martedì 26 settembre 2017

VACCINI: Ecco quanto sono sicuri i vaccini burio-lorenziniani!

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29 aprile 2017
Un immunologo di Harvard ha scritto una lettera aperta per spiegare il perché i bambini non vaccinati non rappresentano alcun rischio per le loro controparti vaccinate.
Riportiamo qui di seguito l’articolo pubblicato su Vaxxter.com:
Onorevole Legislatore:
Mi chiamo Tetyana Obukhanych. Ho un dottorato in immunologia. Scrivo questa lettera nella speranza che correggerà diversi pregiudizi comuni sui vaccini per aiutarLa a formulare una comprensione equa ed equilibrata, sostenuta dalla teoria dei vaccini accettata e dai più aggiornati risultati scientifici.
La domanda è:

I bambini non vaccinati costituiscono una minaccia maggiore per il pubblico rispetto ai vaccinati?

Spesso si afferma che coloro che scelgono di non vaccinare i propri figli per ragioni di coscienza mettono in pericolo il resto del pubblico, e questa è la ragione per la quale si legifera onde porre fine alle esenzioni sui vaccini attualmente considerate dai legislatori federali e statali a livello nazionale. Dovrebbe però essere consapevole che la natura della protezione offerta da molti vaccini moderni – e che include la maggior parte dei vaccini raccomandati dal CDC per i bambini – non è coerente con una tale affermazione. Ho sottolineato sotto i vaccini raccomandati che non possono impedire la trasmissione di malattie o perché non sono progettati per prevenire la trasmissione di infezione (piuttosto, sono destinati a prevenire i sintomi della malattia) o perché sono formulati per malattie non trasmissibili. Le persone che non hanno ricevuto i vaccini menzionati qui sotto non costituiscono minacce più alte per il grande pubblico rispetto a coloro che hanno fatto il vaccino, e ciò significa che la discriminazione nei confronti dei bambini non immunizzati in un ambiente pubblico scolastico potrebbe non essere auspicabile.
POLIO – Lo IPV (vaccino Salk con poliovirus attenuato) non può impedire la trasmissione del poliovirus. Il poliovirus libero è scomparso negli USA da almeno due decenni. Anche se il poliovirus dovesse essere reimportato da qualche viaggiatore, il vaccino per la polio con IPV non può pregiudicare la sicurezza degli spazi pubblici. Si prega di notare che l’eradicazione del poliovirus è attribuita all’uso di un vaccino diverso, OPV o vaccino per via orale (Sabin NdT) del poliovirus. Nonostante sia in grado di prevenire la trasmissione di poliovirus, l’uso di OPV è stato gradualmente eliminato negli Stati Uniti e sostituito con IPV a causa di problemi di sicurezza.
TETANO – Il tetano non è una malattia contagiosa, bensì piuttosto acquisita da ferite profonde di punture contaminate da spore di Clostridium Tetani. La vaccinazione per il tetano (tramite il vaccino combinato DPT) non può alterare la sicurezza degli spazi pubblici; è destinato a dare  protezione personale solamente.DIFTERITE – Mentre intende prevenire gli effetti causati dalla malattia della tossina della difterite, il vaccino contro la tossina difterica (incluso anche nel vaccino DPT) non è stato progettato per prevenire la colonizzazione e la trasmissione di Clostridium Diphtheriae. La vaccinazione per la difterite non può alterare la sicurezza degli spazi pubblici; è altresì previsto solo per la protezione personale.
PERTOSSE –  Il vaccino contro la pertosse acellulare (aP) (l’elemento finale del vaccino combinato DTaP o DPT), ora in uso negli Stati Uniti, ha sostituito il vaccino della pertosse a cellula intera alla fine degli anni ’90, seguito da una rinascita senza precedenti di tosse asinina. Un esperimento con l’infezione deliberata di pertosse nei primati ha rivelato che il vaccino aP non è in grado di prevenire la colonizzazione e la trasmissione di Bacillus Pertussis. La FDA ha emesso un avvertimento in merito a questa rilevanza fondamentale.
