domenica 15 marzo 2020

ORA CAPITE COSA SUCCEDE A ESSERE SCHIAVI DI CHI PENSA SOLO ALLA FINANZA INTERNAZIONALE? - Malvezzi



Negli ultimi 10 anni tutti i #governi che si sono susseguiti hanno sistematicamente tagliato #fondi alla #sanità. Con questa follia della legge di #bilancio che deve essere in #pareggio stiamo distruggendo l'#economia e oggi ci stiamo accorgendo anche di un'altra cosa: abbiamo distrutto anche la possibilità di gestire situazioni come questa. E' stata colpita prevalentemente la regione che non è soltanto motore italiano dell'economia, ma è anche l'eccellenza sanitaria italiana. E in questa situazione dopo poche settimane il sistema è in crisi anche lì, in #Lombardia. Quello che mi fa pensare, in questa situazione, è che ancora c'è gente che pensa che sia giusto il taglio della #spesa pubblica, il taglio della sanità, il taglio delle #pensioni e il taglio dei #servizi. Per quale motivo? Perché a noi interessa fare un pareggio di bilancio che serve solo a dare #interessi #speculativi non dovuti a un sistema di #banchieri privati. Bisogna avere il coraggio di dire che il taglio fatto per regole di bilancio è una scemenza, una cretineria. Andatelo a dire ai #neoliberisti, a quelli che da 20 anni rompono i cog**oni con il #debito pubblico, il taglio della spesa pubblica e la spesa pubblica #improduttiva. E quando sarà finita l'emergenza ricordatevi di che cosa vuol dire fare tagli alla sanità per il pareggio di bilancio. Bisogna avere una visione di #statista, a dieci o venti anni, non ragionare per le logiche #elettorali a due anni. Certo, che se si è invece schiavi e servi di un'#UnioneEuropea dove non comanda più la #politica ma il #sistemafinanziario internazionale, servi di un mondo #capitalistico in cui tutto gira intorno alle #borse e alla #finanza, è chiaro che poi queste cose succedono.
fonte Radio Radio TV

mercoledì 11 marzo 2020

UNA MATTINA MI SONO SVEGLIATO E HO TROVATO…. IL CARRO ARMATO



di Marco Della Luna
Se a sospenderti il diritto di spostamento, di riunione e quello di votare, schierando l’esercito con i carri armati nelle strade per intimidire i cittadini, è una partitocrazia che prospera da sempre mangiando sui cittadini e servendo speculatori stranieri, allora è improbabile che questi politici ti restituiscano quei diritti, una volta passata la crisi, perché gli fa comodo per i loro affari tenerti sotto legge marziale.
Renderanno permanenti queste imposizioni, come hanno reso permanenti le accise per il finanziamento della guerra di Etiopia e per la crisi di Suez del 1956, e forse lo chiameranno solidarietà nazionale.
Se questa classe politica non vieta nemmeno le vendite allo scoperto in borsa alla vigilia di un crollo che poi in effetti c’è stato, allora è dimostrato che è in mala fede, che lavora per interessi speculativi, per far passare di mano le industrie strategiche.
 Se poi va a firmare il potenziamento del MES, e se la Banca Centrale Europea non garantisce subito l’acquisto di tutto il debito pubblico necessario per tenere prossimo allo zero lo spread, impedire la speculazione ed evitare il crollo economico, allora è comprovato che si tratta di una operazione di terrorismo finalizzata a ingabbiare il paese per depredarlo.
Se i dati numerici dell’Istituto Superiore di Sanità sono veritieri (https://youtu.be/tA1z5ah9w7s), allora abbiamo 10000 contagi accertati con un tasso di mortalità del 3,5%, ossia 350 morti col (non ‘di’) Covid19 contro la media annuale di 10000 morti coi virus stagionali, numero che non giustifica il blocco del Paese, e allora tutto è un pretesto per realizzare i due punti precedenti.
Se non sono falsi quei dati numerici, e se quindi sono inattendibili le voci trapelante da alcuni ospedali secondo cui i reparti sarebbero pieni di giovani con la polmonite acuta, allora la mortalità di questo virus si concentra quasi interamente sopra gli 80 anni, diminuisce di pochi mesi la aspettativa di vita dei soggetti colpiti, e praticamente non interessa i soggetti non anziani e non già gravemente ammalati di altro.
Se poi è vero, come da documenti ufficiali circolanti nel web, che il virus è prodotto in laboratorio, che è brevettato e presenta caratteristiche di combinazione genetica realizzabili solo in modo artificiale, allora le cose stanno ancora peggio di quanto ho scritto sopra, allora è una prova generale per sottomettere la gente nel quadro dell’attuale lotta di classe tecnologica.
Posto di Blocco
Se è così, allora è meglio centomila morti, un milione di morti, ma non di virus bensì di Resistenza e lotta per la libertà, piuttosto che sottostare.
Se però siete italiani, dimenticate l’ultima proposizione e considerate invece che ormai vi hanno tolto anche la usuale via di fuga dell’emigrazione, perché adesso gli altri paesi vi respingono come appestati: siete in un campo di concentramento, dove riceverete il premio della vostra inveterata e invertebrata codardia.
Fonte: Marco Della Luna

