giovedì 20 novembre 2014

Arsenico nelle acque in bottiglia, analizzate tutte le marche: risultati scioccanti, ecco la classifica

Arsenico nelle acque in bottiglia, analizzate tutte le marche: risultati scioccanti, ecco la classifica


Sappiamo davvero cosa beviamo? Siamo consapevoli della qualità dell’acqua che tutti i giorni ingeriamo? Cosa contengono davvero le acque in bottiglia che compriamo al supermercato? Lo studio, effettuato da esperti nell’ambito del progetto Atlante Europeo dell’EuroGeoSurveys Geochemistry Expert Group, lascia di stucco: l’arsenico è presente in diverse marche di acque in bottiglia, chi più chi meno. Ecco la classifica completa.

Nonostante il progetto Atlante Europeo dell’EuroGeoSurveys Geochemistry Expert Group risalga oramai al 2010, il tema della qualità delle acque che beviamo resta sempre di strettissima attualità, visto le conseguenze disastrose sulla salute che potrebbero scaturire da elementi tossici ingeriti dal nostro corpo.
Ad oggi lo studio, pubblicato in Italia da “Le Scienze”, non ha trovato smentite da parte dei grandi colossi delle acque in bottiglia, che evidentemente hanno preferito mettere a tacere la questione per evitare ulteriori polveroni mediatici.
Il punto è questo: la normativa europea impone dei limiti per la “concentrazione massima di arsenico nelle acque destinate al consumo”. L’Italia, però, ha pensato bene di chiedere ben due deroghe a questa normativa, permettendo quindi alle lobby delle acque di vendere un prodotto di qualità quantomeno dubbia. Quando lo stato italiano decide di chiedere la terza deroga la Commissione Europea sbotta e denuncia l’anomalia.
Per capirci: “in Campania sono stati innalzati i limiti per il fluoro, nel Lazio quelli per l’arsenico, per il fluoro, per il selenio e per il vanadio; in Lombardia e in Trentino-Alto Adige per l’arsenico; in Piemonte oltre alla soglia dell’arsenico è stata innalzata anche quella per l’azoto, in Sardegna quella del vanadio e in Toscana quella del boro e dell’arsenico.”
Innalzare il limite significa semplicemente rendere lecito oggi ciò che ieri non si poteva fare, rendere vendibile un’acqua che ieri vendibile non era. Il tutto a discapito dei consumatori, mamme incinte e bambini compresi.
Lo studio realizzato nell’ambito del progetto Atlante Europeo dell’EuroGeoSurveys Geochemistry Expert Group ha analizzato le acque in bottiglia presenti sul mercato italiano, stilando una classifica in base alla presenza di arsenico nelle acque stesse. I risultati? Scioccanti, come dimostra il documento (scaricabile in pdf) che pubblichiamo di seguito.


Per farvi un’idea della qualità della vostra acqua preferita, è possibile confrontare lo studio con le concentrazioni limite ammissibili per la legge italiana ed europea e i valori delle linee guida dell’Environment Protection Agency statunitense (EPA) e dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Nel documento di seguito tutte le concentrazioni limite (file scaricabile in pdf).


Entrambi gli studi sono stati pubblicati nel 2010 su «Le Scienze» e sono stati realizzati nell’ambito del progetto Atlante Europeo dell’EuroGeoSurveys Geochemistry Expert Group. Gli autori che vi hanno partecipato sono stati: Benedetto De Vivo, Annamaria Lima, Stefano Albanese e Lucia Giaccio del Dipartimento di scienze della Terra dell’Università «Federico II» di Napoli. Manfred Birke del Bundesanstalt für Geowissenschaften und Rohstoffe di Berlino. Domenico Cicchella del Dipartimento di studi geologici e ambientali dell’Università del Sannio, a Benevento. Enrico Dinelli del Dipartimento di scienze della Terra e geologico-ambientali, dell’Università di Bologna. Paolo Valera del Dipartimento di geoingegneria e tecnologie ambientali dell’Università di Cagliari.

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