso era clamoroso, e il danno per lo Stato è stato enorme e noi ne paghiamo ogni giorno le conseguenze di tasca nostra, mentre quei settantamila miliardi, denari dei contribuenti italiani, si trasferirono bellamente nelle tasche degli speculatori internazionali. Non solo nessuno lo chiamò a rispondere del suo operato, o anche solo a giustificarlo, fosse anche in sede politica, come si sarebbe fatto con un ministro che avesse cagionato un simile disastro nazionale: lo fecero superministro dell'economia, capo del Governo e infine capo dello Stato. Però forse questa carriera fino ai vertici degli onori pubblici non è stata un avanzamento, ma un ridimensionamento o semipensionamento: da capo del back office a capo del front office del sistema di potere che governa lo Stato.

      Non è però un Governatore della Banca d'Italia a detenere il primato postbellico di calamitosità per le sorti della nazione italiana. Il primo governo di centro sinistra, presieduto da Aldo Moro, infatti, comperò per 10.000 miliardi di allora, pari a 100.000 di oggi, denaro dei contribuenti, gli impianti idroelettrici della S.I.P.(Società idroelettrica piemontese spa, che con questi soldi pubblici si convertì alla telefonia finanziando lo sviluppo della tecnologia a ciò necessaria, mentre lo Stato, con quell'inutile esborso, si era privato del denaro per finanziare lo sviluppo tecnologico del settore pubblico), quando le concessioni demaniali per svolgere la sua attività e su cui si basava il valore delle azioni stavano per scadere, e bastava aspettare la loro scadenza per rilevare gli impianti dalla liquidazione della società. 

      Ma la funzione dello Stato è appunto quella di travasare costantemente la ricchezza dalla popolazione generale ai proprietari dello Stato stesso.

      Quella volta, il travaso fu coperto da una mistificazione sociale:
      Moro si disse, enfaticamente quanto pudicamente, che lo Stato nazionalizzava la S.I.P. per portare la luce a tutti, anche a quelle remote utenze rurali o montane, che un gestore privato del servizio elettrico, guidato dalla logica imprenditoriale, non avrebbe mai avuto interesse a collegare. 
      Quindi era un'operazione in favore del popolo, democratica.

      Nessuna formazione politica si levò per dire il contrario, perché nessun leader politico aveva interesse a denudare il meccanismo fondamentale dello Stato.
      In effetti lo Stato, attraverso l'Enel, portò la luce a tutti, ma a un costo enorme per la società e con un profitto altrettanto enorme per i capitalisti finanziari, attraverso l'indebitamento pubblico contratto per quell'inutile spesa di acquisto delle azioni S.I.P. A questo costo si è aggiunto, in seguito, il fatto che l'energia elettrica in Italia è finita per costare all'utente più che in ogni altro Paese europeo

      Il che dimostra concretamente che la giustificazione etico-politica data (magari in buona fede) all'operazione, mascherava un'intenzione e un interesse esattamente opposti a quelli da lui dichiarati. E mette in guardia contro le molte buone cause etiche e sociali che vengono adoperate per mascherare analoghi interessi e speculazioni, dagli aiuti ai terremotati agli aiuti al Terzo Mondo alle missioni Arcobaleno. 

      Del resto, è del tutto irrazionale pensare che operatori politici, i quali sono guidati e condizionati dalla logica del profitto (loro proprio e dei loro sponsors finanziari), possano adoperare le buone cause a scopi diversi dal profitto stesso.
      fonte http://mondos-porco.blogspot.it/