Inoltre, la riunione del consiglio dei consiglieri scientifici del CDC del 2013 ha rilevato ulteriori dati di allarme che le varianti di pertosse (ceppi negative PRN) attualmente in circolazione negli Stati Uniti hanno acquisito un vantaggio selettivo per infettare quelli che sono aggiornati per i loro booster DTaP, il che significa che 
le persone che sono aggiornate hanno maggiori probabilità di essere contagiate e quindi contagiose rispetto alle persone non vaccinate.
INFLUENZA – Tra i numerosi tipi di Orthomixovirida Influenzae, il vaccino Hib copre solo il tipo B. Nonostante la sua sola funzione, quella di ridurre il trasporto Hib a livello sintomatico e asintomatico, l’introduzione del vaccino Hib ha inavvertitamente spostato la dominanza del ceppo verso altri tipi di H. influenzae (tipi da a ad f). Questi tipi hanno causato una malattia invasiva alta severità e crescente incidenza negli adulti nell’era della vaccinazione Hib dei bambini. La popolazione generale è più vulnerabile alla malattia invasiva di quanto non fosse prima dell’inizio della campagna di vaccinazione Hib. La discriminazione nei confronti di bambini non vaccinati per Hib non ha alcun senso scientifico nell’epoca della malattia di tipo  H. influenzae di tipo non-B.
  EPATITE B –  L’epatite B è un virus ematico. Non si diffonde in un ambiente di comunità, in particolare tra i bambini che non sono impegnati a compiere comportamenti ad alto rischio, come la condivisione di aghi o il sesso. Il vaccinare bambini per l’epatite B non può alterare in modo significativo la sicurezza degli spazi pubblici. Inoltre, l’ammissione alla scuola non è proibita per i bambini che sono portatori di epatite B cronica. L’impedire l’ammissione scolastica per coloro che sono semplicemente non vaccinati – e nemmeno portatori dell’epatite B – costituirebbe discriminazione irragionevole ed illogica.
In sintesi, una persona che non è vaccinata con vaccini IPV, DPT, HepB e Hib a causa di obiezione di coscienza non pone alcun pericolo extra per il pubblico. Nessuna discriminazione è quindi giustificabile.

Quanto spesso accadono gravi eventi avversi da vaccino?
Spesso si afferma che la vaccinazione raramente porta a complicazioni gravi. Purtroppo questa affermazione non è supportata dalla scienza. Un recente studio fatto in Ontario, Canada, ha stabilito che la vaccinazione effettivamente porta a una visita di emergenza per 1 su 168 bambini dopo la loro vaccinazione dei 12 mesi, e per 1 su 730 bambini dopo il loro richiamo di vaccinazione dei 18 mesi.

Quando il rischio di un evento avverso che richiede una visita in Pronto Soccorso dopo vaccinazione sul bambino si è dimostrato così elevato, la vaccinazione deve per forza rimanere una scelta per i genitori che possono comprensibilmente non essere disposti a assumere questo rischio immediato per proteggere i propri figli dalle malattie che sono generalmente considerate leggere o cui loro bambini potrebbero mai venire esposti.

Può esserci discriminazione contro le famiglie che si oppongono ai vaccini per motivi di coscienza, per impedire future epidemie di malattie virali trasmissibili, come il morbillo?

Gli scienziati impegnati nella ricerca hanno da tempo notato il “paradosso del morbillo”. Cito dall’articolo di Poland & Jacobson (1994) “Non riuscire a raggiungere l’obiettivo dell’eliminazione dei casi di morte: paradosso apparente delle infezioni con morte nelle persone immunizzate”. Arch Intern Med 154: 1815-1820:
“Il paradosso apparentemente è che quando i tassi di immunizzazione contro il morbillo aumentano a livelli elevati in una popolazione, il morbillo diventa una malattia che si presenta nelle persone immunizzate”.
Ulteriori ricerche hanno determinato che dietro il “paradosso morbillo” c’è una frazione della popolazione chiamata “basso responder al vaccino”. I pazienti con bassa risposta sono coloro che rispondono male alla prima dose del vaccino contro il morbillo. Questi individui poi montano una debole risposta immunitaria alla successiva vaccinazione e ritornano rapidamente al bacino dei  “suscettibili” entro 2-5 anni, nonostante siano stati completamente vaccinati.
