martedì 30 ottobre 2018

Falsi Guru E Presunti Maestri Spirituali: Ciechi Che Guidano Altri Ciechi



Molte persone sono preda di falsi guru e presunti Maestri di vita, individui loschi camuffati da santoni spirituali, che si ritengono illuminati, ma in verità si tratta soltanto di ciechi che guidano altri ciechi, con il rischio reale di finire tutti insieme in fondo al burrone. Ecco perché bisogna prestare molta attenzione a questi soggetti che stanno letteralmente spopolando, soprattutto con l’arrivo dell’era digitale. Non che prima non ci fossero, ma oggi il fenomeno è in forte ascesa. E riconoscerli non è poi così difficile.
Prima, però, voglio fare una piccola e doverosa premessa: esistono dei guru veri e dei Maestri spirituali eccezionali. E si riconoscono principalmente per il loro esempio di vita. Più che dalle parole. Purtroppo però, per ogni vero Maestro, ne esistono altri cento presunti tali, falsi, a volte sinceri ma ingenui, non adatti a ricoprire questo ruolo di fondamentale importanza.
Ma perché c’è tutto questo proliferare di falsi guru e presunti Maestri spirituali? La risposta è sotto gli occhi di tutti. La nostra società, ormai sempre più tecnologica e connessa, paradossalmente, produce individui sempre più disconnessi dalla vita reale, persone stressate, assuefatte da bisogni artificiali e in costante ricerca di qualcosa o qualcuno in grado di tirarli fuori da questo stato di allucinazione. Nascono così le dipendenze, verso i psicofarmaci, le droghe leggere e quelle pesanti, cresce il desiderio di qualcosa che possa stravolgere la loro vita e che le faccia sentire libere e complete.
I falsi guru a tal proposito fanno leva proprio su queste emozioni, accendendo il desiderio di illuminazione o semplicemente di pace, serenità e benessere, spingendo così le persone a credere alle loro parole e ai loro poteri. E presunti Maestri spirituali che, come dei lupi travestiti da agnellini, mascherano bene il loro vero volto per raggiungere il loro scopo di fama, notorietà, successo e denaro. E credetemi, in giro ci sono migliaia di persone che credendo a questi impostori e ad ogni loro minima parola, sprofondando sempre più nell’ignoranza e nell’illusione, non giungendo mai a quell’espansione di coscienza o di mente illuminata tanto ricercata.
Quindi come riconoscere i falsi guri e i presunti Maestri spirituali? Gli indizi ci sono, visto che si tratta spesso di ottimi oratori: tante parole ma poca sostanza. Usano soavemente una terminologia fantasiosa, nebulosa e fastidiosamente New Age. Discorsi che restano in superficie, come fossero un anestetico, le solite ripetizioni, le solite frasi per sentito dire, addirittura con le stesse identiche parole che, se investigate e ragionate per qualche minuto, non vogliono dire assolutamente nulla.
Adottano un linguaggio che serve a far esaltare e illudere le persone insoddisfatte della loro vita. Ma si tratta solo di frasi ad effetto che non portano a nulla di pratico. Attenzione dunque a slogan stimolanti ma poco chiari, al tutto è amore, al siamo esseri di luce, all’angelo custode che protegge il vostro cammino, al tutto è Uno. Maestri chi vi promettono il Cielo quando poi nel pratico, il semplice stare in equilibrio sulla Terra gli risulta complicato. Diffidate.
Così come conviene diffidare da chi si presenta con un continuo sorridere e l’utilizzo di un’impostata vocetta calma e suadente, o anche conosciuta come voce da classico personaggio “spirituale”. Questo si chiama “recitazione” ed è chiaramente indice di un fine non nobile, bensì manipolatore. Basta vedere un po’ di video sul web, di presunti maestri per l’appunto, per notare come tutti o quasi adottino un’impostazione simile. Del resto, se una persona vive in uno stato di calma e serenità, ed è realmente felice della propria situazione, difficilmente necessita di esternarlo forzatamente, modulando voce e sorriso. Per smascherarli, quindi, basta soltanto aumentare di un gradino la propria capacità di osservazione per riconoscere i falsi sorrisetti e l’impostazione vocale modificata. Meglio chi si presenta in tutta la sua spontaneità.
I falsi guru li riconosci anche dallo stato mentale e dalle scelte dei loro discepoli, dato che i falsi guru attirano a sé, inevitabilmente, i falsi ricercatori. Spesso manipolano l’insegnamento dei veri Maestri spirituali che sono apparsi su questo pianeta, prendendo alcune parti del loro insegnamento, e le mescolano con delle palesi assurdità. In questo modo producono la classica polpetta avvelenata, dove mescolando il vero con il falso, si fa in modo che tutto divenga falso. Ovviamente questo prendere spunto e affiliarsi ad un nome di un maestro prestigioso, permette a questi ciarlatani di apparire come persone preparate ed ottenere così notevole credibilità.
Un altro campanello d’allarme dovrebbe scattare quando si tende a celebrare la spiritualità in stile fast food. Perché quando mescoli la spiritualità con una cultura che celebra la velocità, il multitasking e la gratificazione istintiva, il risultato è molto simile ad una spiritualità fast food. La crescita spirituale non può essere ottenuta con un corso lampo durante il weekend! E tantomeno saranno i vari attestati ottenuti a rendervi delle persone spirituali e quindi risolute verso il benessere interiore.
Mai come oggi, infatti, assistiamo all’exploit di presunti Maestri e falsi guru identificabili in: operatori di luce, contattisti, canalizzatori, gente che attiva corpi di luce o chakra vari, che ripulisce il karma (come se fosse possibile!), attivatori di kundalini, psicologi dell’anima che parlano di lavoro su se stessi senza averlo mai attuato in prima persona, e poi chi più ne ha più ne metta. Si parla di esoterismo e spiritualità, senza aver alcun punto di riferimento solido, senza studi pregressi su materie come alchimia, magia, teosofia, antroposofia, antropologia, che richiedono anni e anni di studi e sperimentazioni.
Non faccio di tutta un’erba un fascio, perché i veri ricercatori esistono, ma un vero Maestro o un iniziato ai misteri, non si proclama mai tale, nè dice di essere in contatto con forze soprannaturali. Un vero Maestro chiederà sempre di verificare i suoi insegnamenti mettendoli in pratica. Ma soprattutto, i veri maestri praticano in prima persona quello che insegnano, lo vivono, nella quotidianità. Quindi è bene non dare troppa fiducia a chi predica bene e pratica male.
Ho scritto questo articolo soprattutto per coloro i quali sono da poco approdati nel mondo dell’esoterismo, della spiritualità e delle discipline psicofisiche in generale. Nel mondo della spiritualità contemporanea, i falsi guru e falsi Maestri sono chiaramente in numero maggiore di quelli autentici, e in misura sconfortante. Bisogna porre molta attenzione nella scelta delle vostre guide spirituali, insegnanti, terapeuti o sciamani che siano, ma soprattutto, informatevi bene, sperimentate, mettete da parte la buona fede e fatevi furbi. In caso contrario, la delusione potrebbe essere talmente forte da dissuadervi a proseguire il lavoro su di voi e credere che sia tutto falso. Ecco, io ve l’ho detto 
L’insegnante mediocre racconta. Il bravo insegnante spiega. L’insegnante eccellente dimostra. Il maestro ispira.” Socrate
Si dice che le esperienze spirituali più profonde e più intime non dovrebbero mai essere riferite. È fondamentalmente vero, e non c’è ricercatore autentico che sia minimamente interessato a discuterne. Più profonda e più vitale è l’esperienza e minore è la tentazione di parlarne. Solo i principianti alle prese con un avvenimento teorico, immaginario, ne rivendicano l’esperienza.” Alice Bailey
fonte http://www.complottisti.info/falsi-guru-e-presunti-maestri-spirituali-ciechi-che-guidano-altri-ciechi/

