lunedì 31 marzo 2014

Il Monolite!


 Valle San Martino (6)
L’avventura nel Gargano continua.
Là dove Noi residenti del Promontorio, con il nostro vivere quotidiano percorriamo le strade con le macchine e vediamo distrattamente non molto lontano delle valli.
Là troviamo un paesaggio affascinante, testimone di una vita vissuta in tempi non molto lontani dai nostri avi.
Là tra impluvi rocciosi, tra sentieri nascosti, troviamo manufatti unici, che realizzano un’architettura stupefacente, cogliendo l’essenziale.
Un mondo che ci porta lontano dal quotidiano con una natura piena di colori, un misto di profumi, tra i fiori possiamo distinguere diverse afrodisiache orchidee.
In una di queste valli nel percorrere un sentiero solcato nella roccia scorgiamo, innanzi ai nostri occhi increduli, un maestoso MONOLITE.
Lo stupore è grande!   
Penso….siamo in Australia? Siamo in America?
No! Siamo a pochi chilometri da Manfredonia.
Alla sua base troviamo delle cavità utilizzate per il ricovero degli animali, saliti sopra il monolite troviamo manufatti di cui: un sentiero inciso tra pareti di roccia, un ricovero e un pozzo realizzati scavando nella roccia calcarea, muretti a secco che delimitano l’area utilizzata, il tutto ci fa supporre che siamo in presenza di un antico EREMO!
L’ Eremo di Valle San Martino!
Unico nel suo genere, ben conservato, il monolito dona maestosità e bellezza e realizza a mio modo di vedere il più bello di tutti gli eremi insistenti sul Gargano!

Facebook, grazie al social network si ritrovano dopo 43 anni

Questa è la storia di due sorelle che si sono ritrovate grazie a Facebook dopo ben quarantatré anni: uno dei motivi che fa amare questo social network, in grado di mettere in contatto, con pochi semplici passi, pure persone decisamente lontane tra loro. Poco importa se questa lontananza, poi, si riveli essere frutto di congetture e non reale: le due donne, in effetti, erano vicinissime e vivevano l’una a Marghera; l’altra a Murano.
Sabrina Merlo ha compiuto da poco 49 anni. È nata a Marghera, tre anni prima della sorella Manuela, da cui però è stata separata da piccola: «Avevo sei anni e frequentavo un istituto a Venezia», racconta Sabrina, «Manuela invece era stata iscritta in un altro, a Santa Maria di Sala: aveva tre anni. Inspiegabilmente siamo state divise. Non li so i motivi, forse ce ne sono diversi, avevamo altri fratelli e in quegli anni non era raro che fratelli di nascita venissero divisi e affidati ad altre famiglie. C’erano difficoltà a crescere famiglie numerose».

Il rimpianto per non averci provato prima


Dal momento della separazione sono passati ben quarantatré anni, ma la maggiore non ha mai smesso di cercare la sorella, ed è per questo che con l’arrivo di Facebook ha deciso di sfruttare la massimo i vantaggi del social network: iscrizione, profilo, post in bacheca - “Cerco mia sorella” -, infine condivisione forsennata degli e con gli amici, fino alla formazione di un gruppo di ricerca che fortunatamente entra i contatto con un’amica della sorella.
“Vorrei tornare bambina - queste, le parole di Sabrina - viaggiare indietro nel tempo, quando eravamo piccole e rivivere tutta la vita, stavolta insieme. Quanto tempo sprecato. Se ci penso mi si rivolta lo stomaco per non averci provato prima”.
Una brutta storia con un bel finale, grazie a Facebook: come al solito, il valore della tecnologia dipende dall’uso che se ne fa.
fonte http://www.downloadblog.it/

domenica 30 marzo 2014

DAUNIA: IL VENTO DI PRIMAVERA!


foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)




 di Gianni Lannes

Parola di Federico II di Svevia: «Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui».