La re-vaccinazione non riesce a correggere una bassa reattività: sembra essere un tratto immuno-genetico. La percentuale di bambini con bassa risposta è stata stimata pari al 4,7% negli USA.
Studi di epidemie di morbillo in Quebec, Canada e in Cina attestano che i focolai di morbillo si verificano ancora, anche quando la conformità alla vaccinazione è nella massima fascia (95-97% o addirittura 99%). Ciò è dovuto al fatto che anche nei pazienti con risposta elevata al vaccino, gli anticorpi indotti dal vaccino sono diminuiti nel tempo. L’immunità del vaccino non è uguale all’immunità di vita acquisita dopo l’esposizione naturale a questa malattia.
E’ stato documentato che le persone pur vaccinate che sviluppano morbillo sono poi contagiose. Infatti, due focolai di morbillo importanti nel 2011 (in Quebec, Canada e New York, NY) sono stati reintrodotti da individui precedentemente vaccinati.
Considerati insieme, questi dati rendono evidente che l’eliminazione delle esenzioni vaccinali, attualmente solo utilizzata da una piccola percentuale di famiglie, non risolverà né il problema della rinascita delle malattie, né impedisce la reimportazione e l’esplosione di malattie precedentemente eliminate

La discriminazione contro gli obbiettori di coscienza è l’unica soluzione pratica?
La maggior parte dei casi di morbillo negli ultimi episodi epidemici statunitensi (compreso il recente episodio di Disneyland) sono adulti molto giovani o neonati, mentre nell’epoca della pre vaccinazione il morbillo si è verificato principalmente tra i 1 ed i 15 anni. L’esposizione naturale al morbillo è stata seguita da un’immunità permanente dalla re-infezione, mentre l’immunità data dal  vaccino diminuisce nel tempo, lasciando gli adulti non protetti dai loro vaccini presi nell’infanzia. Il morbo è più pericoloso per i neonati e per gli adulti che per i bambini di età scolare.
Nonostante le elevate probabilità di esposizione nell’era pre-vaccinazione, il morbillo praticamente non è mai avvenuto nei bambini molto più giovani di un anno di età a causa del robusto meccanismo materno di trasferimento dell’immunità. La vulnerabilità dei neonati molto giovani al morbillo oggi è l’esito diretto della prolungata campagna di vaccinazione maschile del passato, durante il quale le loro madri, vaccinate nella loro infanzia, non erano in grado di provare naturalmente il morbillo in una scuola tutta immunizzata e stabilire a vita l’immunità che sarebbe stata trasferita anche ai loro bambini in modo da proteggerli dal morbillo per il primo anno di vita. Sfortunatamente, esiste un sostegno terapeutico di riserva per imitare l’immunità materna ora rovinata dalle vaccinazioni. I neonati, nonché altri individui vulnerabili oppure immuno-compromessi, sono idonei a ricevere immunoglobulina, una misura potenzialmente di emergenza che fornisce gli anticorpi diretti contro il virus per prevenire o mitigare la malattia dopo l’esposizione.
In sintesi:
1) a causa delle proprietà dei vaccini moderni, gli individui non vaccinati non presentano un rischio maggiore di trasmissione di poliomielite, difterite, pertosse e numerosi ceppi di tipo H. B. influenzae di tipo non bovino, gli individui non vaccinati non presentano praticamente alcun pericolo di trasmissione dell’epatite B in un ambiente scolastico, e il tetano non è affatto trasmissibile;
2) esiste un rischio significativamente elevato di visite in pronto soccorso dopo le programmate vaccinazione infantili, cosa che attesta che la vaccinazione non è priva di rischi;
3) i focolai di morbillo non possono essere interamente prevenuti anche se avevamo quasi perfetta conformità alla vaccinazione;
4) è disponibile un metodo efficace per prevenire il morbillo e altre malattie virali nei neonati non vaccinabili e gli immuno depressi, l’immunoglobulina, per coloro che possono essere esposti a queste malattie.