Black Axe, l’orrore che ignoriamo




DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org
Un fenomeno preoccupante e largamente diffuso sul territorio italiano, anche se ampiamente sottovalutato è quello della mafia nigeriana. L’episodio di Roma San Lorenzo, del truce omicidio della povera Desirée, come quello precedente di Pamela a Macerata, violentata, uccisa e fatta a pezzi dai nigeriani, sembrano confermare l’allarme. Del resto il presunto quarto assassino della ragazza di Roma, Salia Yusif, in fuga dalla polizia, aveva lasciato Roma per tornare a Borgo Mezzanone, nel Foggiano, dove aveva già soggiornato fino al 2014 presso il C.A.R.A. Si era anche tagliato i capelli per non farsi riconoscere e viveva nella baraccopoli adiacente, ove è sorto  un insediamento di immigrati che non hanno più titolo ad essere ospitati all’interno della struttura, e dove la mafia nigeriana ha creato dei potenti feudi di controllo sull’intera area.
Li chiamano «cult», dominano il racket da Torino a Palermo, tengono legami anche con i clan di Ballarò. «Ho fatto tre informative a tre procure diverse, Roma, Bologna e Palermo, interessate al fenomeno che si sta espandendo a macchia d’olio in tutta Italia e tutta Europa», ha detto alla Commissione parlamentare sulle periferie il commissario della municipale Fabrizio Lotito. Gerarchia mafiosa, riti d’iniziazione, cosche: «Torino è la città con il maggior numero di immigrati nigeriani, a ruota segue l’Emilia Romagna. Le nostre indagini su questo fenomeno mafioso vedono come attori principali i ‘cult’, nati nelle università nigeriane degli anni Settanta, poi evolutisi fuori e giunti anche in Italia».
Probabilmente anche l’agguato dello scorso settembre ai giardini Alimonda di Torino contro due poliziotti antidroga circondati e pestati da una trentina di spacciatori africani, dimostra la violenza del fenomeno. La mafia nigeriana comanda ormai in molte periferie italiane, anche in quel corso Giulio Cesare così multietnico che gli ultimi bottegai locali espongono in vetrina il cartello «negozio italiano».



