giovedì 2 ottobre 2014

Napolitano che non scioglie le Camere e il Colpo di Stato Monti


TUTTI GLI INTERROGATORI 
RICHIESTI DAL GRUPPO LIBRA 
ALLA PROCURA DI ROMA

NON RISPONDONO AI CITTADINI NE' AI GIORNALISTI
PROVIAMO CON I GIUDICI…

##### Napolitano che non scioglie le Camere
e il Colpo di Stato Monti ######

Gli interrogatori che Libra ha chiesto al GIP nell'atto di opposizione depositato il 12 maggio 2014 per rispondere alla richiesta di archiviazione lampo della PM del procedimento, aperto 7 mesi fa alla Procura di Roma

Il Gip ha fissato l'udienza per il 16 ottobre 2014, un evento che, per quanto piccolo a livello giudiziale, è storico nella sua portata.

SABATO 11 OTTOBRE TUTTI A ROMA
PIAZZA DEL PANTHEON H. 16-21

PER NON FAR CHIUDERE LE INDAGINI
APERTE ALL PROCURA DI ROMA

GIOVEDì 16 OTTOBRE - PRIMA UDIENZA DAVANTI AL GIP

TUTTI I POLITICI DEGLI ULTIMI 20 ANNI SONO INDAGATI PER GRAVI REATI CONTRO LO STATO

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*********** NORIMBERGA ITALIANA *********

La denuncia che ha aperto per la prima volta in assoluto
le indagini contro tutti i politici degli ultimi 20 anni
per gravi reati contro lo Stato

:::::::::::::::::::: IN PILLOLE ::::::::::::::::::::

<<< PILLOLA 6 >>>

Giorgio Napolitano, Presidente delle Repubblica

Nominato Senatore a vita il 23 settembre 2005 da Carlo Azeglio Ciampi ed eletto, alla quarta votazione,
Capo dello Stato il 10 maggio 2006, dopo le prime elezioni fatte con la legge dichiarata incostituzionale. Confermato nel 2013, sempre da un Parlamento eletto con la L. n. 270/2005.
Si chiede di acquisire e chiedere conferma, motivazioni, nonché dettagli al Pres. Napolitano delle seguenti dichiarazioni pubbliche rese.

“Resta prerogativa del capo dello Stato sancire l’impossibilità di completare la legislatura parlamentare e quindi di sciogliere le Camere.” (la Repubblica, 20 dicembre 2010)

"L’auspicio del Presidente Napolitano è che in materia di modifiche o innovazioni del sistema elettorale, si persegua in Parlamento la più larga condivisione. L’urgenza dell’iniziativa da lui presa ieri rispondeva a quanto affermato pubblicamente dalla tribuna del Congresso dell’Anci a Firenze: cioè il timore di una sovrapposizione, sul delicato tema della legge elettorale, tra due istituzioni fondamentali, il Parlamento e la Corte Costituzionale". (...) sollecita in primo luogo le forze di maggioranza per la loro prevalente responsabilità, ma egualmente le minoranze, e dunque tutte le forze politiche, perché rapidamente, prima dell’udienza già fissata per il 3 dicembre dalla Corte Costituzionale, il Parlamento affermi il ruolo suo proprio intervenendo almeno a modificare la legge vigente nelle norme su cui la Consulta ha già espresso più di una volta serie riserve di costituzionalità".
(Comunicato Stampa del Quirinale, Roma, 25 ottobre 2013)

“Diventa, ormai, imperativa tale espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito superamento, dal 1993, del sistema proporzionale, e di ribadirlo insieme con l’introduzione di modifiche costituzionali per quel che riguarda almeno il numero dei parlamentari e il superamento del bicameralismo paritario. (...) il problema era e resta quello dell’espressione di una volontà politica del Parlamento, tesa a produrre, finalmente, la riforma elettorale giudicata necessaria da tutte le parti».
(l’Unità, 5 dicembre 2013)