Questi quattro fattori chiariscono nel loro insieme che la discriminazione nelle scuole o asili pubblici nei confronti di bambini non vaccinati per obiezione di coscienza è completamente ingiustificata, poiché lo status di vaccino degli obiettori di coscienza non pone un rischio indebito per la salute pubblica.
Sinceramente,
Tetyana Obukhanych PhD
Nata in Ucraina, Tetyana Obukhanych è venuta negli Stati Uniti per perseguire la sua istruzione. Nel 2006 ha discusso il suo dottorato di ricerca. Tesi in immunologia all’Università  Rockefeller, New York, NY. Successivamente ha svolto stages  di formazione post-dottorale in laboratori di immunologia accademici affiliati alla Harvard Medical School e alla Stanford University School of Medicine. Nel 2015 diventa Direttore Fondatore di Consenso Informato, dedicato alla salvaguardia del consenso informato nella vaccinazione e nell’educazione del pubblico sulle malattie infettive e sul sistema immunitario.
Benché interessanti, le lettere sono troppe (137)per essere tutte tradotte, e variano dalle tipiche obiezioni stile CICAP di assai scarsa credibilità  alle difese dei pro-obiezione che variano in credibilità ma sono sovente ricche di citazioni di accademici che denunciano la completa prostituzione del sistema sanitario americano alle case farmaceutiche, per cui la loro evidenza scientifica sarebbe poco credibile. NdT
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fonte  https://disquisendo.wordpress.com/2017/09/23/vaccini-ecco-quanto-sono-sicuri-i-vaccini/

Omicidi e stragi, la guerra segreta degli inglesi contro l’Italia

“Colonia Italia”. Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano. Le prove nei documenti top secret di Londra. Sono cose che dobbiamo sapere. Quando si pensa alle ingerenze dall’estero nei confronti del nostro paese si pensa sempre agli Stati Uniti d’America. Ma basta aprire una cartina geografica e vedere dov’è l’Inghilterra, un’isola del Nord Europa, e dove sono stati per molti decenni – a ancora oggi – i suoi interessi economici, strategici, militari. In Nord Africa, nel Medio Oriente e in Estremo Oriente. E cosa c’è tra la Gran Bretagna e i suoi interessi? C’è il Mediterraneo e, al centro del Mediterraneo, l’Italia. Quindi già dai tempi del Risorgimento, l’Italia per la Gran Bretagna era una postazione di fondamentale importanza, attraverso la quale poteva controllare i suoi domini e le sue rotte marittime. Poi l’Italia perde la Seconda Guerra Mondiale e, tra Gran Bretagna e Stati Uniti, c’è una visione molto conflittuale sul problema Italia: per gli Stati Uniti noi eravamo un paese cobelligerante, cioè che si era autoliberato dal nazifascismo combattendo al fianco degli alleati. Per la Gran Bretagna invece noi eravamo un paese sconfitto tout-court. Punto e basta. Quindi un paese soggetto ai vincoli, imposti attraverso trattati internazionali, dalle potenze vincitrici alle nazioni sconfitte.
Questo ha determinato il corso degli eventi della storia successiva, praticamente fino ai giorni nostri. Al tavolo della pace, quando le grandi potenze vincitrici cominciarono a spartirsi il mondo in aree di influenza, all’interno del campo atlantico la Union JackGran Bretagna pretese e ottenne, dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica, una sorta di diritto di supervisione sull’Italia. Quindi l’Italia, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, è paese che appartiene all’area di influenza britannica. C’è una differenza importante tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Gli Usa hanno combattuto anche in Italia una guerra contro il comunismo. La Gran Bretagna non ha combattuto solo quella, ma anche una guerra contro l’Italia, in modo particolare contro quella parte della classe dirigente italiana del secondo dopoguerra – penso ai De Gasperi, ai Mattei, ai Fanfani, ai Vanoni fino ad Aldo Moro, sovranista – cioè, che pur nel contesto di un’alleanza internazionale, l’alleanza atlantica, si muoveva con una propria visione sulla base di un proprio interesse nazionale. Era l’Italia del dopoguerra, uscita a pezzi, che però voleva crescere, riprendersi, ricostruire le proprie istituzioni, il proprio sistema economico. E per poterlo fare aveva bisogno di quella materia prima che è il sangue, l’ossigeno per ogni sistema, e cioè il petrolio, l’energia. Questo è stato all’origine di un conflitto con la Gran Bretagna che dura ancora oggi.