Black Axe, Maphite, Supreme Eiye Confraternity, Ayee sono nomi di «cult» che riempiono ormai da anni le cronache giudiziarie, molto bene lo sanno gli inquirenti e gli abitanti delle zone più interessate, il fenomeno però è meno conosciuto per l’opinione pubblica. Le prime vittime dei «don» (i capi) sono ragazze nigeriane vendute come schiave e giovani nigeriani (baseball cap) ridotti a elemosinare davanti ai bar delle grandi città per ripagare debiti di famiglia contratti in Nigeria.
Il traffico di giovani nigeriane verso l’Europa, che diventano schiave del racket e di riti vudù,  è in continua ascesa. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), in Italia nel 2014 sono arrivate dalla Nigeria, via mare, 1.450 donne, 5.600 nel 2015, oltre 11.000 nel 2016, in buona parte minorenni. Il 2017 sembra confermare il trend, con 4.000 ragazze sbarcate nei primi sei mesi dell’anno. Le stime di OIM dicono che l’80% delle giovani in arrivo dal Paese africano è destinato alla prostituzione. Le nigeriane sono diventate una fetta consistente del mercato italiano che vale 4 miliardi di euro all’anno: il 55% delle prostitute in Italia sono straniere e il 36% di loro è di nazionalità nigeriana (Istat). L’85% delle prostitute nigeriane proviene dalla stessa città: Benin City, l’hub africano della prostituzione.  
Il traffico degli esseri umani è una delle sue più importanti fonti di sostentamento, con introiti che non sfamano diversi strati della popolazione, comprese le famiglie delle vittime. «Ti chiamano trafficante e vogliono processarti», dice Exodus che per venti anni ha vissuto tra Benin City e la Libia e si è arricchito grazie alla tratta. «Guardiamo però alle operazioni del Naptip: arrestano un trafficante, ma poi si scopre che la famiglia era coinvolta, era d’accordo. Quindi anche loro sono trafficanti. E il passeur non è un trafficante? I poliziotti? La polizia prende i soldi dalle persone e permette loro di andarsene. Vuoi dirmi che non ci sono poliziotti nelle città al confine con il Niger? Vuoi dirmi che non ci sono funzionari dell’immigrazione? Vuoi dirmi che non ci sono posti di blocco? Dove sono tutti, dormono? E i giudici? Anche loro trafficanti! Le Ong? Ti dico solo una cosa: soldi, soldi, soldi. In America dicono ‘Money talks, bullshit walks’».
Exodus dice di non sentirsi in colpa, anzi di considerarsi un benefattore perché ha aiutato i suoi concittadini ad andarsene da un Paese povero e corrotto, inoltre secondo lui Tv, giornali e social media spaccerebbero dati gonfiati sulle morti «Nessuna delle ragazze che ho portato in Libia è mai morta nel Sahara. A non farcela sono le persone che partivano già malate». Purtroppo non è così, come dimostra anche l’ultimo ritrovamento, a novembre 2017, di 26 corpi senza vita di donne arrivate a Salerno, tutte di nazionalità nigeriana. Comunque non esiste un boss in questo business, dicono sia lui che il comandante del Naptip, là chiunque può diventare un trafficante, basta conoscere delle ragazze che vogliano partire e non serve nemmeno sforzarsi troppo per convincerle.
È un errore di valutazione dunque sottovalutare la mafia nigeriana, perché interessa almeno venti città (Torino e Bologna in testa) e dieci regioni coinvolte nella sua rete, e che conta in giro per il mondo trentamila affiliati in quaranta Stati.
Al Sud dove le mafie autoctone mantengono il controllo militare, la mafia venuta da Benin City ha stretto patti, come a Ballarò. Al Nord picchia duro: nel 2017, su 12.387 reati firmati dalla criminalità nigeriana (un quinto di quelli commessi da tutti gli stranieri da noi), 8.594 avvengono al Nord, 1.675 al Centro, 1.434 al Sud, 684 nelle Isole.
A Torino si è aperta l’operazione dei carabinieri Athenaeum, che documenta il legame tra Maphite e Eiye. Giovanni Falconieri sul Corriere di Torino ha raccontato di un pentito che descrive i Maphite in termini sconvolgenti: «Sono sbarcati a Lampedusa e la gente ha paura di loro… Non hanno rispetto per la vita».
Poi il giudice torinese Stefano Sala, in quasi 700 pagine di ordinanza, motiva le sentenze su 21 membri di Eiye e Maphite: «I moduli operativi delle associazioni criminali nigeriane sono stati trasferiti in Italia in coincidenza con i flussi migratori massivi cui assistiamo in questi anni» (…), «tra gli immigrati appena sbarcati vengono reclutati i corrieri che ingoiano cocaina».
Se Torino è la nostra città più permeata dalla migrazione nigeriana, Bologna è considerata «la capitale» del cultismo, lo spaccio nella centrale Bolognina e nelle periferie è da anni in mano ai Black Axe. Ma le ordinanze che si moltiplicano, con le operazioni di carabinieri e polizia, descrivono un’onda assai più lunga: Black Axe, a Palermo, 2016; Aquile Nere, Caserta, stesso anno. Cults, a Roma, 2014. Niger, Torino 2005. Ancora Black Axe, Castello di Cisterna, Napoli, 2011.
«Noi siamo nate morte», raccontano le schiave nigeriane della Domiziana al sociologo Leonardo Palmisano in un libro di prossima uscita «Ascia Nera».
Nella «pista» di Borgo Mezzanone (Foggia) incomincia la bidonville dei migranti, Ogni giorno tirano su nuove baracche, sorte tra montagne di rifiuti, roghi di plastiche, fumi neri, prive di bagni, dove le ragazze appena arrivate sostano davanti al bordello.



Una vera e propria bidonville «il Ghetto» dei migranti, di cui nessuno sa niente in Italia, se non gli abitanti della zona, preoccupati per alcune bande nigeriane che controllano il territorio, dove la legalità è sparita da un pezzo e gli episodi di violenza minacciano quotidianamente quella terra di nessuno.
I militari presidiano il Cara, ma qualche metro più in là la baraccopoli ha una vita propria, e così un docente ammette «Qui i problemi sono troppi. Si mischiano diverse forme di illegalità. Diversi tipi di migrazione. Siamo soli, abbandonati, inascoltati. Qui manca tutto, bisognerebbe ripristinare la legalità ad ogni livello».
Naturalmente i media globalisti cercano di oscurare queste notizie, zitti e mosca sulla nuova mafia nigeriana, che attraverso l’immigrazione fuori controllo di questi ultimi anni è approdata in Italia ed ha tutta l’intenzione di usare il nostro Paese come terra da sfruttare, per poi dilagare in tutta Europa. Il business è già radicato sul territorio e attraverso l’esportazione del crimine, della violenza contro le donne, dello spaccio di droga, garantisce non solo l’aumento del tasso di criminalità, ma anche di aggiungere un altro nuovo rischio per una serena convivenza urbana, in una società sempre più multiculturale.

Nonostante Gad Lerner dica un’altra cosa «Dopo Pamela, guardiamo attoniti la vita e la morte di Desirée: dipendente da eroina, figlia di spacciatore italiano e madre 15enne, vittima di pusher immigrati. Vicende tragiche che dovrebbero suggerirci qualcosa di più e di diverso dall’odio razziale».
Credo che Gad, da buon radical chic, collezionista di rolex, cerchi di scaricare le responsabilità di chi ha permesso che le periferie delle città italiane venissero infestate dalla presenza della mafia nigeriana, tanto che intere strade sono ormai infestate dallo spaccio di droga e dalla prostituzione h24. Il nostro buonista globalizzato condanna l’odio razziale, ma non ha tenuto conto che può esistere un ‘razzismo’ naturale, di chi cerca di difendersi dall’invadenza di un’immigrazione fuori controllo, come quello degli animali che marcano il loro territorio, e quindi sono pronti a difenderlo da qualunque ingerenza esterna, e c’è un ‘razzismo’ culturale, indotto da archetipi che si perdono nella notte dei tempi (KG Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo).
Nessun odio razziale quindi, ci basterebbe non assistere più a queste orribili vicende, e poter garantire anche la sicurezza delle donne italiane per le strade delle nostre città, ma ormai non credo sarà più possibile per molto tempo ancora.