Il Puer Apuliae si è spento otto secoli fa su un’altura, a Castelfiorentino, proprio nell’antica Daunia. Oggi se avesse incontrato il governatore locale, come minimo lo avrebbe sicuramente preso a pedate nel fondoschiena, per i danni ambientali che sta infliggendo a questa terra.

la Daunia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Baciata dalla Natura, benedetta dalla storia, massacrata dagli ingordi del XXI secolo, per mera sete di profitto e stupidità. Già, la banalità del male di vecchia memoria.

Adesso vi racconto una storia oscura. Negli anni ’80 nel corso dello scandalo internazionale delle navi dei veleni, la popolazione di Manfredonia, stanca di essere intossicata, piegata, umiliata, insorse in massa contro il pericoloso e nocivo petrolchimico Anic-Enichem, oggetto di numerosi incidenti (il più grave all'arsenico andò in onda il 26 settembre 1976) e di avvelenamento quotidiano dell’aria, del suolo, del sottosuolo e del mare. Una fabbrica impiantata con violenza dallo Stato italiano, in un contesto dedito alla pesca, all'agricoltura e alla pastorizia. Per una volta tanto prevalsero le sacrosante ragioni della gente comune. Ma fu una vittoria effimera, di corto respiro.

Negli anni ’90 Romano Prodi sfornò per conto terzi i contratti d’area e sbucò dal nulla un progetto della ditta Marcegaglia dalla provincia di Mantova, per piazzare una centrale a biomasse nel sito industriale sipontino. La gente comune insorse una seconda volta. E non se ne fece nulla. Ma il clan Marcegaglia non demorse e tornò alla carica con un’altra localizzazione a metà strada tra Manfredonia e San Giovanni Rotondo. La società a responsabilità limitata ETA, intascò i soldi e i benefici del contratto d’area (secondo protocollo). Ancora il 20 giugno 2004 a presiedere il consiglio d’amministrazione della ditta Marcegaglia figurava un certo Antonio Paride De Masi (da Casarano), ben noto a Vendola. Anche questa volta, tuttavia, su pressione dei cittadini il consiglio comunale fu costretto a bocciare il deleterio progetto. 

Così maturò la perversa idea di piazzare questa fabbrica di morte lontano dagli occhi della polazione sipontina: ai confini amministrativi, con Foggia e Cerignola, in località Feudo della Paglia, nel cuore del Tavoliere agricolo, che vanta pregiate produzioni di madre Terra. 

Antonio Marcegaglia forse non ci pensò due volte: nel 2002 indirizzò una lettera al sindaco Paolo Campo (di sinistra) spiegandogli le direttive affaristiche. E così gli amici degli amici (Edilmag) acquistarono per tempo, a poco prezzo i terreni. E poi, al momento opportuno nel 2004 li rivendettero ai Marcegaglia. L’area era tipizzata dal Prg come agricola (E 7). Non era un problema. Nel 2003 ci pensarono l’assessore regionale Santaniello (Forza Italia) e Raffaele Fitto, grazie all’accordo di programma. Il pretesto era nobile assai, almeno per legge: il lavoro, ancora invisibile. 

Nel 2005 atterrò l’ecologista di facciata Nicola Vendola. E il progetto dei Marcegaglia diventò un inceneritore di rifiuti da 61 megawatt, non più una centrale a biomasse da 14 megawatt. Sotto il regno di Nichi, l’affarone invece di essere arrestato definitivamente fu avallato con il nome ridicolo - dal punto di vista tecnico - di "termovalorizzatore". I Dauni furono beffati una seconda volta, senza ottenere alcun  beneficio, se non inquinamento certificato a norma di legge. E' notorio, basta esaminare o semplicemente leggere la letteratura scientifica: gli inceneritori producono inquinamento per un raggio di decine di chilometri. Vale a dire: cancro, malattie, menomazioni, danni alle colture agricole e alla vegetazione. Ai bambini attaccano la leucemia. Gli inceneritori (antiecologici, energivori e diseconomici), tra l'altro, consumano acqua per funzionare. Dove la prendono se scarseggia, e ai contadini è vietato aprire nuovi pozzi? La Puglia è una delle cinque regioni italiane a rischio desertificazione.Per chi non ha scrupoli questo è solo un dettaglio. Nel 2012 feci convocare diannzi ad un amico prete della Caritas il sindaco di Cerignola (comune limitrofo e confinante con manfredonia), Antonio Giannatempo (di professione medico), del centro-destra. Ne parlammo a lungo, esaminò le carte che inchiodavano il malaffare ma si tirò indietro e non sporse alcuna denuncia. Ecco i fatti in telegrafica sintesi.