MES: IL CAVALLO DI TROIA CHE METTE IN QUARANTENA GLI STATI DA MANDARE IN DEFAULT - Nino Galloni




L'economista Nino Galloni, raggiunto da Byoblu nella sua abitazione romana, sui danni all'economia derivanti dalla chiusura del Paese, e su quelli ancora più grandi che causerà l'approvazione della riforma del MES. La democrazia si ferma qui: "il Mes", per Nino Galloni, "è il cavallo di troia che mette in quarantena gli stati da mandare in default".

fonte byoblu

lunedì 9 marzo 2020

Putin-Erdogan, ovvero il detective e Hannibal Lecter ---- ZANOTELLI, BERGOGLIO, ERDOGAN, SOROS, AMNESTY, UNHCR : “TERRORISTI? LASCIATELI CANTARE, LASCIATELI PASSARE… SONO EMIGRANTI VERI”




Ragazzi, è lungo, ma stavolta vale la pena. Qui non parlo solo io. Ci sono cose che i media – e i preti - vi nascondono, o deformano.

Erdogan è un Fratello Musulmano e la sua politica nei confronti della Siria e degli arabi laici è determinata da questa ideologia che usa la violenza, la religione e il terrorismo per allargare il proprio potere. I Fratelli musulmani non possiedono etica, né politica, né sociale, né religiosa. Quanto all’Europa, per noi non ha niente da dire, dato che il suo padrone sono gli Stati Uniti. In ogni caso, la Siria non si fermerà finchè non avrà liberato l’ultima zolla della propria terra (Bashar el Assad, presidente della Repubblica Araba Siriana, marzo 2020)
E’ fatta. Assistiamo e subiamo: la globalizzazione alla stretta finale. Prove generali di guerra con l’esercitazione “Defender” che vede tutto il potenziale USA-Nato invadere l’Europa e simulare l’assalto alla Russia dalle colonie baltiche a quelle balcaniche. Prove generali di Stati di Polizia in Italia con la paralisi della società, l’isolamento dei cittadini, la sospensione della vita mediante stato d’assedio.

Volevo scrivere anch’io qualcosina di originale sul virus. Ma ogni volta mi capita la tegola di un’altra urgenza, di quelle che non si possono dribblare perché indignano troppo, che vanno oltre la misura del virus, già colmata dalla morta gora di mistificazioni nella quale siamo immersi  dei dannati danteschi nel ghiaccio della Giudecca. Misura già colmata? Magari. Hai voglia ancora a sfruttarlo in termini biopolitici, geopolitici e sociali!. Per adesso, sull’Operazione Virus, ci accontentiamo di questa vignetta assolutamente geniale che colpisce il nocciolo del bubbone.


Perché il “manifesto”? Perché i travestiti ti fregano.
E’ senza paralleli l’odio di quel “quotidiano (anti)comunista”, violentemente impegnato in tutte le campagne scaturite dalla “palude dei caimani”, come Chomsky definisce il regime USA, sotterraneo, ma che comanda. Odio che trasuda da ordini di servizio, ma è nutrito dal complesso di colpa. Colpa originata da mezzo secolo di veleno zuccherato, a netto sbugiardamento della testatina in prima, piovuto dall’alto, propinato ai propri lettori e che si traduce in transfert classici da schizofrenico. Giornale bipolare per cui i resistenti all’odio globale, oggi espresso nella persecuzione dei fuorusciti dal pensiero unico, sanamente incazzati per le incessanti vessazioni e ruberie dei dominanti, sarebbero i veri “odiatori”.

Vertice a Mosca: ennesimo male minore?



Putin ed Erdogan si sono incontrati e ne è venuto fuori il solito pastrocchio ambivalente che rimanda ancora una volta la soluzione al 31 febbraio. La Siria mantiene il controllo sulle aree di Idlib liberate da una grandiosa offensiva delle sue truppe e milizie popolari. Ma il resto rimane in mano ai terroristi, saldamente protetti dal secondo esercito della Nato. Sulle due grandi vie di comunicazione siriane M4 e M5, si applica una zona di sicurezza di 6 km pattugliata da russi e turchi (da turchi in territorio sovrano siriano!). Zona garantita da un cessate il fuoco in tutta Idlib. Che Erdogan si è premurato, come sempre, di polverizzare 48 ore dopo, uccidendo 31 soldati siriani e 40 volontari pachistani. E’ vero che Putin è riuscito a fermare una poderosa offensiva turca, in cui Erdogan aveva impiegato anche i suoi migliori reparti e mezzi. Ma delle decine di migliaia di terroristi Al Qaida-Isis con famiglia che ne è stato, a parte quelli che il sultano sta lanciando contro la Grecia? E di Afrin, cantone siriano prima occupato dai curdi e poi dai turchi? E della famigerata e del tutto arbitraria “fascia di sicurezza” turca di 35km per 100 in territorio siriano? E di un terzo della Siria occupato e derubato del suo petrolio da Usa e curdi? Fare compromessi con un pokerista baro conviene? O approfittare delle sue evidenti difficoltà per metterlo con le spalle al muro?




