giovedì 19 giugno 2014

“Pizzomunno e Cristalda”



Il Gargano è la mia “finis terrae”.Luogo di ardue esplorazioni e di grandi scoperte, è innervato di energia cosmica che le sue foreste millenarie,le sue gigantesche falesie,il suo mare smeraldino,le sue brulle brughiere disseminate di fossili di remoti abissi marini,la sua stupefacente flora e sorprendente fauna,i suoi paesi e le sue abbazie, rilasciano al ritmo del loro respiro,in una lenta osmosi. Interporsi in questo scambio,fare da umano filtro a simili correnti significa rigenerarsi e respirare e nutrirsi dello spirito del mondo. Non occorre andare chissà dove. Non occorrono aurore boreali. L’universo ha un suo quartier generale proprio qui.
Il Gargano è anche luogo di miti e leggende.
La più romantica è certamente quella che accomuna Pizzomunno e Cristalda.
Nel mito,prima di diventare la falesia più famosa e fotografata dell’intero promontorio,brulla sentinella che si staglia all’orizzonte sulla spiaggia che si srotola ai piedi di Vieste,Pizzomunno era un pescatore dalla bellezza leggendaria. Le sirene lo adoravano e ne osservavano,furtive e festanti,le quotidiane gesta .Un bel giorno anche Lui cadde in una rete,la più letale di tutte:quella dell’Amore. Una leggiadra fanciulla,Cristalda,ne arpionò il cuore. Per il loro certame amoroso preferivano la fresca battigia. E fu lì,fra le spume ridenti della risacca,che si consumò il dramma. Le sirene,indispettite dall’inaspettato primato dell’umana rivale,afferrarono la fanciulla e la trascinarono sul fondo del mare. Vani furono i tentativi dell’amato di strapparla alla furia delle equoree creature un tempo sue amiche,trasformate dall’invidia e dalla gelosia in nemiche e carnefici.
Ritto sulla sabbia,lo sguardo impotente fisso sull’acqua,impietrito dal dolore,Pizzomunno si trasformò nel bianco e maestoso scoglio che oggi porta il suo nome.
Ancora una volta la leggenda ha ispirato l’arte. L’accertatore di tracce Michele Circiello,interprete e cantore dei segni e dei segnacoli rupestri che popolano il promontorio garganico,ha realizzato una splendida opera,una scultura “sui generis”, che sintetizza e racconta in un’unica,imponente e monumentale realizzazione la vicenda di Pizzomunno e Cristalda.Un monolito di spettacolare bellezza si erge sul lungomare Europa di Vieste,brillante nei colori dei marmi e dei vetri,dei bronzi e della moltitudine di fregi e di decorazioni che ne arrichiscono il profilo. Un blocco bifronte ospita da un lato Pizzomunno,dall’altro Cristalda.Due figure svettanti ed essenziali. Finalmente fuse in un’unica entità,nel marmo dell’eternità,come neppure Amore potè al tempo della loro epopea.
L’arte ha soccorso la leggenda e le ha regalato un lieto fine.
E nelle giornate burrascose,quando il cielo si tinge di grigio,Cristalda si erge come un totem,come un “Moai”,a fronteggiare i marosi e il primo raggio di sole che filtra fra le nuvole nere la irradia vittoriosa sul proprio destino e sulla sorte degli uomini che ne guardano soggiogati lo splendore.
Il Dalai Lama suole annoverare fra le sue massime un monito:recarsi,almeno una volta all’anno,in un posto mai visto prima.
Io vado sul Gargano.Nello scrigno delle sue infinite possibilità so di trovare sempre una nuova combinazione di bellezza e di novità atta a soddisfare la più insaziabile ed esigente sete d’avventura. Sul Gargano,nel regno della solarità,nel cuore della mediterraneità,l’alta marea delle tenebre e del dubbio si ricompone in un placido sciabordìo e a tutti è concesso di guadagnare la riva sulla zattera della speranza. L’anima si placa…la natura guarisce…gli affanni del mondo si risolvono in un’eco lontana.
Rosario Tiso
fonte https://www.facebook.com/rosariotiso?fref=ufi

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