Rosanna Spadini
Fonte: comedonchisciotte.org
28.10.2018

Attenzione, l’EUropa è obbligata ad istigare un golpe in Italia entro fine 2018: ecco come e perchè



DI MITT DOLCINO
qelsi.it
L’EU è in crisi esistenziale. Soprattutto a causa delle enormi bugie dette in passato con il fine non di aiutare i vari paesi ad uscire dalla crisi ma piuttosto di perpetrare il potere in mano all’asse franco tedesco, con lo scopo di creare un mostro sovranazionale – l’EU – in grado di sostituirsi a termine agli USA in EUropa, asservendosi agli interessi dell’asse dominante. Un piano che data dalla fuga dei nazisti in Sud America 75 anni fa; la rivincita, come se fosse stato rinviato a tempi più propizi.
Il problema reale è che l’austerità imposta ai periferici dal 2009 NON ha funzionato e non funziona, serve solo per drenare ricchezza dalla periferia al centro (gli USA ad esempio crescono del 4% facendo il perfetto contrario). Esempio da manuale la Grecia: lo stesso FMI ha riconosciuto che l’austerità ha fatto danni in Grecia, che “si sono sbagliati” a fare i conti, che il moltiplicatore fiscale è stato stimato male con il risultato di far crollare l’economia ellenica pur senza ridurre il debito (è passato dal 140% nel 2010 a circa il 175% attuale, senza prospettiva di ridurlo drasticamente per i prossimi 20 anni almeno).
Il problema è che annientare economicamente la Grecia è servito alle aziende EUropee, previa imposizione via troika di svendere le aziende statali, per comprare a basso prezzo pezzi pregiati del sistema ellenico. Su tutti gli aeroporti greci, preziosi, acquistati addirittura dallo Stato tedesco (ossia da un’azienda di stato teutonica). Lascio perdere il caso – scandaloso – dell’imposizione tra le misure della troika di una data di scadenza del latte ellenico più lunga, in modo da permettere alle aziende casearie e lattiere francesi e tedesche di penetrare il mercato del Peoloponneso, altrimenti troppo lontano.
Or dunque, oggi l’EU si trova davanti ad una minaccia mortale: le politiche economiche gialloverdi che rinnegano l’austerità rappresentano una minaccia mortale per gli interessi franco-tedeschi. Come abbiamo visto – appunto – l’austerità NON serve per uscire dalla crisi, anzi solo per peggiorarla costringendo nel tempo alla svendita del Paese. Oggi abbiamo finalmente uno scienziato dell’economia – e non il solito economista corrotto – a dirigere le danze, uno che NON ha bisogno di soldi ovvero non si fa comprare: Paolo Savona. Egli ha elaborato un piano tanto semplice quanto rivoluzionario: togliere austerità e fare spesa, contando sul fatto che l’economia sarebbe crescita più della salita del debito. Ossia riducendo il rapporto debito/PIL. BANG!
Pensateci bene: se il progetto savoniano funzionerà – come io penso, per altro – significherà mettere in discussione 10 anni di crisi euroimpostaDi più: si tratterà di chiedere i danni all’EU per gli errori fatti, in primis alla Grecia da Germania, Francia ed Olanda. Infatti sarà un attimo rinfacciare gli errori fatti in passato ad esempio con gli eurobonds.
Ricordo poco tempo fa le parole di uno di quei giornalisti intelligenti ma sempre troppo allineati a chi comanda, Barisoni, di Radio 24. La sua tesi era tanto semplice quanto disarmante: sulla Grecia e l’austerità euroimposta ci si è sbagliati, ci spiace, ma ora bisogna guardare avanti. Più o meno questo era il discorso. Eh non Barisoni, chi ha sbagliato deve pagare. Anzi, come in qualsiasi rapporto economico e commerciale, bisogna RIFONDERE I DANNI. Partiamo da questo concetto, correggere le storture passate pagando i danni, che è meglio. Faccio notare che per colpa di misure sbagliate la mortalità infantile di Atene ha raggiunto livelli di terzo mondo. L’Europa, noi Europei tutti, dobbiamo vergognarci di questo. E per colpa di Berlino e Parigi e delle loro manie di grandezza oltre che brame di potere!.
Or dunque, visto che le misure economiche di Paolo Savona e del governo gialloverde FUNZIONERANNO, l’EU deve impedirlo, semplice. Da qui la recente discesa in Italia di Draghi in confessione gesuitica con Sergio Mattarella.
Per essere chiari fino in fondo, l’EU è OBBLIGATA ad istigare un colpo di stato in Italia entro la fine dell’anno al massimo, più propriamente entro gli inizi di novembre, se non vuole scomparire nei prossimi 2 anni.
Questo per una serie di ragioni: la prima, con la nomina di Kavanaugh e le successive elezioni Midterm, Donald J. Trump ed i suoi militari avranno il pieno controllo delle operazioni. Infatti il Senato statunitense di fatto ha il ruolo di controllore del presidente; dopo la morte di McCain e dopo la prossima tornata elettorale la Presidenza USA avrà mani libere prima di tutto in tema di nomine, sia come ministri che ad esempio alla Fed, dove le strategie trumpiane sono state bloccate con lo stop alle nomine da parte del Senato, fino a oggi senza piena maggioranza.
In più la prossima primavera ci saranno le elezioni europee: immaginatevi cosa potrebbe succedere se le misure italiane, magari aiutate opportunamente dagli USA, dovessero anche solo fare intravedere una crescita dell’economia nazionale. Significherebbe la rivoluzione in EUropa all’ordoliberismo, tutta EUropa si accorgerebbe di essere stata turlupinata da Berlino e Parigi. E questo con lo scopo da una parte di rafforzare geostrategicamente i tedeschi e dall’altra per permettere alla Francia di continuare a vivere al di sopra delle sue possibilità.
Il progetto franco tedesco funziona solo se si riesce per un verso a drenare ricchezza dalla periferia (prima di tutto dal paese più ricco, l’Italia) e dall’altro ad indebolire il potere dell’avversario futuro dell’EU nel vecchio continente, gli USA. Ossia, encore, scagliarsi in particolare contro i principali partners statunitensi in EUropa (encore l’Italia).
Capito il perchè, possiamo immaginare come si estrinsecherà detto tentativo di golpe istigato dall’EU in Italia.
Prima di tutto si tenterà di destabilizzare il Belpaese a livello finanziario, con lo spread. Poi si faranno intervenire i cooptati ed i media locali per dinamitare le politiche italiche, ecco dunque spiegato il viaggio di Draghi a vistare Mattarella, con annessa conferenza stampa che tutti abbiamo dubitato avesse lo scopo di destabilizzare i mercati contro l’Italia.
Chiaramente la BCE farà la sua parte facendo esplodere lo spread.
Dopo le elezioni Midterm Trump, con la maggioranza della Fed per via dell’elezione di M. Bowman e M. Goodfriend, gli USA avranno gioco facile nel deragliare i tentativi della BCE di indirizzare i mercati in versione anti USA (ad oggi la maggioranza dei governatori eletti alla Fed – e non di quelli a rotazione – è ancora incredibilmente di stampo obamiano, con un governatore chiave per le decisioni di policies [Lael Brainard, nominata da Obama] addirittura tedesca, cresciuta nella Polonia comunista [ossia prossima a A. Merkel, …] ed in Germania prima della caduta del muro di Berlino).
Come capite l’EU non ha molto tempo. Se a fronte di risultati economici incoraggianti l’Italia anti austerità farà in modo di rendere ingovernabile l’EU alle prossime elezioni EUropee sarà un disastro.
Speriamo tutti che Germania e Francia non decidano di fare il grande passo ossia destabilizzare l’Italia con gli attentati (ora che l’arma dei migranti è stata neutralizzata, occhio però al futuro tentativo tedesco di spedire quanto più migranti giunti in Germania e Francia nel luogo diprimo approdo). Va peraltro detto che per evitare tale deriva gli USA da un anno e mezzo si sono premurati di rimpolpare tutti i ranghi NATO in Europa ed Italia con la maggioranza di generali italiani od oriundi. Ed il prossimo attacco agli francesi in Libya e Tunisia è questione di settimane, post conferenza intergovernativa per il Maghreb di metà novembre
Attenti ai segnali deboli nei prossimi giorni, l’EU è obbligata a reagire, non può lasciare lavorare Savona et al.