 A Putin e ai russi, come agli iraniani, deve andare la riconoscenza dell’umanità per aver bloccato i mostri. Intanto però, per quanto va facendo contro la Siria, contro l’Europa, contro il petrolio di Cipro, Egitto, Libia ed ENI e contro il liberatore della Libia Haftar, ora giustamente alleato di Damasco, il lucidissimo presidente turco ha recuperato in pieno il sostegno politico (è quello che conta) di Nato e USA.

Zanotelli, il gatekeeper

Due meravigliosi gatekeeper


Gatekeeper è il termine che si adopera per gli addetti all’apertura e chiusura dei cancelli, specie delle grandi ville. Un vecchio esponente della evangelizzazione cristiana portata avanti, vuoi con il ferro e il fuoco, vuoi con le menzogne e il lavaggio del cervello, è Alex Zanotelli. Il missionario, che molti africani affezionati alle proprie fedi, specie in Sudan, ritengono uno scassaminchia, è da noi però un riverito propagandista del pacifismo, quello a zanne insanguinate. Sabato, ovviamente sul giornaletto caro a Soros, ha sparato l’ennesima scarica d’odio contro coloro che si oppongono a farsi annientare socialmente, culturalmente ed economicamente dall’Operazione Migranti. In ispecie i greci che, su 10mila abitanti delle isole devono vedersela con 35mila occupanti stranieri, pure rissosi, inventati dalla Nato, spediti dal turco e che gli hanno stroncato la sopravvivenza e perciò vengono maledetti dai preti col culo al caldo.

Guerra scatenata contro il Sud Europa da affogare, quello sì, nel Mediterraneo degli scambi e del petrolio. Altro che migranti “salvati”, prossimi al naufragio, come recitano le litanie delle Ong. Operazione strategica della globalizzazione, quanto tutte le altre portate avanti con strumenti come guerre, sanzioni, mattatoio del debito, neoliberismo, rapine multinazionali, virus. Soprattutto, in termini di colonialismo, contro i paesi d’origine, privati delle proprie generazioni produttive e riproduttive, per dar via libera alle depredazioni e fornire, da espatriati, manodopera schiavistica, come quella che si vede per tutte le lande italiane. E poi, la parolina-chiave è disperati. Forse quelli che finiscono tra i pomodori. Ma la mafia nigeriana, inesistente per gli accoglitori, è un’altra cosa.

 
Falso naufragio organizzato e filmato : acqua al ginocchio


Odio, però cattolico
L’invettiva del frate contro i greci che provano ad arginare l’attacco del carnefice storico turco, portato avanti con mercenari rastrellati in giro, come quelli impiegati contro la Siria (l’80% dei jihadisti impiegati contro la Siria vengono da altri paesi), si inserisce in una foliazione del “manifesto” che del frate espande la scomposta collera sull’intero giornale. Esordisce Zanotelli: “Ho il sacro (chissà se il suo dio si rivolta nei cieli) dovere di gridare la mia indignazione per il trattamento disumano riservato a migliaia e migliaia di profughi iracheni, afghani e siriani, in buona parte donne e bambini in fuga da orribili guerre da noi sostenute…”. Tre volte, sempre ricorrendo al suo lessico sorosiano, il monaco definisce “dittatore” Erdogan. Intanto l’espansionista ottomano è tecnicamente dittatore quanto lo sono Merkel, Macron, Mattarella o Trump. Purtroppo è stato eletto dai turchi, cosa di cui non può vantarsi il nostro “commander in chief”, Pippo Conte.

C’è o ci fa?
E poi, a prescindere se Erdogan sia o no un farabutto, che titoli per dare del dittatore ha mai uno sdraiato ai piedi di una successione di 266 monarchi assoluti, infallibili, spesso sanguinari, padroni della nascita, della vita e della morte degli umani, altro che Erdogan?  Zanotelli: si tratta di “fascisti di Alba Dorata”. Falso, sono gli abitanti del luogo. Si tratta di “un milione di siriani in fuga”. Falso, sono le migliaia di mercenari raccattati da Erdogan in Asia e Africa. “Il massacro dei curdi”, falso perché occulta il mercenariato dei curdi invasori e massacratori di siriani per conto Usa.

Il portatore della verità ai poveretti che non ce l’hanno trova poi rispondenza, sul tema “migranti disperati”, con “dittatori” come Erdogan ed eccellenze dello spostamento di popoli da casa loro allo schiavismo, come del gretismo e del sardinismo, quali Furio Colombo e Guido Viale. E’ la prova che, alla fin fine, i tre monoteismi, cristiano, ebraico, dei Fratelli Musulmani e del politicamente corretto si ritrovano tutti dalla stessa parte. La parte di coloro a cui non servono nazioni, culture, identità storia, ma solo masse indistinte al servizio del VerboChe sia l’Immacolata concezione, la “disperazione” dei profughi, o Padre Pio.

