domenica 11 ottobre 2015

LA NATO CI ALLEA ALL ’ISIS CONTRO LA RUSSIA. INVANO

John-McCain-Preside
DI MAURIZIO BLONDET

maurizioblondet.it

L’Alleanza atlantica pronta a difendere la Turchia”, ha tuonato Jen Stoltenberg, il segretario generale. La povera Turchia è minacciata da continui sconfinamenti dei caccia russi che stanno martellando i terroristi. Quei terroristi che Brzezinski ha appena definito “i nostri attivi in Siria”: in pratica: basta bombardare la nostra Al Qaeda, altrimenti “I mezzi navali e aerei russi in Siria sono vulnerabili, isolati geograficamente dalla loro terra, potrebbero essere ‘disarmati’ se persistono a provocare gli Stati Uniti.”


Il famoso McCain (nella foto),, con la bava alla bocca: “Se la Russia persiste ad attaccare l’opposizione che noi sosteniamo, dobbiamo aumentare il prezzo che pagherà…per esempio bombardando le infrastrutture che hanno grande importanza per il regime siriano”. Insomma colpire ospedali, strade, centrali elettriche, devastare le vite dei civili. Un’affermazione che un tempo sarebbe stata considerata vergognosa, invece oggi dimostra l’alto livello raggiunto dai valori occidentali. Le forze aeree americane, adesso, “bombardano l’ISIS in Siria”, fanno delle loro operazioni senza coordinarsi coi russi, ovviamente allo scopo di ostacolare l’operazione pulizia che stanno facendo, minacciando lo scontro involontario con l’Air Force. 
Gli imam dell’Arabia Saudita hanno chiamato alla guerra santa contro la Russia. L’imam della NATO Stoltenberg ha minacciato: “Abbiamo 40 mila uomini, la forza di pronto intervento” per difendere la Turchia. Che se vuole può schierarne di più, essendo la maggior forza armata dell’alleanza. 
E sul tavolo di Obama il Pentagono ha posto la nota-spese da firmare per il 2016: 600 milioni di dollari per armare i ribelli siriani, 300 milioni per armare Kiev  (ma pare che Obama abbia cancellato le spese per i ribelli siriani moderati…)
E’ la guerra. Di ora in ora l’Occidente emette nuove minacce, e fa’ di più: mira ad impantanare le forze russe in un nuovo Aghanistan – come ha detto esplicitamente Ashton Carter, capo del Pentagono. 
Ci riuscirà l’Occidente che ci ha messo in questa guerra a fianco dei terroristi islamici? In Afghanistan, gli americani e i pakistani crearono Al Qaeda e la armarono in funzione anti-sovietica, facendo pagare un prezzo altissio alle truppe. Non si preoccupano Putin e i suoi generali? 
L”ex diplomatico indiano M K Bhadrakumar, uno dei migliori analisti su questi temi (è stato a lungo ambasciatore in Urss) ha provato ad esaminare la questione. O meglio, la scacchiera – i pezzi che Putin e i russi (ottimi scacchisti) stanno muovendoci sopra. 
Anzitutto la verità sugli sconfinamenti russi in Turchia. Venerdì scorso, ricorda Bhadrakumar, una fonte anonima turca si è vantava che i radar di Ankara avevano “locked” (illuminato) un aereo russo che operava in Siria: un atto di aggressione e provocazione. Hanno avuto paura, i russi? “Il giorno dopo un SU-30 violava lo spazio turco, obbligando Ankara a far decollare i suoi jet”: evidentemente una risposta alla provocazione del giorno prima. Si aggiunga un aggressivo Mig 29 “non identificato” che, secondo Ankara, ha “illuminato” uno dei suoi F-16 sul confine. Siccome i russi non hanno lì questo tipo di apparecchio, qualcuno ha ipotizzato che si tratti di una macchina nord-coreana affittata coi piloti da Assad; piloti particolarmente arditi nelle provocazioni , perché hanno agganciato i caccia turchi per ben oltre 5 minuti, un’eternità in quelle evoluzioni. 
Per Bhadrakumar, con questi sconfinamenti, “la Russia ha segnalato con fermezza che i suoi aerei voleranno su tutto lo spazio aereo siriano, confini compresi; ha sfidato il dettato che la Turchia aveva imposto unilateralmente fino ad ora, minacciando di abbattere ogni aereo siriano che operasse nello spazio aereo siriano preso i confini turchi. Questo dettato aveva consentito ad Ankara finora di assicurare che i ribelli potessero operare in sicurezza dentro una fascia significativa nella Siria del Nord senza temere attacchi da Damasco. La Russia ha sommariamente messo fine a questo privilegio; sta anche rafforzando il sistema di difesa anti-aerea siriana sicché le forze aeree turche non possono più agire nello spazio aereo della Siria…Ankara ha dovuto rendersi conto della nuova realtà”: che violare lo spazio aereo siriano le sarebbe costato un alto prezzo. 