Mitt Dolcino
Fonte: http://www.qelsi.it
Link: http://www.qelsi.it/2018/attenzione-leuropa-e-obbligata-ad-istigare-un-golpe-in-italia-entro-fine-2018-ecco-come-e-perche/
23.10.2018
https://comedonchisciotte.org/attenzione-leuropa-e-obbligata-ad-istigare-un-golpe-in-italia-entro-fine-2018-ecco-come-e-perche/

Scenario da finimondo a L'Aquila.Piovono uccelli morti dal cielo!












Centinaia di storni morti stecchiti sulla statale 17 tra Bazzano e Paganica in provincia dell'Aquila.
La segnalazione di una donna che stava percorrendo la strada.Era uno scenario spaventoso da vedere ,gli uccelli erano sparsi lungo la strada tutti insieme come se fossero stati colpiti da un fulmine.

“Il Dipartimento di Tutela Ambientale di Roma Capitale si è immediatamente attivato insieme alla Protezione Civile per controllare la moria di storni verificatasi in alcune zone della città. Sui luoghi è intervenuto l’ufficio animali problematici del Dipartimento mentre Asl e Istituto Zooprofilattico sono stati coinvolti al fine di indagare sulle cause del fenomeno”. Lo comunica il Campidoglio. “In questi casi, la rimozione delle carcasse degli animali è affidata alla Asl che provvede anche alla loro distruzione. I resti degli uccelli sono stati già rimossi dalla Asl che li ha avviati all’incenerimento mentre alcuni esemplari sono stati prelevati dall’Istituto Zooprofilattico per i normali esami diagnostici. Ama è stata già coinvolta per la successiva pulizia e sanificazione di strade e marciapiedi secondo le procedure indicate dalle autorità sanitarie intervenute nelle operazioni”, conclude la nota».

Le cause dello strano fenomeno restano comunque ancora avvolte nel mistero.

https://terrarealtime.blogspot.com/2018/10/scenario-da-finimondo-laquilapiovono.html

domenica 28 ottobre 2018

I CHAKRA DELLE MANI















A volte possono essere già aperti, altre volte occorre “risvegliarli”. 
Questi chakra rappresentano due semisfere di diametro 5-7 cm, profonde 2,5-3 cm (secondo “Le Energie della Guarigione”). Possono essere usate per i trattamenti, senza toccare il soggetto, a distanza di 2-10 mm dalla superficie. Si possono anche trattare delle aree del corpo problematiche...
Esistono alcune tecniche della loro apertura. Eccone una.
Seduti con la schiena dritta e occhi chiusi. Le mani sulle ginocchia, pugni chiusi. Il pollice è sopra le altre dita. 
Immaginate che i palmi delle vostre mani siano dei fiori di loto. Sopra di voi c'è il SOLE SPIRITUALE. I fiori di loto nei vostri pugni lo sentono, come tutti i normali fiori vivi. 
Vogliono aprirsi a questa luce.


LENTAMENTE, iniziate ad aprire i pugni - così, come si aprono i fiori, con lentezza. Ogni dito è un petalo. 
Concentratevi sul centro dei palmi, sul cuore di loto. 
Aprite le mani completamente , con le dita divaricate. Tenetele un po' così, continuando a concentrarvi sul centro dei palmi.
Sentite come da lì vengono l'aroma, la luce, l'energia.