Con sospetto accanimento Zannatelli ripete innumerevoli volte la definizione delle orde ai confini della Grecia, come “siriani”, mentre siriani non sono affatto. Ma dirli siriani serve all’indiretta pugnalata nella schiena di Assad, che magari si difende da licantropi, ma si difende male. In definitiva la colpa è sua. E da lui che sono fuggiti, no? Non lo dice anche il Bergoglio, con cui il comboniano è in perfetta sintonia quando, inserito in pieno nella nota strategia, il papa sodale dei generali argentini non fa che indirizzare le sue riprovazioni al solo Assad e alle sue di “violenze” (quelle attribuitegli da Amnesty e altre vivandiere del Dipartimento di Stato). Un grandissimo presidente, caro Padre non tanto pio, che ha saputo animare il suo popolo a una resistenza eroica di 10 anni, trasfigurato da vittima che difende la patria dai terroristi, a carnefice che lo massacra. 

Ed è da questo papa, schieratissimo con i diritti umani dei colonial-globalizzatori, che a San Pietro dilaga la fiumana dei buoni, di quelli che già tre volte hanno assunto su di sé la vergogna di manifestare a Roma contro la Grecia, anzichè contro Turchia, Nato, Usa. Dicono di riunirsi a San Pietro, mica per raccomandare alle preghiere del sant’uomo le anime delle donne stuprate e trucidate dai jihadisti del concerto Usa-Nato-Turchia-Golfo. Ci vanno nello spirito zanotelliano, bergogliano, obamiano e trumpiano della solidarietà al milione di donne e bambini “siriani” assiderati a Idlib, costretti a fuggire dai “bombardamenti a tappeto” di russi e siriani e che poi si trovano bloccati da “un muro invalicabile” dello Stato Canaglia greco.

Il quale, essendo già stato raso a terra dagli stessi Poteri che oggi gestiscono tanto migranti quanto terroristi, rifiuta di farsi sotterrare del tutto, che scostumato. Di un paese pacifico, laico e sovrano, rispettoso del diritto internazionale, con 22 milioni di cittadini attaccati e decimati da un’alleanza di licantropi per quasi dieci anni, non una parola. Firmato Amnesty International, Articolo 21 (Giulietti non manca mai), Caritas, Sant’Egidio, Focsiv, Ucoii, Anna Foa.  E l’assembramento? E il coronavirus? Tranquilli, ci pensa il papa. Il miracolo servirà alla santificazione.

Migranti con nello zaino le cotenne di siriani sgozzati


La palude di malafede in cui sguazzano le varie articolesse del quotidiano è, a questo punto, smentita da un’evidenza alla quale si devono arrendere perfino atlanto-sionisti come il Fatto Quotidiano. Che oggi racconta la vicenda al confine turco-greco in ben altri termini, basandosi su testimonianze raccolte sul posto da un’inviata, Roberta Zunini, Ne ricaviamo che gli assalitori del confine greco, sostenuti dai fumogeni turchi, che provano a occultarne il passaggio delle barriere, e dai lacrimogeni turchi sparati direttamente sui militari greci, non sono quasi mai siriani (uno da Idlib s’è trovato, jihadista scampato, da farne magari cellula dormiente in Europa), bensì afghani, pakistani, bengalesi, iraniani, ceceni, uiguri, turchi, maghrebini (ex-jihadisti?). Buona parte della truppa di orchi Nato che ha fatto a pezzi la Siria.

Al confine greco: neanche uno del “milione di siriani” di Zanotelli


Volete sapere? Mollate schermi e giornali. Andate in rete. Guardatevi i video. Ascoltate le voci della migliore informazione Usa. Seguite i media russi. Mandano avanti le donne e i bambini, laddove ce ne sono, se no si travestono da donne. Molte parrucche sono rimaste impigliate nel filo spinato. Gran parte del movimento è organizzato, sotto gli occhi delle autorità di Erdogan, da organizzazioni mafiose di trafficanti, in contatto con associate in Grecia e Italia. La mediazione delle Ong non manca mai, anche se, per fortuna da isole come Lesbo o Samo, gli abitanti, disperati per come artatamente sono state ridotte le loro vite e terre, le hanno cacciate tutte. A partire da Medici Senza Frontiere (in tutte le mie esperienze di guerra li ho trovati sistemati dalla parte sbagliata) e a finire con Medici per i Diritti Umani, ora emuli di Amnesty con “rapporti sulla tortura” ridicolmente basati su testimonianze di persone che, così, si procuravano la sinecura del diritto d’asilo. Ricordano i 13mila detenuti di Amnesty strangolati da Assad, testimoniati da anonimi e da cadaveri poi scoperti essere di soldati siriani caduti in combattimento.


Di testimonianze, un po’ meno commissionate da dirigenti del Dipartimento di Stato (come Suzanne Nossel di Amnesty, al tempo di Hillary), o da George Soros, la cui Open Society Foundation finanzia entrambe queste consorterie di medici organici, ce l’abbiamo anche noi. Grazie anche all’amica Claudia Berton, brava scrittrice e acuta osservatrice di quanto succede, specie nello spazio ellenico, ho fonti dirette, disinteressate e, dunque, infinitamente più credibili di tutto il cucuzzaro mediatico, missionario e Ong. I nomi ce li abbiamo, ma non li mettiamo certo a repentaglio qui.
   
