martedì 21 luglio 2015

Fëdor Dostoevskij - Memorie di una casa morta


Ci sono persone simili a tigri assetate di sangue. Chi ha provato una volta questo potere, questa illimitata signoria sul corpo, sul sangue e sullo spirito di un altro uomo come lui, fatto allo stesso modo, suo fratello secondo la legge di Cristo; chi ha provato il potere e la possibilità senza limiti di infliggere il supremo avvilimento a un altro essere che porta su di sé l’immagine di Dio, costui, senza volere, cessa in certo qual modo di essere padrone delle proprie sensazioni. La tirannia è un’abitudine; essa è capace di sviluppo, e si sviluppa fino a diventar malattia. Io sostengo che il migliore degli uomini può, in forza dell'abitudine, farsi ottuso e brutale fino al livello della bestia. Il sangue e il potere ubriacano: si sviluppano la durezza di cuore, la depravazione; all'intelligenza e al sentimento si fanno accessibili e infine riescono dolci le manifestazioni più anormali. L'uomo e il cittadino periscono nel tiranno per sempre, e il ritorno alla dignità umana, al pentimento, la rigenerazione diviene ormai quasi impossibile per lui. Inoltre l’esempio, la possibilità di siffatta licenza agisce anche su tutta la società contagiandola: la società che guarda con indifferenza un tale fenomeno è già infetta essa stessa nelle sue stesse fondamenta. Insomma il diritto della punizione corporale concesso a un uomo su di un altro è una delle piaghe della società, è uno dei più forti mezzi per distruggere in essa stessa ogni germe, ogni tentativo di civile libertà, ed è premessa sicura del suo immancabile e ineluttabile sfacelo.
Fëdor Dostoevskij
http://essen-za.blogspot.it/2015/07/fedor-dostoevskij-memorie-di-una-casa.html

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