AMI

fonte https://cromopuntura-cromos.blogspot.com/2018/10/i-chakra-delle-mani.html

venerdì 26 ottobre 2018

Moncalvo: Agnelli segreti, il potere Usa dietro a Marchionne

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Chiedetevi chi mise Sergio Marchionne alla guida della Fiat, e capirete anche perché – alla morte di Gianni Agnelli, nel 2003 – la figlia Margherita fu clamorosamente estromessa dal futuro della famiglia, cioè dal controllo della impalpabile ma potentissima società “Dicembre”, vera e propria cassaforte e cabina di regia dell’Avvocato. E’ la tesi che propone Gigi Moncalvo, autore del dirompente saggio “Agnelli segreti”, misteriosamente sparito dalle librerie ma acquistabile online attraverso il sito dello stesso Moncalvo, giornalista di lungo corso. In un intervento-fiume alla trasmissione web-radio “Forme d’onda”, Moncalvo sintetizza: il potere finanziario globalizzatore si è sostanzialmente “ripreso” la holding torinese, imponendo le sue decisioni (Marchionne, John Elkann) dopo che i nomi più celebri della finanza planetaria – Rothschild, Rockefeller – avevano “soccorso” l’allora giovane Agnelli, erede del complesso industriale torinese che si era immensamente arricchito soprattutto con la guerra fascista. Armi e mezzi, treni e camion, motori: forniture pagate in lingotti d’oro. Poi, i bombardamenti alleati e la ricostruzione degli stabilimenti, con il Piano Marshall. Da allora, “l’amico americano” non mollò più la Fiat. E alla morte del carismatico Avvocato fece emergere in modo evidente le sue scelte: Marchionne e la Chrysler, al culmine di una internazionalizzazione già avanzatissima, con la sede fiscale in Gran Bretagna e il lavoro sostanzialmente portato via dall’Italia.
Autore di una minuziosa ricostruzione, basata essenzialmente sulle carte processuali prodotte dalla clamosa “guerrafamiliare” aperta da Margherita Agnelli per difendersi da quello che lei considera “il golpe del 2003”, Moncalvo ha riempito di Gigi Moncalvovoluminosi dossier un intero appartamento. Un lavoro di scavo giornalistico, il suo, magistralmente riproposto – a puntate – anche nelle trasmissioni “Reteconomy”, diffuse su YouTube. Focus: la controversia giudiziaria (non ancora esaurita, ma silenziata dai media) sulla vastissima eredità di Gianni Agnelli, in gran parte costituita da beni collocati all’estero: «Dal testamento emerse un ammontare che si aggirava sui 300 milioni di euro, inferiore a quelli di Pavarotti e Lucio Dalla, mentre oggi la vedova dell’Avvocato, Marella Caracciolo, è accreditata di una fortuna pari ad almeno 20 miliardi di euro, forse in parte custoditi in un bunker super-blindato all’aeroporto di Ginevra». Singolare, rileva Moncalvo, che tanto denaro sia stato parcheggiato all’estero, da un uomo a capo di un’azienda così pesantemente foraggiata dallo Stato italiano: straniera, oggi, anche la domiciliazione fiscale dell’ex Fiat, senza calcolare i conti (personali) nei vari paradisi fiscali del pianeta.
Proprio la ricostruzione della reale entità patrimoniale del padre, ricorda Moncalvo, è stata il punto di partenza della clamorosa azione legale condotta da Margherita Agnelli, ex moglie di Alain Elkann e madre di Lapo e John, vistasi improvvisamente isolata: all’apertura del testamento, Margherita Agnelli scoprì che sua madre Marella e suo figlio John si erano accordati con i due plenipotenziari dell’anziano “monarca”, vale a dire Gianluigi Gabetti (amministratore dei beni di famiglia) e Franzo Grande Stevens, divenuto l’avvocato più importante, nella vita di Gianni Agnelli, dopo la perdita dello storico legale Vittorio Chiusano. L’intento di Margherita, spiega Moncalvo, era quello di riunire la famiglia – lei, la madre e il figlio – nella piena condivisione paritetica della “Dicembre”, vero e proprio forziere dell’impero Fiat, pur essendo una “società semplice” (senza neppure l’obbligo di presentare bilanci). Ma nello stesso giorno della lettura testamentaria, continua Moncalvo, Margherita Agnelli ebbe la più amara delle sorprese: sua madre Marella cedette gran parte delle sue quote della “Dicembre” all’allora giovanissimo nipote John, che a quel punto divenne formalmente l’unico vero padrone dei destini della Margherita Agnelli“royal family”, senza però che vi fosse traccia di un’investitura (scritta) da parte del nonno. Come se, appunto, l’operazione fosse stata il frutto di una occhiuta regia esterna, affidata all’abilissima “manovalanza” di Gabetti e Grande Stevens.
Il primo a protestare per lo strano ingresso nel board Fiat dell’imberbe John Elkann era stato Edoardo Agnelli, che nella “Dicembre” non aveva mai neppure voluto mettere piede. Poco prima di essere ritrovato senza vita ai piedi di un viadotto dell’autostrada Torino-Savona, il figlio “ribelle” dell’Avvocato confidò al “Manifesto” che trovava inappropriata la nomina del 21enne John nel Cda della Fiat, a pochi giorni dalla morte del cugino “Giovannino” (Giovanni Alberto) Agnelli, figlio di Umberto, lanciatissimo nella carriera aziendale ma stroncato da un tumore a soli 33 anni. John Elkann, ricorda Moncalvo, in fondo deve la sua attuale posizione a una serie terribile di decessi: il nonno Gianni, lo zio Umberto, il cugino Giovannino e, ovviamente, lo stesso Edoardo, sulla cui fine – l’ipotetico volo dal viadotto di Fossano – le prime ombre furono sollevate dal regime iraniano, secondo cui il figlio dell’Avvocato sarebbe stato “suicidato dai sionisti”. Evidente l’allusione (velenosa) ad Alain Elkann, il padre di John, ebreo osservante. Secondo lo studioso italiano Gianfranco Carpeoro, Alain Elkann sarebbe un autorevole esponente nel B’nai B’rith, esclusiva massoneria ebraica strettamente controllata dal Mossad, mentre lo sfortunato Edoardo Agnelli, fratello di Margherita, aveva aderito all’Islam e addirittura al Sufismo. Una celebre foto lo ritrare in preghiera a Teheran, di fronte all’ayatollah Alì Khamenei.
Nella visione di Moncalvo (autore non solo di “Agnelli segreti”, ma anche de “I lupi e gli agnelli”) la tragica fine di Edoardo è ben presente, ma il giornalista evita accuratamente qualsiasi tentazione complottistica. Moncalvo preferisce stare ai fatti: e le carte (specie quelle prodotte da Margherita Agnelli) raccontano di una sostanziale svolta, nel management e nella proprietà dell’impero ex-Fiat, che appare imposta da lontano, come se i veri dominus del destino del gruppo non risiederesso più a Torino. Un “trasloco” reso lampante dall’avvento di Marchionne, ma in realtà risalente – nelle intenzioni – a un passato assai meno recente. Ai microfoni di “Forme d’onda”, Moncalvo parla addirittura del primissimo dopoguerra, quando l’allora giovane “vitellone” Gianni Agnelli, rinomato playboy, «viveva in una sfarzosa villa in Costa Azzurra, disertata però dal bel mondo dell’epoca, che non perdonava al rampollo torinese la fortuna del nonno, costruita con le commesse militari del fascismo».Sergio Marchionne e John ElkannTutto cambiò, dice Moncalvo, quando Gianni Agnelli incontrò «la donna più importante della sua vita: Pamela Churchill Harriman», nuora dello statista britannico. «Da quel momento, la nuova fidanzata gli aprì porte prima impensabili: le grandi banched’affari americane, i Rothschild, i Rockefeller. Potenze finanziarie, coinvolte nel Piano Marshall che poi avviò la “resurrezione” della Fiat devastata dalle bombe alleate».
Del resto, è noto che lo stesso Gianni Agnelli scrisse la prefazione (nell’edizione italiana) dello storico saggio “La crisi della democrazia”, vero e proprio manifesto del pensiero unico neoliberista, commissionato da quella Commissione Trilaterale di cui lo stesso Avvocato era membro, accanto a personaggi come Henry Kissinger e David Rockefeller. Moncalvo invita a far luce sull’insieme, collegando i fili su cui il giornalismo nostrano sorvola regolarmente. Per poi scoprire, magari, che alla morte dell’Avvocato quel super-potere si è semplicemente ripreso il pieno controllo dell’impero torinese, a lungo affidato alla sapiente guida politica del principe degli industriali italiani. Un monarca intoccabile, ricorda Moncalvo: avvicinandosi la tempesta di Tangentopoli, Gianni Agnelli ottenne l’immunità parlamentare da Francesco Cossiga, che lo nominò senatore a vita, mentre l’avvocato Chiusano “blindò” la Fiat dall’insidioso attacco di Mani Pulite, che aveva già portato all’arresto del numero tre del gruppo, Francesco Paolo Mattioli, la mente finanziaria della holding torinese.
Riuscirono a fare della Fiat un’eccezione, dice Moncalvo: grazie al magistrale Chiusano, si stabilì che il tribunale competente non sarebbe stato quello dell’area dove erano stati contestati i reati (Milano) ma quello di Torino, sede dell’azienda. «Un po’ come se la Juventus giocasse sempre e solo in casa». E a proposito di Juve: «Mai, con l’Avvocato in vita, si sarebbe potuta contestare legalmente la gestione Moggi, togliendo scudetti alla squadra fino a retrocederla in Serie B». Moncalvo spiega così sua la passione per il giallo-Agnelli: «La dirompente azione legale di Margherita ha permesso di svolgere finalmente un’attività Agnelli segretigiornalistica, attorno alla famiglia più potente d’Italia, sempre protetta dalla micidiale autocensura degli stessi giornalisti, e non solo». Pensate, aggiunge, che il film-capolavoro “Il silenzio degli innocenti”, con Anthony Hopkins e Jodie Foster, uscì in tutto il mondo con il titolo originale, “The silence of the lambs”, cioè quello del romanzo di Thomas Harris, da cui era tratto. Solo in Italia, «senza alcun riguardo per l’opera di Harris», al “silenzio degli agnelli” si preferì quello, molto meno rischioso, degli “innocenti”.
(Sono due i saggi di Moncalvo sulla famiglia Agnelli, stranamente irreperibili in libreria ma comodamente acquistabili sul sito dell’autore. Il primo: Gigi Moncalvo, “Agnelli segreti”, sottotitolo “Peccati, passioni e verità nascoste dell’ultima ‘famiglia reale’ italiana”, 522 pagine, 20 euro. Contenuto: “Processi di cui nessuno parla, testamenti ’segreti’, amori clandestini, morti sospette, eredità contese, prestanome all’estero, evasioni fiscali: a undici anni dalla morte dell’Avvocato, finalmente senza censure la saga familiare più avvincente d’Italia”. Il secondo: Gigi Moncalvo, “I lupi e gli agnelli”, sottotitolo “Ombre e misteri della  famiglia più potente d’Italia”, 476 pagine, 20 euro. Contenuto: “Mi hanno rubato i figli per farne degli eredi Agnelli”. Il racconto delle verità, dei retroscena, delle ‘trappole’, dei documenti inediti che hanno fatto da contorno alla guerra dichiarata da Margherita alla sua famiglia. E viceversa…).
fonte http://www.libreidee.org/2018/10/moncalvo-agnelli-segreti-il-potere-usa-dietro-a-marchionne/