Prima terroristi e dopo migranti. Siriani?

Un giovane abitante di Samos“La maggior parte dei clandestini qui a Samos arrivano dall’Africa. Ogni settimana partono dal Congo aerei turchi pieni di questa gente che paga una cifra irrisoria per i biglietti, arriva a Istambul, ottiene un visto elettronico, viene avviato ai campi e, da lì, alle isole greche. Il resto sono afgani, algerini, marocchini, tunisini e dell’Asia centrale, jihadisti, terroristi, delinquenti, con in mezzo agenti dei servizi turchi. Usano i bambini come scudo. Le donne arrivano quasi tutte incinte. Qui a Samos sono oltre 20mila. La gente non ne può più. Nel 2015, quando arrivavano rifugiati veri, furono accolti da tutti”.
Un religioso in Siria“Delle centinaia di migliaia di terroristi che per nove anni hanno massacrato e martirizzato il popolo siriano, che hanno saccheggiato tutti i beni e distrutto il paese, ai media europei non importa nulla. E neanche del paese moderno e libero di prima, con le donne emancipate e tutti i servizi di base gratuiti, non sanno niente. Se gli Usa, Israele, Turchia, gli Stati del Golfo e la Nato, con i loro servizi segreti e cacciatori di teste, smettono il loro lavoro satanico, vanno via dalla Siria e riconosco la sua sovranità e integrità territoriale, invece di comportarsi come stati canaglia, contro ogni diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, allora i siriani potranno rapidamente tornare a vivere in pace, prosperità e l’armonia di sempre”.
 
 Isole greche: ONG organizza e filma falso naufragio (l’acqua arriva alle ginocchia)
Sonja van den Ende, autorevole giornalista olandese. “I cosiddetti rifugiati al confine turco-greco per la maggior parte sono afgani, iracheni, combattenti ceceni, combattenti uiguri…. Vengono tutti da Idlib, dalla Turchia e da campi profughi in Turchia, luogo sicuro per i jihadisti di tutto il mondo. Ci sono i restanti terroristi con le loro famiglie, cacciati dalla Siria e dai russi. Non si tratta di rifugiati siriani, molti al confine sono giovani mascherati o travestiti, corrono lungo la barriera urlando “Turchia, Turchia, Allah U Akbar”.

Idlib è l’ultimo bastione di combattenti jihadisti di tutto il mondo, europei, afgani, iracheni, marocchini, algerini, tunisini, soprattutto combattenti ceceni e uiguri dello Xinjang. La Turchia è ora la sede di una diaspora uigura che arriva a 50mila persone, di cui molte si sono unite alla Jihad supportate dal regime turco. Ora hanno la possibilità di migrare verso l’Europa, con la Turchia che gli fa superare la frontiera greca e bulgara. A loro si aggiungono combattenti stranieri dalla Russia settentrionale, Georgia, Cecenia, Daghestan, che nella guerra siriana sono stati tra i più formidabili gruppi terroristici”.

Un video, che ai nostri media non risulta, mostra il confine di Evros tra Turchia e Grecia dove gruppi costituiti da centinaia di migranti dell’Asia centrale, attentamente guidati dai media turchi e da sindaci turchi, cercano di infrangere le barriere ed entrare in territorio greco, gridando Allah Uh Akbar e attaccando fisicamente poliziotti e veicoli greci.
Con questa Turchia di Erdogan una nuova crisi migratoria è imminente. Ma questa volta non arrivano siriani, ma mercenari turchi e Nato che hanno combattuto una feroce guerra in Siria uccidendo centinaia di migliaia di civili. L’Europa sarà un porto per tutti i tipi di terroristi, dovrà affrontare attacchi terroristici ovunque… Una popolazione del tutto inconsapevole è indotta a occuparsi di questioni relative a LGTB, al clima (ora, a un virus pompato oltre misura), troppo cieca per vedere arrivare il pericolo”.


Per la benda sugli occhi e nella mente il veleno buonista dell’odio per la verità, ringraziamo sentitamente Alex Zanotelli, Jorge Bergoglio, Gad Lerner e Guido Viale, i chierichietti della tratta. Di Amnesty e altre Matrix che ci distribuiscono la pillola blu per tenerci addormentati da svegli, non mette neanche più conto parlare. Abbiamo buone riserve di pillole rosse. Per cui il migliore finale me lo regala Gad Lerner. Guardate e trattenetevi.

domenica 1 marzo 2020

NUOVO DISORDINE MONDIALE

Nuovo Disordine Mondiale. La grande trappola per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità. (Ed anche: il letto di Procuste per omologare globalizzando).
Recensione presentata dal SISDE, sulla sua rivista online: Per Aspera ad Veritatem N.18 settembre-dicembre 2000


