martedì 29 novembre 2016

Pensieri in libertà .di VINCENZO RIZZI

Riflettevo su alcune cose che ho vissuto in questi ultimi giorni, dalla miseria, alle lacrime di una donna, al fango del "ghetto dei Bulgari", per finire con la battaglia politica per cambiare o meno la Costituzione.

Ghetto dei Bulgari di Foggia
La miseria è una dimensione tale per cui ogni speranza di un futuro migliore diventa un'illusione, dove c'è miseria non c'è bellezza, non c'è arte, non c'è nulla, la miseria prospera nei tanti non luoghi che costruiamo, tra giudizio e pregiudizio, e la nostra Capitanata ne è piena.
Pensavo al “Ghetto dei Bulgari”, un luogo fatto di pattume dove tra tanto squallore impastato di grigio fango maleodorante, puoi venire circondato da bambini che ancora ridono sotto la pioggia, coperti di stracci e fango e mentre incroci i sorrisi dei bambini, sei consapevole che
presto quella gioia sparirà dal loro volto, perché la miseria pretende il suo tributo, chiede a chi stritola nella sua morsa che gli occhi si spengano, che il volto s'indurisca esprimendo solo odio e rapacità, per quello che per troppo tempo è stato negato.




Ghetto dei Bulgari di Foggia

Ghetto dei Bulgari di Foggia
  
Mi sono anche interrogato, in seguito allo sgombro del ex distretto militare, se è stato giusto o meno che a quella gente non fosse garantito un tetto, lasciandola sotto il comune a protestare, accettando anche azioni non tollerabili come il blocco della strada.
Anch'io ho ironizzato sul fatto che per anni quella struttura fosse stata utilizzata impropriamente permettendo che diventasse un fortino nella disponibilità della malavita, quando poteva avere ben altre destinazioni. Le istituzioni tollerano quindi in primis l'illegalità, allo stesso tempo ignorano i diritti. Lo Stato, nelle sue articolazioni e nel suo scaricabarile, nei fatti purtroppo considera questa gente degli invisibili, un inutile rumore di fondo.
Però cosa c'entra la giustizia con la vendetta, chi sbaglia deve pagare il suo debito, ma non può perdere i suoi diritti sacrosanti, altrimenti nelle facili semplificazioni da bar, sadicamente cadiamo nel macabro gusto della vendetta, quella che immancabilmente trasforma le vittime in carnefici, un giustizialismo becero che nasconde la vigliaccheria dei più. Non posso credere che, per quanto giustamente la Procura prosegua le sue indagini, la politica e chi governa la città si comportino da contabile. E che per assolversi si nascondano come novelli don Abbondio, dietro codici e cavilli, mancando del giusto coraggio di chi, in primis, deve rispettare la Costituzione per la quale non è possibile non garantire un tetto per chi ne ha necessità, così come non garantire i diritti dell'infanzia. Io, Signor Sindaco, Signora Prefetta, Signor Procuratore Capo non posso credere che queste parole scritte dai padri costituenti non abbiano un reale significato e siano un semplice e grazioso orpello utile ad abbellire la nostra casa comune, e proprio perché ritengo che così non può e non deve essere, mi permetto con rispetto di ricordarvele: Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Allora se queste non sono vuote parole, utili solo a celebrare il 2 giugno, è necessario declinarle nell'agenda politica e amministrativa in capo alle autorità di questo paese, non credete? Ma a tal proposito, pensando a questo referendum costituzionale, mi sorge spontanea una domanda: Che senso ha la riforma, quando costantemente ignoriamo e umiliamo questa benedetta Costituzione a partire dall'art 1: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Ma se tale diritto viene costantemente negato e il numero degli inoccupati cresce costantemente? Che senso ha l'Art. 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa della libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Visto che costantemente, inchinandoci al volere degli Stati Uniti d'America, abbiamo partecipato a guerre in giro per il mondo, contribuendo a sovvertire regimi con esiti disastrosi. Inoltre, continuiamo a costruire e a vendere strumenti di morte a Paesi governati da regimi teocratici dove la parola democrazia è una bestemmia. Paesi che usano i nostri "prodotti" per aggredire e sottomettere altri popoli. Mi chiedo, prima d'interrogarci se e come cambiare la nostra Costituzione non sarebbe il caso prima di applicarla, garantendo il rispetto dei suoi sacrosanti principi? Oppure semplicemente ci stiamo assuefacendo a questa realtà costruita sulla schiavitù e sulla negazione dei diritti essenziali per continuare a considerarci orgogliosamente umani? Perché penso che nel fango del "ghetto dei Bulgari" e di altri ghetti, nelle lacrime dei senzatetto della nostra città, la Costituzione e i suoi articolati, hanno la consistenza di una favola, di una leggenda, di parole gettate controvento, che vengono disperse e atomizzate da questa burrasca che sta travolgendo il nostro piccolo grande mondo.