La Gran Bretagna, che ha esercitato un controllo pressoché assoluto sul nostro sistema di informazione, ha usato la stampa, i giornali, gli opinion leader, gli intellettuali per orientare l’opinione pubblica e tentare di condizionare le scelte politiche dei partiti e dei governi. Una di queste grandi scelte su cui la Gran Bretagna ha tentato di condizionarci è stata la politica mediterranea, la politica energetica e petrolifera dell’Italia. De Gasperi, presidente del Consiglio nel 1953, aveva il mandato britannico di sciogliere l’Agip. Mattei, nel 1953, era stato messo alla presidenza dell’Agip per scioglierla. E invece di sciogliere l’Agip lui fondò l’Eni, grazie anche a un decreto di De Gasperi. E dopo aver fondato l’Eni, Mattei cominciò ad attuare una propria politica. Non era accettata l’Italia di Mattei, dell’Eni, al tavolo delle grandi compagnie internazionali, in modo particolare di quelle britanniche, con pari dignità. Era ammessa a sedersi, tutt’al più, su uno strapuntino, ma Mattei e l’Italia di quegli anni non volevano assolutamente dipendere dal punto di vista energetico dalla Gran Bretagna. Per cui cercarono Matteiautonomamente le fonti di approvvigionamento, offrendo ai paesi produttori di petrolio, che erano quasi tutti controllati dalle compagnie britanniche, condizioni più favorevoli.
C’era la famosa regola del fifty-fifty: 50% ai produttori, 50% alle compagnie petrolifere straniere. Questa era una regola imposta dalle “sette sorelle”. Mattei cambiò le regole dello scambio, proponendo il 25% alle compagnie e il 75% ai produttori: i paesi produttori trovarono più conveniente fare affari con l’Italia che non con la Gran Bretagna. Questo disturbò parecchio gli inglesi. La rivelazione di questo libro è l’esistenza di una vera e propria macchina della propaganda occulta britannica. E questa macchina venne scagliata contro De Gasperi e contro il suo erede politico Attilio Piccioni, attraverso la macchina del fango. De Gasperi venne coinvolto in uno scandalo, il famoso scandalo Guareschi – De Gasperi delle lettere che poi risultarono false, fabbricate dalla propaganda occulta inglese, e Piccioni venne coinvolto in un altro scandalo, quello famosissimo di Wilma Montesi, la ragazza trovata morta su una spiaggia di Tor Vaianica. Il figlio, Piero Piccioni, venne coinvolto in quello scandalo; e il padre, ministro degli esteri, sodale di De Gasperi e protettore di Enrico Mattei, venne travolto da quell’ondata di fango. Poi lo scandalo si rivelò infondato, perché le responsabilità del figlio di Piccioni non erano quelle che la campagna ispirata dalla macchina occulta britannica gli aveva attribuito, tant’è che Piero Piccioni qualche anno dopo fu prosciolto, risultò innocente.
Questo è solo un esempio di come la Gran Bretagna è intervenuta pesantemente nelle nostre vicende interne, e adesso ho citato due episodi che sono collegati alla guerra specifica energetico-petrolifera. L’Iran di Mohammad Mosaddeq, primo ministro, aveva nazionalizzato il petrolio britannico. La Gran Bretagna reagì imponendo l’embargo, e l’Italia dell’Eni e di De Gasperi violò quell’embargo. Winston Churchill, allora premier britannico – nel libro ci sono dei documenti desecretati inglesi – ordinò ai suoi apparati di “dare una lezione” agli italiani, perché avevano osato violare l’embargo imposto dagli inglesi contro l’Iran. Sono emersi nuovi documenti sulla guerra scatenata dalla macchina della propaganda occulta contro Enrico Mattei. Attraverso la sua politica, Mattei emarginò progressivamente le compagnie che curavano gli interessi britannici, in aree che gli inglesi consideravano, per importanza – sto citando testualmente un documento – seconde soltanto alla Gran MoroBretagna stessa. Aree come la Libia, come l’Egitto, come l’Iran, come l’Iraq che per gli inglesi erano di vitale importanza. Mattei andò a ficcare il naso, con la sua politica, in queste zone, disturbando, anzi addirittura emarginando, nel corso degli anni, la presenza britannica.