La Puglia non ha bisogno di produrre ulteriore energia: vanta già un surplus del 90 cento. Quanto al lavoro, non deve arrecare pregiudizio alla vita. E i rifiuti? Differenziata con incentivi economici, bonifica delle discariche, risanamento produttivo. Basta porcate politiche sulla pelle della popolazione per far arricchire i farabutti di turno.

Alla fine il reato più grave diventa quello di chi racconta certe cose, anziché di chi le fa. La colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti.
  
Bene, c’è la possibilità adesso, avendo esperito tutte le forme pacifiche e nonviolente di protesta di arrestare per sempre questa fabbrica della morte che sputerà veleni cancerogeni. Abbiamo il dovere di preservare la vita e di proteggere questa terra che ci ha generato, dove sono sepolti i nostri avi.  

Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno per potersi svegliare al mattino e guardare serenamente negli occhi i propri figli, senza dover abbassare lo sguardo per la vergogna.

 
 foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

E’ stata approntata una denuncia contro i responsabili di questo crimine. Entro il 10 aprile saranno raccolte le adesioni scritte da apporre in calce. Il dossier sarà presentato allla Procura della Repubblica di Foggia ed inviato a Bruxelles. Chi vuole firmare l'esposto può scrivere al seguente indirizzo e contattare i miei collaboratori:

sulatestaitalia@libero.it

Mai arrendersi prima di combattere e darsi per vinti; esiste sempre una zona Cesarini. La Daunia non è una colonia: qui nessuno ha l'anello al naso. Coraggio, non tutto è perduto; al bando la rassegnazione e il fatalismo. Su la testa!

Per dirla con Giovanni Falcone:

“Ognuno deve fare la sua parte, piccola o grande che sia”. 




http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/

Moroso per 3 euro: sfrattato


Lugo Lugo
RAVENNA - Sfrattato per una morosità di 3 euro: è accaduto a un artigiano edile di Lugo, in provincia di Ravenna. L'uomo è sposato con due figli: in crisi economica per problemi con il lavoro, da ottobre a gennaio scorsi non è riuscito a pagare l'affitto dell'appartamento in cui la sua famiglia vive da qualche tempo. Dopo l'intimazione da parte del padrone di casa, l'uomo è riuscito a racimolare la somma dovuta, 1.938 euro: ai primi di febbraio è andato in banca con i soldi per fare il bonifico, senza pensare o senza rendersi conto che l'istituto di credito avrebbe trattenuto 3 euro come spese di commissione. La cifra arrivata nel conto corrente del proprietario di casa, quindi, è stata di 1.935 euro. Tre euro in meno rispetto alla cifra di cui l'affittuario era a debito: tre euro mancanti che hanno convinto il giudice onorario del tribunale ravennate a convalidare lo sfratto. Data di esecuzione: 20 aprile, proprio il giorno di Pasqua. (fonte: Ansa)

LUCANIA SEGRETA: SUPERMERCATO ATOMICO E DISCARICA NUCLEARE DELLO STATO ITALIANO

foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



di Gianni Lannes


Nel cuore della Magna Grecia: l'altura è denominata Trisaia in agro di Rotondella, ad un soffio dal Mar Jonio. Qui in provincia di Matera, dagli anni '60 lo Stato italiano, grazie all'onorevole Colombo (già ministro democristiano) ha realizzato senza alcuna precauzione e sicurezza il primo cimitero nucleare, ovviamente segreto. 