Vincenzo Rizzi
https://www.facebook.com/notes/vincenzo-rizzi/pensieri-in-libert%C3%A0/
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Ghetto dei Bulgari di Foggia


venerdì 25 novembre 2016

SKYTG24 E RAINEWS24 SONO LE DUE ”PRAVDE” DI RENZI: AGCOM INTIMA RIEQUILIBRIO


Il Consiglio dell’Autorita’ per le Garanzie nelle Comunicazioni all’unanimita’ dei presenti ha ordinato a Rainews24 e a Skytg24 di riequilibrare entro la settimana in corso il tempo a favore delle ragioni del ‘No’ nei notiziari. Relativamente ai programmi di approfondimento (extra Tg), ha ordinato a TgCom24 di operare un riequilibrio a favore delle ragioni del ‘Si”. Nella riunione di oggi, ha esaminato i dati di monitoraggio relativi al periodo di campagna referendaria 14 – 20 novembre 2016. Le due ”Pravde” di Renzi sono avvisate.
fonte http://www.stopeuro.org/skytg24-e-rainews24-sono-le-due-pravde-di-renzi-agcom-intima-riequilibrio/

SPECIALE UCRAINA / TREMA LA CASTA DI OLIGARCHI MESSA AL COMANDO DA OBAMA E DALLA UE: TRUMP LI SPAZZERA’ VIA TUTTI



SPECIALE UCRAINA / TREMA LA CASTA DI OLIGARCHI MESSA AL COMANDO DA OBAMA E DALLA UE: TRUMP LI SPAZZERA' VIA TUTTI
L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e i punti interrogativi sui possibili cambiamenti nella politica estera a stelle e strisce hanno fatto scattare l’allarme in Ucraina, l’ex repubblica sovietica al centro di una vera e propria guerra per procura tra Stati Uniti e Russia.
A Kiev si teme che le simpatie fra Trump e Vladimir Putin e le dichiarazioni fatte in campagna elettorale dal poi vittorioso Trump sul necessario miglioramento dei rapporti tra Washington e Mosca possano riflettersi in maniera negativa sul futuro del Paese, o per meglio dire sulla corrotta casta che lo governa.
L’Ucraina è non solo impegnata nel conflitto ibrido nel Donbass con i separatisti filorussi, ma naviga in acque molto pericolose a causa della persistente instabilità politica interna – tra le ombre dell’oligarchia al potere, la piaga della corruzione che infesta il governo e le minacce dei gruppi neonazisti di infiammare la piazza – e di un’economia disastrata tenuta in rianimazione artificiale solo tramite gli aiuti cash della Ue.
Gli accordi di Minsk sono ancora in stallo e del rilancio del piano di pace concordato a ottobre dal cosiddetto quartetto normanno, con Angela Merkel e Francois Hollande a far compagnia ai presidenti di Ucraina e Russia, non c’è traccia.
Nel caso di un disimpegno americano sotto la presidenza Trump, o quantomeno di un ammorbidimento della linea guida che dalla Casa Bianca con Barack Obama ha influenzato le mosse dell’Unione Europea dall’inizio della crisi nel novembre del 2013, l’attuale governo dell’Ucraina si troverebbe con il fianco scoperto nel duello con la Russia.
Il capo di Stato ucraino Petro Poroshenko, che nella sua prima telefonata dopo la spiazzante vittoria dell’imprenditore americano aveva fatto appello diretto a Trump sottolineando l’importanza del “continuo sostegno all’Ucraina da parte degli Stati Uniti per far fronte all’aggressione russa”, ha espresso questa settimana in primo luogo la speranza che le sanzioni occidentali vengano prolungate. Esattamente il contrario di quello che vuole fare Trump.