In questi documenti Mattei venne definito dagli inglesi – cito testualmente – «un pericolo mortale per gli interessi britannici nel mondo». E c’è un altro documento che fa venire la pelle d’oca. E’ del 1962. Gli inglesi dicono che Mattei «è una verruca, è un’escrescenza da rimuovere in ogni modo». Scrivono: «Abbiamo tentato di fermarlo in tutti i modi e non ci siamo riusciti: forse è giunto il momento di passare la pratica alla nostra intelligence». Sei mesi dopo, Enrico Mattei morì in un incidente aereo che oggi sappiamo con certezza, anche sul piano giudiziario, essere stato causato da un atto di sabotaggio. Aldo Moro? La vicenda Moro si colloca esattamente nello stesso contesto della vicenda di Enrico Mattei. Aldo Moro è stato l’erede della politica mediterranea di Mattei. Tra il 1969 e il 1975, Moro è stato l’ispiratore della politica estera italiana. Era ministro degli esteri in diversi governi, e riuscì a mettere a segno ulteriori colpi contro gli interessi inglesi. Certo, non è che gli italiani scherzassero, a loro volta. In Libia, nel 1969, con Moro ministro degli esteri, ci fu un colpo di Stato che rovesciò la monarchia filo-britannica e portò al potere il colonnello Muhammar Gheddafi, addestrato nelle accademie militari italiane. E’ vero che Gheddafi cacciò via gli italiani, ma subito dopo nazionalizzò il petrolio, che era controllato dalle compagnie britanniche, espulse dalla Libia le basi militari britanniche e iniziò un rapporto privilegiato con gli italiani, grazie al quale l’Italia conobbe un periodo di grande benessere economico.
E poi, negli anni successivi, ci furono altri colpi messi a segno, come in Iraq, dove il regime nazionalista aveva espropriato, nazionalizzato il petrolio controllato dalle compagnie britanniche. E l’Eni era riuscita a penetrare anche lì, grazie ovviamente ai successori della politica energetica di Mattei, ma soprattutto grazie alla politica estera di Aldo Moro. Tra i documenti di “Colonia Italia“, ce n’è uno che veramente fa venire i brividi, riportato con tutti i suoi riferimenti archivistici, per cui chiunque voglia andare a controllare può farlo. Nel gennaio del 1969, il responsabile della macchina della propaganda occulta a Roma dice: «Attraverso la macchina della propaganda occulta non abbiamo ottenuto grandi risultati contro questa classe dirigente italiana». Quindi invita il suo governo: «Dobbiamo adottare altri metodi». Quali metodi? Questa parte del documento èGiovanni Fasanellaoscurata ancora oggi. E’ ancora oggi coperta dal segreto. Io chiedo continuamente agli opinionisti, ai direttori dei giornali, alla stampa: ma perché non chiedete al governo britannico la desecretazione di quella parte del documento, in cui sono spiegati gli “altri metodi” da utilizzare contro l’Italia a partire dal 1969?
Nel 1969 ci fu la strage di piazza Fontana e iniziò una stagione di sangue, lo stragismo, il terrorismo, che toccò il suo punto più alto con il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro. E anche qui c’è da dire qualcosa a proposito dell’intervento britannico. Nel 1976 – questo è provato, perché lo dicono gli stessi documenti inglesi desecretati e conservati nell’archivio di Stato di Kew Gardens, a disposizione di tutti – ci fu un tentativo di colpo di Stato organizzato o progettato dagli inglesi nei primi sei mesi del 1976 per bloccare la politica di Aldo Moro. Quel progetto venne sottoposto all’attenzione degli alleati francesi, tedeschi e americani. I francesi aderirono immediatamente, perché l’Italia era un concorrente temibile anche per i francesi, non solo per gli inglesi, mentre americani e tedeschi si mostrarono molto più scettici, e dissero agli inglesi: «Ma voi siete pazzi! Un colpo di Stato in Italia, a parte i contraccolpi negativi nell’opinione pubblica per l’alleanza atlantica, in Italia c’è una sinistra forte, c’è una organizzazione sindacale molto radicata, cioè ci sarebbe una reazione e quindi un bagno di sangue!»
