domenica 13 luglio 2014

IL GRANDE FRATELLO IN ITALIA



Cerveteri: sede segreta di "Echelon Italia"


di Gianni Lannes

Quel che sappiamo è una frazione infinitesimale rispetto a tutto ciò che non sappiamo, soprattutto nel belpaese privo di memoria sociale e di anticorpi culturali, già preda di una degenerazione antropologica. Ecco gli intollerabili abusi di potere. Il governo degli Stati Uniti d’America ha varato un'altra misura antiterrorismo che si chiama TIA (Total Information Awareness), cioè «totale conoscenza delle informazioni». È un nome già di per sé inquietante, che sembra preso da un libro di Huxley o di Philip Dick. La TIA è una rete operativa da tre lustri, gestita dal Pentagono, in grado di intercettare, in modo istantaneo, e-mail, movimenti sui conti correnti e acquisti di biglietti di viaggio in tutto il globo. Il sistema si avvale anche dei codici presenti sulla tessera sanitaria di cittadine e cittadini italiani, neonati inclusi e bambini compresi. Non a caso, i codici a barre sono una mera copertura commerciale, brevettata dal Pentagono.

http://www.expresscorp.com/content/express/pdf/IndustrySpecifications/MIL-STD-1189B.pdf 




Per attivare il progetto, il Pentagono ha chiesto al Congresso di far modificare la legge sulla privacy: si tratta di «lacci e lacciuoli» che impedirebbero, nella mente perversa degli strateghi dell'intelligence militare, il pieno controllo sui presunti terroristi. Occorre, insomma, un controllo preventivo. La questione, come ho già dimostrato più volte in passato,comporta ricadute sugli ordinamenti europei e su quello italiano, particolarmente succube - si possono arrestare cittadini senza prove, esattamente come si può fare una guerra senza prove, ma anche spiarli a loro insaputa, senza autorizzazione della magistratura.

Si tratta di pericoli non lontani nel tempo e nello  spazio, bensì attuali, ai quali noi abbiamo il dovere di sottrarre i cittadini del nostro Paese. Infatti a Natale dell’anno 2003 abbiamo ricevuto un regalo piuttosto strano da parte del Governo Berlusconi, senza che la finta opposizione di sinistra fiatasse minimamente. Mi riferisco al decreto-legge 24 dicembre 2003, numero 354. Esso stabilisce che i dati di traffico Internet possano essere conservati per 30 mesi, al fine di accertare o reprimere i reati, prorogabili per ulteriori 30 mesi nel caso di reati di mafia e di terrorismo.

Il solito pasticciaccio all’italiana, intitolato «Disposizioni urgenti per il funzionamento dei tribunali delle acque, nonchè interventi per l'amministrazione della giustizia» è stato emanato da Carlo Azeglio Ciampi (quello che ha avviato la dismissione dei beni italiani) su richiesta e controfirma dell’esecutivo berlusconiano (Berlusconi, Castelli, Pisanu, Mazzella, Stanca, Tremonti).

Con successiva legge di conversione numero 45 del 26 febbraio 2004 i termini sono stati ristretti a 24 mesi prorogabili.

Il Governo aveva promesso che verranno conservate solo le informazioni riguardanti il mittente e il destinatario, la data di invio e simili, ma non i contenuti; eppure, all’epoca il Garante della privacy ha espresso una forte preoccupazione, arrivando addirittura ad ipotizzare la violazione di norme costituzionali che riguardano la segretezza della corrispondenza. Da allora il cosiddetto garante, strapagato con fior di denari pubblici, inspiegabilmente tace. Per la cronaca ignorata dai mass media: nel 2006, a Vicenza è stata inaugurata la sede europea di Eurogendfor: esattamente nella caserma dei carabinieri generale Chinotto. Nel 2007 la gendarmeria europea era operativa addirittura ad Haiti. Eppure la legge di ratifica del Trattato di Velsen è avvenuta - con il voto dell'opposizione - in Italia soltanto nel maggio 2010. I conti non tornano.

Si tratta di una norma inutile, pericolosa, incostituzionale. È una norma inutile perché i terroristi, i mafiosi ed i criminali, in generale, non si scrivono e-mail.Tutti sanno, infatti, che la posta elettronica può non arrivare a destinazione o può facilmente essere intercettata nel percorso dal mittente al destinatario; tutti sanno che, in generale, è facilissimo scoprire se si è visitato un particolare sito Internet o si ha partecipato ad una chat o a un forum.
È una norma pericolosa perché si introduce il principio per cui le comunicazioni via Internet possono essere conservate a prescindere da un provvedimento adottato dalla magistratura. È come se si fotocopiassero tutte le buste delle lettere degli uffici postali, tutti i frontespizi dei fax, tutte le intestazioni dei telegrammi: cosa accadrebbe se tali informazioni finissero nelle mani sbagliate? Soprattutto, perché operare un controllo a tappeto sulle comunicazioni quando sappiamo, invece, che il terrorismo - quello vero - si incarna in piccoli gruppi, che conducono una vita segreta, lontano dalle grandi vie di comunicazione, come Internet?



A parte lo scorazzamento illecito in particolare di CIA e Mossad. Fino al 2003 il Governo United States of America ha utilizzato come terminale operativo di spionaggio nello Stivale, la base di San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi (che oltretutto ha registrato la strage di Ustica, il sequestro dell'Achille Lauro, la strage del traghetto Moby Prince, nonché la strage Nato del Francesco Padre). Nessun governo italiano ha mai chiesto conto agli "alleati", e nessun magistrato è mai stato informato di questa situazione.


Lo Stato tricolore - periferia dell’impero a stelle e strisce - già telecomandato da Washington fin dal 3 settembre 1943 (armistizio corto di Cassibile), con il pretesto di garantire la sicurezza nazionale ha esteso i suoi tentacoli totalitari su tutta la società civile, grazie anche al fatto che l'opinione pubblica non ha alcun peso politico, ma è quasi totalmente eterodiretta. Il campo della nostra mente è stato assottigliato sempre più. Così come il sistema di potere straniero ha ristretto la nostra libertà. Viviamo nel peggiore dei mondi possibili: il grigio è la tonalità dominante, e a poco serve il sole se poi si brancola nel buio. Toc toc: c'è un giudice almeno a Berlino?


riferimenti:



http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/07/il-grande-fratello-in-italia.html#more

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