Bruxelles e Washington dovranno decidere tra dicembre e gennaio 2017 se mantenere o meno i provvedimenti restrittivi comminati dopo l’annessione della Crimea a seguito del referendum popolare che ha espresso la volontà della popolazione – oltre il 90% – di entrare a far parte della Russia e l’avvio del conflitto nel Sudest del Paese.
Le allarmate dichiarazioni di Poroshenko sono arrivate appena dopo che lo scorso fine settimana a Lima Putin ha ribadito la volontà bilaterale di un reset tra Mosca e Washington.
Tre anni dopo l’inizio delle proteste finanziate e organizzate dalla Cia e dai servizi segreti di Paesi Ue a Maidan, che portarono al cambio di regime nel febbraio 2014 con la fuga dell’allora presidente Viktor Yanukovich e l’insediamento prima del governo guidato da Arseni Yatseniuk e poi di Poroshenko, a Kiev la pressione degli attori esterni potrebbe di nuovo quindi mutare, ammesso e non concesso che il presidente eletto Donald Trump concretizzi dal 20 gennaio 2017 le sue intenzioni sulla scacchiera internazionale.
È comunque un dato di fatto che gli ultimi mesi hanno segnato in Ucraina un vero e proprio crollo del fronte “europeista” e interno, con il siluramento in primavera del premier Arseny Yatseniuk, definito dall’ancora vice segretario di Stato Victoria Nuland “il nostro uomo”, e le recenti dimissioni di Mikhail Saakashvili da governatore di Odessa. Saakashvili, l’ex presidente georgiano, alfiere a Tbilisi nel 2003 della rivoluzione delle rose foraggiata dagli Usa, era finito in Ucraina su spinta di Washington ovvero di Obama e proprio alla vigilia della vittoria di Trump ha gettato la spugna accusando di malaffare, corruzione e traffici illeciti d’ogni tipo Poroshenko e l’intero l’estabilishment ucraino.
Anche i ministri “occidentali” cooptati nel primo governo Yatseniuk hanno dovuto abbandonare gli incarichi, compresa la titolare delle Finanze con passaporto americano Natalia Yaresko. E in questo quadro di disfacimento rimane invece immutato il sostegno ufficiale a Kiev dell’Unione Europea, seppur con qualche crepa proprio sulla questione delle sanzioni su cui Bruxelles prenderà una decisione al summit del 15 dicembre e con molti dubbi sul processo di riforme, e soprattutto della Nato.
La vittoria di Trump non solo ha tolto alle oligarchie al potere in Ucraina letteralmente la terra sotto i piedi, ha anche spiazzato le simmetriche oligarchie coagulate nella Commissione europea che infatti – e non certo per caso – hanno immediatamente attaccato Trump a freddo, il giorno dopo la sua schiacciante vittoria, tramite il “vecchio arnese” Juncker che l’ha coperto di insulti.
Trump non ha replicato, ma dicono abbia un’ottima memoria.
fonte http://www.ilnord.it/c-5104_SPECIALE_UCRAINA__TREMA_LA_CASTA_DI_OLIGARCHI_MESSA_AL_COMANDO_DA_OBAMA_E_DALLA_UE_TRUMP_LI_SPAZZERA_VIA_TUTTI