Nuovo disordine mondiale
Michel Schooyans – Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano), 2000
Nell’ambito delle problematiche poste in essere dalla globalizzazione e in ordine ai temi di bioetica o di pianificazione familiare su scala mondiale, la divisione che vede contrapposti Chiesa e mondo laico è estremamente profonda e tocca le convinzioni più intime dei diversi schieramenti.
In questo senso, il presente libro è un libro di “parte” e, se non dovesse bastare l’autorevolezza dell’Autore – dottore in filosofia, teologia e professore emerito presso l’Università cattolica di Lovanio, professore ospite presso numerose Università americane e membro presso prestigiosi Istituti internazionali a Roma, Bruxelles, Parigi e Washington, e le cui competenze spaziano dalla filosofia della politica alle ideologie contemporanee fino alle politiche relative alla popolazione – un valore aggiunto di peso non irrilevante può rinvenirsi nella prefazione del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Card. Ratzinger.
Le tesi portate avanti da Schooyans, oltre ad essere un autentico pugno nello stomaco, esprimono dunque una linea interpretativa che potremmo definire autorevolissima della posizione della Chiesa riguardo ad un problema, quale quello della “vita” e della sua strumentalizzazione, che è preconizzato come un tentativo di “dittatura mondiale” perseguita dai paesi più ricchi e che si avvale, nella visione proposta, di importantissimi strumenti politici quali l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’O.N.U., le ONG, la Banca Mondiale e tutte le organizzazioni ad esse collegate.
Secondo l’Autore, il Nuovo Ordine Mondiale altro non è che il tentativo di imporre la “filosofia dell’egoismo” dei paesi ricchi ai paesi poveri o in via di sviluppo, ed il dominio di pochi su tutti gli altri.
Sua peculiarità è la nascita di una nuova antropologia che spazzi via l’idea stessa di famiglia e di maternità, e la cultura che vi soggiace, al fine, solo presunto, di dare alla donna la possibilità di autorealizzarsi.
In questo quadro, per Schooyans, la politica sanitaria delle organizzazioni internazionali, prima fra tutte l’O.M.S., si traduce in un attacco a tutte le diverse forme di vita, fin dal suo primo insorgere, promuovendo, a livello globale ma poi specialmente nei paesi poveri o in via di sviluppo, le pratiche abortive, la contraccezione, l’eutanasia, la sterilizzazione.
Tutte forme diverse attraverso le quali verrebbe portata avanti una politica di “riduzione del numero dei commensali alla tavola dell’umanità”, in nome di un “interesse superiore” che è un nuovo modo di dire totalitarismo, e che la storia ha già visto quando l’interesse superiore era quello della Razza, dello Stato o del Partito.
Secondo il professore di Lovanio, tra i documenti più interessanti al riguardo, c’è il dossier NSSM 200, redatto nel 1974 su richiesta dell’allora Segretario di Stato americano Henry Kissinger, che analizza le implicazioni della crescita demografica mondiale per la sicurezza degli Stati Uniti d’America. 
Dal documento si evincerebbe, tra l’altro, l’azione di lobbing e la connivenza con i principali gruppi internazionali privati che si interessano di demografia e che agiscono tutti nel senso indicato dal NSSM 200. Scopo ufficiale di queste organizzazioni benefiche è quello di aiutare la donna e promuovere i suoi diritti e quelli della famiglia. Di fatto, Schooyans ritiene che queste cercano soprattutto di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dei “problemi” legati alla penuria di risorse e alla popolazione.
L’ideologia sottostante che avrebbe avviato questa campagna di “pianificazione familiare, a livello mondiale”, del “genere” umano, è ad avviso dell’Autore una sorta di incrocio tra l’ideologia di tipo social-comunista alla Feuerbach (individui solo ingranaggi della collettività), di Marx (le identità nazionali devono scomparire a favore di un Nuovo Ordine Mondiale governato da una minoranza illuminata) e di Lenin (tecnocrati illuminati che creano una rete di organizzazioni internazionali al servizio della pianificazione umana), con l’ideologia liberale alla Malthus (teorico della sicurezza alimentare, per cui poveri e meno dotati vanno eliminati o non fatti nascere), Bentham (utilitarismo etico, per cui il povero, che non produce o non produce abbastanza e tuttavia pretende di consumare, sia vinto dalla concorrenza) e Galton (uno dei massimi teorici eugenetici, per cui è necessario favorire la trasmissione della vita solo tra i più dotati. Già applicata nella Cina popolare).
Di fatto, agli individui viene attribuita una semplice “funzione” di ordine sociale che è data in relazione al “nuovo paradigma della sanità”.
La sintesi è lo sviluppo di una nuova etica medica di cui l’OMS si sente la sola in grado di farsi carico e di rispondere, a nome di tutto il mondo.
In questo risultato, contrario al mondo religioso, l’Autore vede la morte del giuramento d’Ippocrate, con delle regole a priori, generali, valide per tutti gli uomini ed il nascere di una nuova etica sanitaria che all’eguaglianza sostituisce l’equità, concetto variabile, stabilito di volta in volta dall’OMS e dalle pressioni dei suoi finanziatori. Questi ultimi stabiliranno le priorità a seconda delle risorse disponibili e dell’utilità dell’individuo all’interno della società.