Come ha stabilito inequivocabilmente un processo penale al Tribunale di Matera istruito a metà degli anni '90 dal giudice Nicola Maria Pace, con condanna di un funzionario dell'Enea passata in giudicato, si sono registrati diversi incidenti nucleari. E non è stata mai avvertita neanche la prefettura.

La vicenda è ancora tutta da scrivere. Regia del Sismi: nello Jonio, soprattutto nel Golfo di Taranto (in ragione della profondità dei fondali e dell'assenza di controlli), sono state affondate carrette imbottite di spazzattura micidiale, container di scorie e bidoni radioattivi. Proprio in loco si incrociano nell'ordine: una pista investigativa sulla strage di Ustica, le rotte nazionali e internazionali dei rifiuti pericolosi, l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Dal 2003 al 2005 ho realizzato una serie di inchieste pubblicate dai settimanali L'Espresso, Famiglia Cristiana, D La Repubblica delle donne. Ora, finalmente, ho trovato il bandolo della matassa.


Ebbene, c'è di più, anzi di peggio. Un inquinamento nucleare del territorio a confine di altre due regioni - Puglia e Calabria - pianificato da funzionari e tecnici dello Stato, realizzato effettivamente. Da allora ad oggi si pagano le conseguenze in termini fatali di perdita di salute. Ovviamente lo Stato e i governi si sono ben guardati dal valutare mediante indagini epidemiologiche, i deleteri effetti sanitari sulla popolazione e i danni ambientali.

Altro che torio, a parte la vendita all'estero di tecnologia nucleare che ha provocato in forma di ritorsione preventiva  la strage di Ustica. Le società Combustibili Nucleari (Eni) e BNFL (inglese) vi dicono niente? 



Ecco alcuni documenti sepolti nei cassetti istituzionali che certificano la disseminazione in mare, e nell'aria di radionuclidi che provocano malattie e morte nell'ignara popolazione. Plutonio 239 (emivita 24 mila anni), Cesio 137 (emivita 30,17 anni), Stronzio 90 (emivita 28,8 anni)sono cancerogeni e mutageni. Quali sono gli effetti di questo crimine deliberato sulla popolazione e sull'ecosistema naturale? 

foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 
foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Post scriptum

Le denunce di Angelo Chimenti, morto prematuramente. Avevo conosciuto Angelo prima degli eventi di Scanzano Jonico, quando a novembre dell'anno 2003, il governo Berlusconi e il generale Carlo Jean (capo della Sogin) si erano incaponiti nel voler realizzare a tutti i costi in riva allo Jonio, il deposito unico delle scorie nucleari tricolori. Pochi sapevano che già dagli anni '60 lo Stato aveva abusato di questa terra e di questo mare, consentendo che la popolazione di ben tre regioni venisse contaminata dalle radiazioni. Condotte colabrodo di scarico a mare di liquidi radioattivi e campi di fragole: Ulderico Pesce dopo aver parlato a lungo con Angelo scrisse lo spettacolo "Storie di Scorie" e lo portò in scena in gran parte d'Italia..






LE “ECOBALLE” DI FITTO, VENDOLA E MARCEGAGLIA: TRUFFA ALLO STATO E ALL’UNIONE EUROPEA, PERICOLO SANITARIO, DANNO AMBIENTALE, ASSOCIAZIONE A DELINQUERE





di Gianni Lannes

  

In Italia i rifiuti si riciclano soltanto in politica? Il sottosviluppo programmato a tavolino. Invece di procedere concretamente con la raccolta differenziata dei rifiuti e modificare i cicli di produzione industriale, prima hanno disseminato il territorio di discariche, poi hanno puntato sul business degli inceneritori camuffati (con ingenti elargizioni di soldoni pubblici), responsabili della produzione di veleni, in particolare: diossine cancerogene, furani, esaclorobenzene, nanoparticelle, eccetera. 