"E' la Corte stessa che non mette in dubbio che ci sia una continuità nella legittimazione del Parlamento.” (Adnkronos, 5 dicembre 2013)

"La decisione della Corte costituzionale non può aver stupito o colto di sorpresa chiunque abbia ricordo delle numerose occasioni in cui sono intervenuto per sollecitare fortemente il Parlamento a intervenire modificando la legge elettorale del 2005 almeno nei punti di più dubbia costituzionalità". Questi punti, ha aggiunto, "erano stati segnalati già nelle sentenze emesse dalla Corte Costituzionale nel gennaio 2008 e nel gennaio 2012 esaminando le richieste di referendum abrogativi della legge vigente. (...)
Apprezzo molto la risposta di Zagrebelsky oggi e di Onida ieri: gli argomenti dal punto di vista politico e istituzionale sono inoppugnabili e vanno nella direzione opposta (di chi dice che il Parlamento è delegittimato, ndr).” (Ansa, 8 dicembre 2013)

“siamo dinanzi a una risoluzione che assume le caratteristiche ristrette di un’unione monetaria, le cui caratteristiche rischiano per lo più di creare gravi problemi ai Paesi più deboli che entrino a farne parte. E’ così venuto alla luce un equivoco di fondo: se cioè il nuovo sistema debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei Paesi più deboli della Comunità, o debba servire a garantire il Paese più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania, spingendosi un Paese come l’Italia alla deflazione.” (Atti
della Camera del Deputati, Seduta del 13 dicembre 1978, all’epoca deputato del Partito Comunista durante la discussione sull’entrata dell’Italia nello SME)

Acquisire la testimonianza del Pres. Napolitano in particolare rispetto ai seguenti aspetti:

• Nel 2008, innanzi alla crisi del cd. governo Prodi II, il Pres. Napolitano, oltre a fare ripetuti inviti alle parti politiche, conferiva al Presidente del Senato Marini un mandato “di scopo” «per una modifica della legge elettorale vigente e di alcune importanti norme della Costituzione»– (Dichiarazione rilasciata il 30 gennaio 2008 dal Presidente Napolitano al termine delle consultazioni per la formazione del Governo, in www.quirinale.it). Fallito l’estremo tentativo del Presidente del Senato Marini, Napolitano decretava lo scioglimento anticipato, a meno di due anni dall’avvio della Legislatura. Oggi, di fronte ad una pronuncia della Consulta che accerta oltre ogni ragionevole dubbio l’illegittimità costituzionale della legge elettorale, che lui stesso chiede di cambiare dal 2008, e, dunque, la pressoché totale assenza del nesso di rappresentanza fra i parlamentari così nominati ed i cittadini, nonostante da mesi la nuova legge elettorale -­‐ definita da lui stesso “imperativa” -­‐ giaccia in Parlamento e sia stata ufficialmente messa in attesa di provvedimenti di riforma costituzionale prioritari per il governo e da lui stesso indicati il 5 dicembre u.s., perché il Pres. Napolitano non ritiene di dover sciogliere le Camere, pur riconoscendo che “il problema è la mancanza di volontà politica” di varare la nuova legge, stessa condizione che si verificò nel 2008, e che lui stesso commentò nel 2010 dicendo che è prerogativa del capo dello Stato
decretare lo scioglimento anticipato delle Camere.

• Come l’allora Senatore a vita Napolitano si espresse in aula e nelle votazioni rispetto alla L. n.
270/2005 e quando ha preso effettiva consapevolezza dei difetti costituzionali della legge
elettorale.

• Se il Pres. Napolitano si sia mai espresso davvero pubblicamente ed inequivocabilmente sui
vizi costituzionali della L. n. 270/2005, perché invece risulta dalla rassegna stampa, che concentrasse le sue critiche sui problemi che la legge creava per la governabilità, invitando a “ribadire il superamento del proporzionale” e che solo il 15 ottobre 2013 facesse dichiarazioni con riferimento specifico ai problemi di costituzionalità, che la Corte aveva già rivelato nel 2008 e nel 2012, come da lui stesso ammesso.