Questa nuova etica, prosegue l’Autore, secondo l’ex Gran Maestro di Francia Pierre Simon è stata messa a punto all’interno delle logge massoniche francesi.
D’altra parte, gli stessi concetti di olismo e nuovo paradigma vengono propagandati nelle molteplici reti gettate dalla New Age. Le assonanze concettuali sarebbero talmente forti ed evidenti da non lasciare alcun dubbio.
La New Age, poi, continua Schooyans citando la massima teorica e divulgatrice, Marilyn Ferguson, affonda le sue radici nella tradizione di fraternità mistica (rosacruciana, massonica ed ermetica) e deve liberare dalle vecchie costrizioni fondate sulla cultura e sulla famiglia.
Questi sono, pertanto, nella visione di Schooyans, forse i veri burattinai a cui le stesse organizzazioni internazionali devono dare conto.
Il professore di Lovanio ne fa discendere che, oggi, sarebbero in pericolo i diritti dell’uomo sanciti dalla Dichiarazione Universale del 1948. L’attentato alla loro integrità sarebbe già cominciato quando Boutros Boutros-Ghali ha cominciato a parlare di una loro possibile revisione in quanto, “i diritti dell’uomo sono, per definizione, dei diritti in continuo mutamento”.
Ma se il diritto perde la sua generalità ed universalità e prende piede la specificità dei diritti, continua l’Autore nel suo ragionamento, siamo ai prodromi di una nuova e più pericolosa tirannia, il diritto cessa di essere un baluardo contro di essa e prende vigore una forma di positivismo giuridico analogo a quello che ha aperto le porte al nazismo.Viceversa l’uguaglianza di tutti, compreso il nascituro, è la cellula madre di ogni democrazia.
Pertanto, suggerisce Schooyans, è necessaria ed urgente una politica che ponga alla base il recupero del valore fondante della famiglia – bastione inespugnabile contro ogni totalitarismo in quanto luogo per eccellenza dell’agire libero, dialogico, tendente all’accordo e al rispetto delle libertà altrui – e della condivisione del sapere (quindi mediante la cultura).
Se questo non fosse possibile, avvisa il docente in modo molto forte, è doveroso resistere e, laddove necessario, disobbedire a queste nuove leggi che, in quanto ingiuste, sono illecite e pertanto non obbligano la coscienza dell’uomo.
Il richiamo all’opposizione ad ogni tirannia, infine, ricorda l’unico caso di opposizione attiva permessa dalla dottrina tomista e accettata dalla Chiesa: il tirannicidio.
Il libro di padre Schooyans risulta, pertanto, culturalmente “sovversivo”. È prodromico all’istigazione alla disobbedienza civile, facendo presagire anche la possibilità di opporsi attivamente a questo nuovo corso. Il saggio, d’altra parte, potrebbe essere archiviato come uno dei tanti testi contro la globalizzazione e la mondializzazione se non avesse, come illustre autore della Prefazione, il Card. Ratzinger.
Se la forza esplosiva di questo libro è condivisa dalle massime gerarchie ecclesiastiche, questo significa che nei prossimi anni potremo assistere ad un confronto aperto, serrato e, dialetticamente, intenso, tra le due massime organizzazioni Mondiali oggi esistenti sul pianeta, l’O.N.U. e la Chiesa Cattolica.
Forse è questo il terreno di un grande confronto destinato ad avere come centro la concezione dell’uomo, di ogni latitudine, ed i suoi inalienabili diritti, secondo la morale religiosa, dal suo concepimento fino alla sua morte naturale.
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Di Michel Schooyans – Nuovo disordine mondiale  – San Paolo Edizioni (2000). Attualmente introvabile
Introduzione scritta dall’allora card. Joseph Ratzinger
Risultato immagini per ONU NWO ratzinger
Sin dagli inizi dell’Illuminismo, la fede nel progresso ha sempre messo da parte l’escatologia cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente.
La promessa di felicità non è più legata all’aldilà, bensì a questo mondo.
Emblematico della tendenza dell’uomo moderno è l’atteggiamento di Albert Camus, il quale alle parole di Cristo “
il mio regno non è di questo mondo” oppone con risolutezza l’affermazione “il mio regno è di questo mondo”.
Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica.
Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all’uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa.
Dall’altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali.
Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell’ONU e nelle sue Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.
Una filosofia di questo tipo non ha più la carica utopica che caratterizzava il sogno marxista; essa è al contrario molto realistica, in quanto fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai limiti dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, per esempio, senza per questo cercare di giustificarsi, di non preoccuparsi della cura di coloro che non sono più produttivi o che non possono più sperare in una determinata qualità della vita.
Questa filosofia, inoltre, non si aspetta più che gli uomini, abituatisi oramai alla ricchezza e al benessere, siano pronti a fare i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensì propone delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, affinché non venga intaccata la pretesa felicità che taluni hanno raggiunto.