#grilloperlatesta Di Stefano Davidson


In merito a eventuali "poteri scomodi" del Presidente della Repubblica, a mio avviso ritengo lo siano in maniera smaccata quelli cosiddetti sostanziali, ovvero quegli atti di competenza esclusiva del Presidente il quale, grazie a questi, può nominare un terzo dei giudici della Consulta, mentre un altro terzo lo nominano le Supreme Magistrature tipo CSM i cui tre membri fondamentali sono guarda caso il Presidente della Repubblica, il Primo Presidente della Corte di cassazione e il Procuratore Generale presso la Corte di cassazione che tra l'altro, comunque, vengono nominati dal succitato CSM di cui fanno parte Ops!
Detto questo basti ricordare quanto all’art.17.1, l. 195/1958, ovvero che "tutti i provvedimenti riguardanti i magistrati sono adottati, in conformità delle deliberazioni del Consiglio superiore, con decreto del Presidente della Repubblica (controfirmato dal Ministro; ovvero, nei casi stabiliti dalla legge, con decreto del Ministro di Giustizia).
Vanno infine considerati anche gli altri atti che il Presidente della Repubblica compie, in quanto Presidente del C.S.M., per permetterne il regolare funzionamento dal momento che egli agirebbe, in tale (bipolare) ipotesi, in veste di Presidente del C.S.M. e non come Presidente della Repubblica (infatti in caso di assenza del Presidente, essi possono essere posti in essere dal Vice-Presidente del C.S.M.).
Va da sé che quindi, ne potrà comunque indirizzare le scelte, visto il suo ruolo primario, secondo interpretazioni costituzionali gradite agli stessi come detto da lui nominati per un terzo e dall'organo che Presiede per un altro terzo.
Ovvero chi ha messo lì l'attuale Prefidente, che a sua volta era stato messo lì da un Presidente rieletto al di là di ogni logica costituzionale (ma solo per forzature volute dall'esterno da chi teneva l'exfasciocomunista per le palle da mó avendogli fatto tra l'altro nominare la Corte Costituzionale di cui faceva parte quello che oggi è il suo successore e che guarda caso non ha avvertito incostituzionalitá nel doppio mandato di cui sopra), sapeva benissimo come da quella posizione, forzando la mano, anche in faccia a un Popolo sostanzialmente giuridicamente ignorante e supino come pochi, si potessero poi tirare molte più leve che da dentro il Parlamento.
Stefano Davidson