Tre i pretesti usati dai Marcegaglia - agevolati dalle istituzioni - per aggirare le normative regionali, nazionali e comunitarie: produzione di energia, lavoro, eliminazione di rifiuti. Tutte balle a buon mercato. La Puglia vanta - statistiche ufficiali alla mano - un surplus energetico del 90 per cento. Anzi, da mezzo secolo, è in atto nella Daunia una rapina di gas dal sottosuolo. Gli ultimi arrivati, già autorizzati dalla giunta Vendola ad esplorare il sottosuolo, sono i canadesi della Cygam. Quanto alla disoccupazione in loco dal 2003 è aumentata vertiginosamente, e poi hanno usato gli appalti e i subappalti per beneficare ditte fuori regione. I rifiuti? Anch'essi cresciuti a livelli considerevoli, perché i rappresentanti amministrativi (incapaci o ladri) hanno pensato esclusivamente agli affari loro; eppure in materia il Decreto del presidente della Repubblica numero 915, risale al 1982. E così le ecomafie ne hanno approfittato, seppellendo scorie in mezza regione sotto gli occhi dei dirigenti delle forze dell'ordine.



L'esempio più eclatante di questa serie impunita di illegalità è la fabbrica di ecoballe annessa all’inceneritore Eta (gruppo Marcegaglia). Non a caso, dopo sei anni dalla consegna dei lavori non è ancora in funzione. Ed è finita pure sott’acqua. Meno male. Però, va registrato un gigantesco sperpero di denaro pubblico. Opera fatta passare da politicanti e funzionari della stessa Regione, per pubblica ma con interessi privatissimi del gruppo Marcegaglia. Costo ufficiale: 9 milioni e 252 mila euro. Beneficiati: l’associazione temporanea di imprese Cogeam e Tradeco. Vale a dire: Marcegaglia e Columella - due straordinarie conoscenze di Nichi Vendola - con le mani in pasta nei rifiuti in gran parte della Puglia, grazie sempre al generoso Nichi. L’operazione “affaristica” era stata approvata con tanto di decreto (numero 37) del Commissario Delegato alla cosiddetta “emergenza rifiuti”, tale Nicola Vendola, vale a dire Nichi lo stesso Vendola, già governatore della regione (al suo secondo mandato) dall’anno 2005. 




Fabbrica di ecoballe (cdr) ed inceneritore di rifiuti, oltre che confinanti sono interconnessi, perchè condensano un affare trasversale (sponsorizzato dalla casta parassitaria dei politicanti) calato in una pregiata area agricola (tipizzata dal prg come "E 7"). Il succo dell'imbroglio: nel 2003 nell'accordo di programma tra Regione e comune di Manfredonia, il progetto viene approvato - con il pretesto di assicurare lavoro ai disoccupati - per una centrale a biomasse della potenza di 14 megawatt. Il 13 luglio 2005 (lettera dell' amministratore delegato Eta Spa, Roberto Garavaglia al sindaco di Manfredonia, l'impianto passa a ben 61 megawatt e viene definito "termovalorizzatore" (un ignobile eufemismo). 




FABBRICA ECOBALLE - FOTO GIANNI LANNES (tutti i diritti riservati)
 FABBRICA ECOBALLE - FOTO GIANNI LANNES (tutti i diritti riservati)



Va subito precisato, che attualmente, i numeri ufficiali parlano chiaro: la provincia di Foggia - come beninteso tutte al altre province e l’intera regione - è al di sotto dei livelli minimi stabiliti dalla legge sulla raccolta differenziata di rsu. E non certo per volontà divina, anche se i vescovi locali che a parole parlano di "difesa della vita", in questo caso osservano un assordante silenzio.