• Se riconosce che con la realizzazione dell’unione monetaria non sia avvenuto proprio ciò che prevedeva nel 1978, ossia una spirale deflattiva, e come mai, invece, oggi sia un convinto difensore della moneta unica.

Si chiede di acquisire altresì la testimonianza del Pres. Napolitano e di tutti i diretti interessati sulla seguente dichiarazione pubblica dell’On. Cirino Pomicino:

"I poteri forti nel 2011 avevano bisogno che nel nostro Paese ci fossero un Parlamento debole e un governo stracciato, in modo da fare entrare un uomo della Goldman Sachs a Palazzo Chigi; fecero dunque cadere il governo Berlusconi e al suo posto fecero arrivare Mario Monti".

"La scelta di Mario Monti come presidente del Consiglio era nell’ordine. Nel novembre 2011 Berlusconi non ebbe più la maggioranza di governo alla Camera dei Deputati. Era così prevedibile, l’arrivo di Monti, che io lo scrissi già nel novembre 2008. Siccome non ho capacità divinatorie, quanto avvenne si spiega soltanto con il fatto che era nell’ordine naturale delle cose".
(Intervista a Sussidiario.net dell’11 febbraio 2014)

nonché della rivelazione del giornalista Alan Friedman, che nel suo libro Ammazziamo il gattopardo (Milano, Rizzoli, 2014) racconta che:

il Senatore Mario Monti incontrò il Presidente Napolitano, nel giugno 2011, ben prima che si palesasse la crisi di governo, apertasi dopo la lettera di Jean Claude Trichet e Mario Draghi del 5 agosto 2011, che portò alle dimissioni di Silvio Berlusconi del 12 novembre 2011, per parlare di un suo possibile intervento alla guida del Paese.
Il Sen. Monti ha confermato quell’incontro, così come i successivi con Romano Prodi e Carlo de Benedetti a Saint Moritz.

A tal proposito, come riportato sempre da Friedman, il Pres. Napolitano, riferendosi ai governi Monti e Letta, avrebbe detto:
“sono stati presentati quasi come inventati per capriccio della persona del Presidente della Repubblica” e che ciò non sarebbe vero “perché non si tratta di nomi diversi da quelli indicati nel corso delle consultazioni con tutti i gruppi politici e parlamentari, come si conviene”.

In particolare si chiede di accertare i seguenti aspetti:

• Come mai il Pres. Napolitano parlasse col Sen. Monti di un possibile impegno per il Paese, se nel giugno 2011 non c’era alcun segno di una crisi di governo, ed ancora nel luglio successivo il
Parlamento varava provvedimenti importanti, come la riforma cd. del processo breve.

• Per quali meriti ha nominato Senatore a vita Mario Monti il 9 novembre 2011, indicandolo come Presidente del Consiglio una settimana dopo.

• Infine, realativamente alla crisi di governo del 2008, occorre verificare, come molti economisti di rilievo fanno notare, che l’ascesa dello spread durante l’estate e l’autunno 2011 fosse stata determinata, non come egli più volte ha sostenuto dalla “sfiducia dell’Europa verso l’Italia”, ma dall’improvviso calo dell’acquisto di titoli di Stato italiani da parte della BCE, che ha cominciato a riacquistarli poco dopo la nomina del governo Monti, determinando, così la diminuzione dell’indicatore, del quale fra l’altro in denuncia si argomenta l’assoluta inutilità nel determinare il benessere dell’economia, se si ha la sovranità monetaria.

I principali politici che Libra chiede d'interrogare:

Roberto Calderoli
Romano Prodi
Silvio Berlusconi
Mario Monti
Enrico Letta
Matteo Renzi
Pierluigi Bersani
Pietro Grasso
Laura Boldrini
Piercarlo Padoan

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