La peculiarità di questa nuova antropologia, che dovrebbe costituire la base del Nuovo Ordine Mondiale, diventa palese soprattutto nell’immagine della donna, nell’ideologia dell’ “Women’s empowerment”, nata dalla conferenza di Pechino.
Scopo di questa ideologia è l’autorealizzazione della donna: principali ostacoli che si frappongono tra lei e la sua autorealizzazione sono però la famiglia e la maternità. Per questo, la donna deve essere liberata, in modo particolare, da ciò che la caratterizza, vale a dire dalla sua specificità femminile. Quest’ultima viene chiamata ad annullarsi di fronte ad una “
Gender equity and equality”, di fronte ad un essere umano indistinto ed uniforme, nella vita del quale la sessualità non ha altro senso se non quello di una droga voluttuosa, di cui sì può far uso senza alcun criterio.
Nella paura della maternità che si è impadronita di una gran parte dei nostri contemporanei entra sicuramente in gioco anche qualcosa di ancora più profondo: l’altro è sempre, in fin dei conti, un antagonista che ci priva di una parte di vita, una minaccia per il nostro io e per il nostro libero sviluppo.
Al giorno d’oggi, non esiste più una “filosofia dell’amore”, bensì solamente una “filosofia dell’egoismo”.
Il fatto che ognuno di noi possa arricchirsi semplicemente nel dono di se stesso [2], che possa ritrovarsi proprio a partire dall’altro e attraverso l’essere per l’altro, tutto ciò viene rifiutato come un’illusione idealista. È proprio in questo che l’uomo viene ingannato. In effetti, nel momento in cui gli viene sconsigliato di amare, gli viene sconsigliato, in ultima analisi, di essere uomo.
Per questo motivo, a questo punto dello sviluppo della nuova immagine di un mondo nuovo, il cristiano – non solo lui, ma comunque lui prima di altri – ha il dovere di protestare.
Bisogna ringraziare Michel Schooyans per aver energicamente dato voce, in questo libro, alla necessaria protesta.
Schooyans ci mostra come la concezione dei diritti dell’uomo che caratterizza l’epoca moderna, e che è così importante e così positiva sotto numerosi aspetti, risenta sin dalla sua nascita del fatto di essere fondata unicamente sull’uomo e di conseguenza sulla sua capacità e volontà di far si che questi diritti vengano universalmente riconosciuti.
All’inizio, il riflesso della luminosa immagine cristiana dell’uomo ha protetto l’universalità dei diritti; ora, man mano che questa immagine viene meno, nascono nuovi interrogativi.
Come possono essere rispettati e promossi i diritti dei più poveri quando il nostro concetto di uomo si fonda così spesso, come dice l’autore, “
sulla gelosia, l’angoscia, la paura e persino l’odio”? “Come può un’ideologia lugubre, che raccomanda la sterilizzazione , l’aborto, la contraccezione sistematica e persino l’eutanasia come prezzo di un pansessualismo sfrenato, restituire agli uomini la gioia di vivere e la gioia di amare?” (capitolo VI).
È a questo punto che deve emergere chiaramente ciò che di positivo il cristiano può offrire nella lotta per la storia futura.
Non è infatti sufficiente che egli opponga l’escatologia all’ideologia che è alla base delle costruzioni “postmoderne” dell’avvenire.
È ovvio che deve fare anche questo, e deve farlo in maniera risoluta: a questo riguardo, infatti, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni sicuramente troppo debole e troppo timida.
L’uomo, nella sua vita terrena, è “una canna al vento” che rimane priva di significato se distoglie lo sguardo dalla vita eterna.
Lo stesso vale per la storia nel complesso.
In questo senso, il richiamo alla vita eterna, se fatto in maniera corretta, non si presenta mai come una fuga. Esso dà semplicemente all’esistenza terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità. Tuttavia, queste ripercussioni sul “significato della vita terrena” devono essere articolate.
È chiaro che la storia non deve mai essere semplicemente ridotta al silenzio: non è possibile, non è permesso ridurre al silenzio la libertà. È l’illusione delle utopie.
Non si può imporre al domani modelli di oggi, che domani saranno i modelli di ieri.
È tuttavia necessario gettare le basi di un cammino verso il futuro, di un superamento comune delle nuove sfide lanciate dalla storia.
Nella seconda e terza parte del suo libro, Michel Schooyans fa proprio questo: in contrasto con la nuova antropologia, propone innanzitutto i tratti fondamentali dell’immagine cristiana dell’uomo, per applicarli poi in maniera concreta ai grandi problemi del futuro ordine mondiale (in modo particolare nei capitoli X-XII).
Fornisce in questo modo un contenuto concreto, politicamente realistico e realizzabile, all’idea, così spesso espressa dal Papa (Giovanni Paolo II), di una “
civiltà dell’amore”.
Per questo, il libro di Michel Schooyans entra nel vivo delle grandi sfide del presente momento storico con vivacità e grande competenza.
C’è da sperare che molte persone di diversi orientamenti lo leggano, che esso susciti una vivace discussione, contribuendo in questo modo a preparare il futuro sulla base di modelli degni della dignità dell’uomo e capaci di assicurare anche la dignità di coloro che non sono in grado di difendersi da soli.
Roma, 25 aprile 1997
Joseph Card. Ratzinger
Introduzione a Michel Schooyans, Nuovo disordine mondiale, San Paolo Edizioni (2000).

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