 FABBRICA ECOBALLE E INCENERITORE DI RIFIUTI - FOTO GIANNI LANNES (TUTTI I DIRITTI RISERVATI)




  FABBRICA ECOBALLE - FOTO GIANNI LANNES (tutti i diritti riservati)
  INCENERITORE DI RIFIUTI - FOTO GIANNI LANNES (TUTTI I DIRITTI RISERVATI)

Allora, come si fabbrica il cdr? Va anche evidenziato che l’inceneritore, chiamato impropriamente dall’ecologista Vendola “addirittura “termovalorizzatore”, è stato passare progettualmente - frodando lo Stato e l’Unione europea - per una piccola centrale a biomasse, così giusto per usufruire nel 1999 - in base al Contratto  d’area di Manfredonia (secondo protocollo) inventato da Romano Prodi per foraggiare le imprese a depredare ulteriormente il Sud (vedi anche Crotone) - di un finanziamento pubblico di ben 40 miliardi e 300 milioni di lirette. 

Aggiungi didascalia


All’epoca, l’Eta srl (successivamente Spa), ossia Marcegaglia non era neanche proprietaria dei suoli: infatti sono stati acquistati solo in seguito dall’Edilmag del costruttore edile Rotice, che precedentemente aveva rilevato quei terreni dai contadini a poco prezzo. I preliminari di vendita e gli atti di compravendita rogati dal notaio Rizzo Corallo di Manfredonia documentano tutti questi sincronizzati passaggi di proprietà. Regista a livello locale, l’allora sindaco Paolo Campo, esponente attuale del Pd, che nel 2002 ricevette una lettera firmata da Antonio Marcegaglia, una sorta di decalogo che spiegava al “primo cittadino” cosa fare. 


 Paolo Campo, ex sindaco di Mafredonia (esponente locale del Pd)


Vendola & Fitto



Addirittura in tempi più recenti il prefetto di Foggia, Antonio Nunziante, poi trasferito a Potenza, aveva certificato in audizione alla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, “ che era tutto a posto ma che c’era solo un giornalista rompiscatole a dar fastidio, vale dire a Gianni Lannes”: è riportato testualmente in un verbale istituzionale, oggetto anche di un interrogazione parlamentare a cui il governo Berlusconi e poi Monti non hanno mai dato risposta, nonostante 8 solleciti. In compenso senza alcuna motivazione plausibile, mi è stata revocata la scorta della Polizia di Stato, concessa dal ministero dell'Interno a fronte di alcuni attentati subiti.












Ce n’è abbastanza per mandare sotto processo per falso, abuso, omissioni, associazione a delinquere, truffa, ed altri eventuali reati penali che l'autorità giudiziaria vorrà ravvisare, giunte regionali attuali e passate, l’ex presidente Raffaele Fitto che ha sbloccato l’iter ammantandolo di una parvenza di legalità e, poi, Vendola che ha avvallato l’affare in barba alla legge e al diritto alla salute di 700 mila residenti.

Il prossimo 11 aprile verrà depositata una documentata denuncia penale con numerosi allegati probanti, nei confronti di chi ha violato la legge, ha attentato alla salute e alla vita di 700 mila persone, nonché all'economia agricola turistica dell'antica e nobile Daunia. Copia dell'esposto sarà inoltrata a Bruxelles e resa di dominio pubblico subito dopo Pasqua. Gli spacciatori di morte finanziati con soldoni dell'ignaro contribuente già cantavano vittoria, ma questa volta hanno perso per sempre contro il bene comune.


                                                                 Post scriptum: 2009 e 2011

Comunicato stampa 1: «CDR. Lunedì 16 Losappio all’impianto di Manfredonia. L’Assessore Regionale all’Ecologia, Michele Losappio, effettuerà un sopralluogo presso il nuovo impianto di produzione di CDR che servirà l’intera capitanata. L’impianto, volto a trasformare la parte secca degli RSU in ecoballe di CDR da termovalorizzare, utilizzerà il materiale di tutta la provincia di Foggia e si inserisce nel ciclo integrato dei rifiuti che in Capitanata si concluderà entro quest’anno sostituendo le vecchie discariche. Il sopralluogo avverrà alle ore 12 di lunedì 16 febbraio, presso il cantiere dell’impianto di Manfredonia, in Località Paglia (strada prov.le 80 direzione Manfredonia – vicinanze Borgo Tressanti)». 

