lunedì 20 gennaio 2014

Legge elettorale e riforme: Renzi svela le carte

Legge elettorale e riforme: Renzi svela le carte
Se ne discuteva da anni ma non si era mai riusciti ad ottenere un risultato concreto. Oggi invece Matteo Renzi ha finalmente presentato alla Direzione del Pd la sua proposta di legge elettorale che da lunedì prossimo potrà quindi iniziare l’iter attraverso il quale diventerà legge.
Il due gennaio, il neo-eletto segretario del Pd aveva proposto tre differenti modelli di legge elettorale (spagnolo, mattarellum corretto e sistema elettorale dei sindaci) e oggi, dopo quasi tre settimane di consultazioni e incontri, anche non graditi, con i leader dei vari partiti di maggioranza e opposizione, si è arrivati ad una proposta definitiva che il Pd porterà in aula.
Iniziata la Direzione, il segretario è entrato subito nel merito dei temi che hanno catalizzato l’attenzione di tutto il Paese.
“Le regole del gioco servono per recuperare la dignità perduta. In questi anni il parlamento si è più volte pronunciato sulla necessità di modificare le regole del gioco come presupposto per arrivare ad altre tappe (vedi riforme costituzionali) e puntualmente ha perso la propria occasione”.
Il risultato delle primarie ha però imposto un’accelerazione. Quello che viene quindi  proposto è un accordo finito che la direzione dovrà votare e trasferire quindi ai gruppi parlamentari come tale: è un accordo finito e non un punto di partenza. Proprio per questo cambiare anche solo un tassello della legge elettorale comporterebbe il venir meno di tutta l’intesa.
Ecco quindi i temi su cui Forza Italia ha dichiarato la sua piena disponibilità:
Entro il 15 febbraio si chiude il pacchetto della proposta per la trasformazione Senato e la fine del bicameralismo perfetto con un disegno di riforma costituzionale. Con le prossime elezioni non si voterà più per il Senato.
Riforma del titolo V: un punto certo sarà l’eliminazione della materia concorrente tra Stato e Regioni. Quindi l’affidamento della promozione turistica allo Stato centrale. E infine un provvedimento che esula dalla materia costituzionale: i consiglieri regionali dovranno guadagnare come il sindaco del capoluogo della rispettiva regione.
Infine la legge elettorale:
Premio di maggioranza che porti dal 53% al 55% i seggi nel caso un partito o una coalizione ottenga almeno il 35% dei voti.  Un premio di maggioranza che potrà quindi raggiungere massimo il 18%.
Se nessun partito o coalizione raggiungesse al 35% dei voti è prevista la possibilità di una ballottaggio non tra due candidati premier ma bensì tra due coalizioni: chi vince quella sfida arriva al 53% dei seggi. I restanti seggi vengono distribuiti in modo proporzionale.
Previste soglie di sbarramento del 5% per chi si coalizza, 8% per chi corre da solo e  12% per le coalizioni.
Tema preferenze. La proposta di legge non le prevede. Sono invece previste liste corte, con quattro nomi indicati accanto al simbolo del partito in modo che l’elettore sappia chi stia votando. Infine, per quanto riguarda il Pd, confermate le primarie e previsto un vincolo assoluto della rappresentanza di genere.
Sono infine previste clausole di salvaguardia per permettere anche il voto per il Senato nel caso questo non venisse abolito in tempo.
Per quanto riguardo invece l’incontro avuto Berlusconi, il segretario si chiede ironicamente se invece di confrontarsi con il leader di Forza Italia,  avrebbe dovuto parlare con Dudù. “Se io condivido le mie idee con qualcun altro non intendo cambiare le mie idee solo perché Berlusconi è d’accordo con me. Sarebbe un segno di subalternità”.
Vedremo quindi cosa succederà nei prossimi giorni: il bello deve ancora venire.
http://www.report360.it/legge-elettorale-e-riforme-renzi-svela-le-carte/

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