E anche Israele, che nel Sud “sostiene clandestinamente i qaedisti lanciando attacchi gratuiti aerei in profondità contro bersagli in modo da sgretolare sistematicamente la sovranità e la forza dello stato siriano, è arrabbiata nera con la Russia che applica le linee rosse annullando ogni interferenza israeliana nelle questioni della Siria. Ma per quanto sia furiosa con Mosca come la Turchia, anche Israele non ha scelta: deve mettersi in riga secondo le regole di gioco russe”. 
Se Erdogan esagera e viola queste regole, Mosca può giocargli contro la carta dei kurdi separatisti: “Ha rapporti stretti con la componente siriana dei kurdi, che sostiene il movimento separatista PKK dentro al Turchia”. E’ nell’interesse della Turchia mettersi in posizione di dire la sua in una futuro processo di pace in Siria, per scongiurare la formazione di uno stato curdo che gli porterebbe via una fetta di territorio. 
Secondo Bhadrakumar, un impaludamento come quello che l’Urss soffrì in Afghanistan è improbabile. Là, Mosca era isolata ed aveva contro tutto l’Islam; oggi ha una quantità di alleati e simpatizzanti nell’area medio-orientale. Oltre ad iraniani e Hezbollah, oltre alle simpatie del governo di Baghdad, “anche Egitto e Giordania si stanno avvicinando alle posizioni russe sulla questione siriana”
E’ il motivo per cui Erdogan è venuto a Bruxelles (dove ha sede la NATO), approfittando per organizzarsi il grande raduno turchesco a Strasburgo del 4 ottobre, tenacemente taciuto da tutti i media. Ha cercato di riannodare i legami con la UE, che aveva lasciato peggiorare. Per questo ha usato l’arma dei profughi, lasciando intendere che ne avrebbe mandato in Europa 3 milioni…
Ciò che ha ottenuto è stata la tonitruante affermazione si Stoltenberg. Ma lui sperava di far adottare la linea di Hollande ossia di una no-fly zone sulla Siria del Nord. Ma la NATO gli ha rifiutato – come rivela Meyssan – di mantenere le postazioni di missili Patriot sulla frontiera turca. Postazioni che erano state dispiegate sulla frontiera turco siriana, proprio per impedire alle forze armate dello stato (di Assad) di riprendere il controllo del Nord del suo paese, e nell’imminenza dello stabilimento della no-fly zone che avrebbe dato a Damasco il colpo decisivo. Dopo l’incontro di Obama con Putin all’Onu, la NATO aveva annunciato la smobilitazione di quei Patriot. Se è vero che nonostante le richieste di Erdogan mantiene l’idea di sguarnire quel fronte, vuol dire che le dichiarazioni tonitruanti e la propaganda sono tutto ciò che l’Alleanza al momento può fare. Al momento, sulla scacchiera, ha vinto Putin. 
http://www.voltairenet.org/article188985.html
Non c’è troppo ottimismo in queste asserzioni? 
D’improvviso Jean Claude Juncker, il capo della Commissione europea, di punto in bianco ha dichiaarto (giovedì a Passau): “La UE ha bisogno di un rapporto vitale con la Russia”. Il vecchio s’è spinto persino a criticare Obama perché “non vuole riconoscere alla Russia la posizione di “potenza regionale”. Ma “il nostro rapporto con la Russia non possiamo farcelo dettare da Washington”. E’ una marcia indietro a 180 gradi rispetto alle posizioni “europee” da mesi. Se un tizio così diventa così coraggioso vuol dire che può permetterselo. Sarà che l’accordo concluso a due fra Obama e Vladimir regge davvero, come sostiene Meyssan? Ancora giovedì 8, Kerry ha telefonato a Lavrov – lo ha riferito la Tass – ed ha “parlato di una soluzione della crisi siriana” secondo le linee già decise in margine all’assemblea generale dell’ONU: prevenire gli incidenti nello spazio aereo siriano, coordinare gli sforzi contro l’IS per arrivare ad una soluzione politica in base agli accordi di Ginevra”. Stoltenberg e Erdogan possono minacciare quanto vogliono, per Washington la conclusione è che “arrivare a trattative” sulla “transizione” in base agli accordi di Ginevra, è la soluzione migliore per non perdere del tutto.

Maurizio Blondet

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