Ndr: L’impianto a Deliceto è dei fratelli Bonassisa, già arrestati dai carabinieri il 4 giugno 2008 per aver occultato ben 510 mila tonnellate di rifiuti pericolosi nel fiume Cervaro. E successivamente riarrestati (ai domiciliari dalla Guardia di Finanza) per la famigerata vicenda di una discarica ad Orta Nova (società Agecos).
Comunicato stampa 2: «Giovedì 16 aprile, alle ore 12, l’Assessore Regionale all’Ecologia inaugurerà l’impianto complesso di smaltimento dei rifiuti di Deliceto. Si tratta di uno dei nuovi impianti del ciclo integrato dei rifiuti, composta da linea di biostabilizzazione e di compostaggio e da discarica di servizio. La parte secca del rifiuto verrà portata all’impianto, anch’esso pronto, di Manfredonia per essere trasformata in balle di combustibile da rifiuto (CDR): Con l’Assessore Losappio saranno presenti il Presidente dell’ATO e Sindaco di Deliceto e l’Assessore Provinciale all’Ambiente. Alle ore 9,30, invece, l’Assessore interverrà al convegno sullo smaltimento dei rifiuti che si terrà presso il Municipio di Cerignola».

BARI 26/10/2011 12:30:00 di comunicato stampa

«Impianto per CDR in Capitanata: Losappio interroga Nicastro. Il presidente del Gruppo Sel, Michele Losappio ha indirizzato all’assessore alla Qualità  dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro un’interrogazione a risposta scritta in merito ad un impianto di produzione CDR ricadente nel territorio del Comune di Manfredonia. “Nel febbraio 2004 il Presidente della Regione pro tempore (Raffaele Fitto, ndr) in qualità di Commissario per l’emergenza ambientale” - si legge nella premessa dell’interrogazione - ha indetto una gara pubblica per l’affidamento del servizio di gestione del sistema impiantistico per il recupero energetico dei rifiuti urbani a servizio dell’intera provincia di Foggia, sistema costituito da un impianto di produzione CDR destinato a ricevere la parte secca degli RSU della capitanata per trasformarla in CDR e contribuire così - a ridurre drasticamente il trasferimento nelle discariche degli RSU e il riempimento delle stesse puntando dunque alla chiusura delle discariche per l’indifferenziato”. “Dalla rassegna stampa e dalle immagini televisive - relative alle visite-ispezioni effettuate risalenti alla primavera del 2009, emerge - sostiene Losappio - che l’impianto sia costruito e pronto per i collaudi e per entrare in funzione in modo da portare il meritato sollievo al servizio di smaltimento degli RSU della Capitanata”. Il capogruppo Sel chiede, quindi, all’assessore Nicastro “se nel lasso temporale di questi ultimi due anni l’impianto sia stato sottoposto a collaudo e quale ne sia l’esito e quali sono i motivi ostativi alla sua entrata in funzione, circostanza che determina il trasferimento di tutti gli RSU nei siti di discarica”. Losappio chiede infine “quali previsioni e impegni l’Assessorato e il Commissariato intendono assumere per garantire il rapido funzionamento dell’impianto e l’allineamento della provincia di Foggia al resto della Puglia”».








approfondimenti: 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=MARCEGAGLIA 

 http://www.centraledimanfredonia.it/pdf/ETA.Provv.AIA.n.437-2010.pdf

http://www.sanmarcoinlamis.eu/notizie/ambiente-e-sicurezza/1494-inceneritore-di-rifiuti-marcegaglia-lannes-incalza-e-vendola-fugge


Paride de Masi: 

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/14/distretto-energia-rinnovabile-paride-de-masi-presidente.html

 

 http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/