mercoledì 24 ottobre 2018

#manovraemanovratori. Di Stefano Davidson


Dal 1992 (firma dei patti di Maastricht), nessun Paese ha avuto i propri conti sotto controllo come l'Italia.
Se non ci fosse stato il debito pubblico pregresso, l'Italia disporrebbe ora di oltre 300 miliardi di euro. La Germania, che è il paese più virtuoso dopo di noi, nemmeno si avvicina a un terzo di quella cifra.
Ringraziare chi per decenni ha speso più di quanto incassasse e ciò perdurava fin dall'ultimo governo Andreotti.
Il conto è semplice da fare:
spesa pubblica - le entrate prima del pagamento degli interessi (il saldo primario).
Ricordo ai distratti come Intorno al 1990 il bilancio dello Stato fosse in pareggio prima del pagamento degli interessi, ovvero, non generava un nuovo deficit prima di pagare gli interessi sul cumulato dei deficit prodotti nel corso della storia.
Stefano Davidson

domenica 21 ottobre 2018

Sospesa licenza azienda Big Pharma, vaccino antitetano sterilizza 500.000 ragazze keniote.


















Una società di Big Pharma , sponsorizzata dallo stato, fabbrica vaccino che ha sterilizzato oltre 500.000 ragazze in Africa gli hanno revocato licenza. 

Secondo il leader dell'opposizione  Keniote, Raila Odinga, mezzo milione di ragazze ora sono sterili a seguito di un vaccino antitetanico somministrato dal governo nel 2014 e nel 2015.

Thefreethoughtproject.com riporta: La controversia è iniziata nel 2016 quando Agriq-Quest Ltd, un'azienda farmaceutica con sede a Nairobi, ha avuto una disputa con il Ministero della Sanità del Kenya per le vaccinazioni contro il tetano e il polio. Un gruppo di medici cattolici ha originariamente presentato le accuse sostenendo che i vaccini potevano contenere un ormone pericoloso per le giovani donne e causare una possibile sterilizzazione.

Come ha riferito l'Agence de Presse Africaine :

Odinga ha detto che le ragazze e le donne tra i 14 e i 49 anni delle popolazioni in più rapida crescita nel paese non avranno figli, a causa di un esercizio di sterilizzazione sponsorizzato dallo stato  venduto al paese come vaccinazione contro il tetano.

La Chiesa cattolica ha lanciato in solitaria la campagna e l'allarme contro la vaccinazione antitetanica ma è stata ignorata, dopo aver elevato preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino che veniva usato.

A quel tempo, la Chiesa cattolica in Kenya sosteneva che il vaccino antitetanico usato dal governo del Kenya e dalle agenzie delle Nazioni Unite era contaminato da un ormone (hCG) che può causare aborti e rendere sterili alcune donne.

"La posizione della Chiesa è stata informata di ciò che era accaduto in Messico, Nicaragua e Filippine, dove i vari governi insieme con WHO / UNICEF avevano condotto campagne simili usando il tossoide tetanico impregnato di beta gonadotropina corionica umana (BhCG) che causa l'infertilità permanente tra ragazze e donne ", Ha continuato Odinga.

Odinga afferma di aver confermato attraverso l'analisi dei campioni che i vaccini utilizzati erano contaminati dall'ormone.

"Oggi possiamo confermare al paese che la Chiesa cattolica aveva ragione. Centinaia di migliaia di ragazze e donne, di età compresa tra i 14 e i 49 anni, provenienti dalle popolazioni in più rapida crescita nel paese non avranno figli, a causa della sterilizzazione sponsorizzata dallo stato che è stata venduta al paese come vaccinazione contro il tetano ", ha dichiarato.

Dopo che la licenza di Agriq-Quest è stata sospesa, la società ha puntato il dito contro il governo. Sostenevano che la decisione del governo di sospendere la licenza era dovuta al fatto che Agriq-Questrifiutava di sottoporre a test medici.

Secondo Business Daily Africa , quando Agriq-Quest ha condotto i test sui vaccini, ha trovato i sospetti della Chiesa cattolica corretti.

Come riportava BDA, "I risultati della compagnia dai test effettuati sulle fiale hanno mostrato che i campioni dei vaccini erano contaminati come era stato affermato dalla Chiesa cattolica e Agriq-Quest ha affermato che il governo voleva che i risultati fossero modificati per mostrare che erano adatti a essere somministrato a donne e bambini ".

Secondo Odinga, come riportato dall'APA, il governo, per qualche misteriosa ragione, era deciso a ingannare il paese, mentre intenzionalmente sterilizzava le ragazze e le donne del Kenya.

"I vaccini sono un grande crimine commesso contro le donne. Le donne dovrebbero scegliere quando avere figli e come distanziarli ", ha detto.

È importante sottolineare che la convinzione che le vaccinazioni contro il tetano che sterilizzano i cittadini sia stata a lungo controversa in Kenya ed è stata smentita prima di queste affermazioni.

Inoltre, dopo che la discussione si è conclusa, nonostante le affermazioni dei test che dimostrano la contaminazione, l'UNICEF e l'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno dichiarato che i vaccini erano sicuri e acquistati da un fabbricante pre-qualificato.

Tuttavia, secondo Odinga, hanno avuto accesso all'analisi di quattro istituzioni altamente rispettate, come Agriq Quest LtdNairobi Hospital Laboratories, l'Università di Nairobi e Lancet Kenya.

"Questi risultati indicano che il vaccino contro il tossoide tetanico ha un alto contenuto di beta gonadotropina corionica umana (BhCG) che causa sterilità nelle donne".