Gli inglesi allora misero da parte il progetto di un colpo di Stato vero e proprio, classico. Però c’è un altro documento, pubblicato nel libro. Scrivono: «Visto che non è possibile attuare un colpo di Stato militare classico, per l’opposizione di Germania e Stati Uniti, passiamo al piano-B». Qual era questo piano-B? Purtroppo, anche in questo caso, come nel documento che ho citato prima, c’è soltanto il titolo. E il titolo è agghiacciante. Testualmente: “Appoggio a una diversa azione sovversiva per bloccare Aldo Moro”. Quale poteva essere questa “azione sovversiva” naturalmente io non lo so, perché anche questa parte del documento è ancora oggi secretata, protetta dal segreto. A suo tempo venne oscurata persino agli americani e ai tedeschi. E anche in questo caso non mi trattengo dal chiedere agli opinionisti italiani, alla stampa italiana: siamo in un paese in cui rivendichiamo tutti i giorni verità e giustizia; beh, quando ci troviamo di fronte a documenti di questo tipo, ma che ci vuole a Regenichiedere agli inglesi di desecretare anche questo documento per capire quale poteva essere la “diversa azione sovversiva” contro Moro?
Magari non c’entra nulla con il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, le cui responsabilità  ovviamente ricadono sulle Brigate Rosse italiane. Magari, attraverso la desecretazione di quel documento, scopriamo che la diversa azione sovversiva con cui gli inglesi volevano bloccare Aldo Moro era soltanto una scampagnata della regina Elisabetta in Italia… Ci sono due documenti drammatici, che segnano due fasi drammatiche della nostra storia: piazza Fontana e l’assassinio di Aldo Moro. Entrambi questi documenti sono incompleti. Sono ancora oggi secretati. E visto che la Gran Bretagna è un paese nostro amico, addirittura nostro alleato, sarebbe utile per noi sapere se questo paese amico ha avuto un qualche ruolo, oppure no, nella strage di piazza Fontana e nell’assassinio di Aldo Moro. Allo stato delle nostre ricerche, ho ragione di ritenere che oggi il controllo britannico sul nostro paese sia ancora più forte di prima.
(Giovanni Fasanella, dichiarazioni rilasciate a Claudio Messora il 12 novembre 2015 per la video-intervista “I documenti Uk che fanno gelare il sangue, da Enrico Mattei ad Aldo Moro”, pubblicata su “ByoBlu” per presentare il libro “Colonia Italia”, Chiarelettere – 483 pagine, euro 18,90 – che Fasanella ha scritto insieme a Mario José Cereghino. Il possibile ruolo occulto della Gran Bretagna nella “sovragestione” dell’Italia è tornato drammaticamente in primo piano nel febbraio 2016 con l’uccisione al Cairo del giovane Giulio Regeni, ingaggiato in Egitto da una Ong collegata all’università di Cambridge; secondo molte fonti indipendenti, tra cui l’ex inviato di “Panorama” Marco Gregoretti, il lavoro di Regeni sarebbe stato utilizzato dall’Mi6, il controspionaggio inglese. La stessa intelligence britannica, sempre secondo Gregoretti, avrebbe “sacrificato” Regeni, utilizzando killer egiziani, per creare un incidente diplomatico tra Italia ed Egitto in vista di un possibile intervento militare italiano in Libia. E Fulvio Grimaldi, ex giornalista Rai, segnala che l’Italia, tramite l’Eni, ha raggiunto un accordo strategico con l’Egitto per lo sfruttamento di un immenso giacimento di gas, nel Mediterraneo, in acque egiziane, fatto che ha sicuramente irritato e preoccupato gli inglesi).
fonte http://www.libreidee.org/2017/09/omicidi-e-stragi-la-guerra-segreta-degli-inglesi-contro-litalia/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=feed+%28LIBRE+-+associazione+di+idee%29