La grande fragilità di papa Bergoglio dopo la sconfitta di Hillary Clinton (e di George Soros)

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DI FEDERICO DEZZANI
federicodezzani.altervista.org
Si è chiuso, senza gloria né echi, il Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Jorge Mario: il buon senso avrebbe consigliato al pontefice una pausa per riflettere sul sostanziale fallimento dell’Anno Santo. Il papa, invece, ha moltiplicato gli sforzi per blindare la svolta modernista impressa alla Chiesa: nuova creazione di cardinali a lui fedeli e concessione a tutti i sacerdoti della facoltà di assolvere l’aborto. Forse Bergoglio ha fretta, perché sa che il contesto internazionale che lo ha portato sul Soglio Petrino si è dissolto con l’elezione di Donald Trump. Breve indagine su come l’amministrazione Obama e George Soros hanno introdotto il gesuita argentino, in forte odore di massoneria, dentro le mura leonine.

Jorge Mario Bergoglio? La versione petrina di Barack Hussein Obama

Cesaropapismo: “sistema di relazioni tra Stato e Chiesa, vigente nell’Impero romano d’Oriente e nella Russia degli zar, in virtù del quale il potere civile estendeva la propria competenza al campo religioso anche nei suoi problemi disciplinari e teologici” è la definizione data dell’Enciclopedia Treccani.
L’intervento dello Stato sugli affari religiosi, così da plasmare la Chiesa e la dottrina secondo le esigenze del potere temporale, è davvero circoscritto solo all’impero bizantino e, per riflesso, al mondo ortodosso? Il cesaropapismo è davvero estraneo all’Occidente moderno?
La maggior parte dei cattolici, collegando lo Stato autonomo del Vaticano al concetto di indipendenza, risponderebbero di sì: sono la gerarchia della Chiesa, ed in particolare il Vicario di Cristo in terra, a garantire la corretta osservanza della dottrina, senza che nessun potere esterno interferisca. Una minoranza di cattolici, più smaliziata (per non usare il termine “machiavellico”, che ha acquistato nei secoli una pessima connotazione), è invece consapevole che la Chiesa di Roma subisce, dalla notte dei tempi, gli influssi del mondo esterno: re francesi, imperatori tedeschi, generali corsi e dittatori italiani hanno sempre cercato di ritagliarsi una Chiesa su misura.
È una realtà più vera che mai dal secondo dopoguerra: il Vaticano, inglobato come il resto dell’Europa Occidentale nell’impero angloamericano, finisce inesorabilmente col subirne l’influenza politica, economica ed ideologica. Quanto avviene alla Casa Bianca, presto o tardi, si ripercuote dentro le mura leonine.
Se il potere temporale si sente poi particolarmente forte, se ha fretta di attuare la propria agenda e sa di poterla imporre con facilità alla Chiesa cattolica, indebolita da decenni disecolarizzazione della società ed in preda ad una profonda crisi d’identità, bé, allora, perché adeguarsi ai tempi dello Stato pontificio, che scorrono placidi come in tutte le monarchie? Conclave, fumata bianca, regno del pontefice, morte, conclave, etc. etc., in perpetuum? Non si potrebbe spingere a fondo “la modernizzazione” dello Stato pontificio (termine quasi blasfemo sino al Concilio Vaticano II), cosicché il papa “si dimetta”, come unamministratore delegato qualsiasi, e gli azionisti di maggioranza possano nominare un nuovo“chief executive officer” della Chiesa cattolica apostolica romana, sensibile ai loro interessi?
Durante la folle amministrazione di Barack Hussein Obama, periodo durante cui l’oligarchia euro-atlantica si è manifestata in tutte le sue forme, dal terrorismo islamico all’immigrazione selvaggia, dagli assalti finanziaria alle guerre per procura alla Russia, abbiamo assistito a tutto: comprese le dimissioni di papa Benedetto XVI, le prime da oltre 600 anni (l’ultimo pontefice ad abdicare fu Gregorio XII nel 1415), ed alla nascita di un ruolo, quello di “pontefix emeritus”, sinora mai attribuito ad un Vicario di Cristo vivente.
L’interruzione del pontificato di Joseph Ratzinger, seguita dal conclave del marzo 2013 che elegge l’argentino Jorge Mario Bergoglio, è una vera e propria “rivoluzione” per la Chiesa Cattolica, facilmente intellegibile a credenti ed atei: ad un pontefice “conservatore” come Benedetto XVI ne succede uno “progressista” come Francesco, ad un difensore dell‘ortodossia cattolica succede un modernista che vuole “rinnovare” la dottrina millenaria della Chiesa, ad un papa che aveva ribadito l’inconciliabilità tra Chiesa Cattolica e massoneria1 ne subentra uno che è in fortissimo odore di libera muratoria, ad un pontefice sicuro che solo nella Chiesa di Cristo c’è la salvezza segue un paladino dell’ecumenismo, talmente ardito da osare l’impensabile: “non esiste un Dio cattolico, esiste Dio” afferma ad Eugenio Scalfari nel 2013.
Il Fondatore de La Repubblicaben introdotto negli ambienti “illuminati” nostrani ed internazionali, è in effetti un’ottima cartina di tornasole per afferrare il mutamento in seno alla Chiesa: si passa dall’editoriale “Da Pacelli a Ratzinger, la lunga crisi della Chiesa2 del maggio 2012, dove Scalfari ragiona a distanza sul pontificato “lezioso” di Ratzinger, rinfacciandogli unascarsa apertura alla modernità, a Lutero ed all’ecumenismo, al dialogo tête-à-tête del novembre 2016, dove Scalfari discetta amabilmente con Bergoglio di “meticciato universale”,tema tanto caro alla massoneria3.
Jorge Mario Bergoglio è, per usare una definizione sintetica, la versione petrina di Barack Hussein Obama. Si potrebbe sostenere che sia stato il presidente americano ad installare il gesuita ai vertici della Chiesa, ma sarebbe un’affermazione soltanto verosimile. Come vedremo tra breve, infatti, sono gli stessi ambienti che hanno appoggiato Barack Obama (e che avevano investito tutto su Hillary Clinton nelle ultime elezioni) ad aver preparato il terreno su cui è germogliato il pontificato di Bergoglio. È il milieu, per non tenere i lettori sulle spine, dellafinanza angloamericana, di George Soros e dell’establishment anglofono liberal.
Se si riflette sugli ultimi tre anni di pontificato, l’azione del papa sembra infatti ricalcata sull’amministrazione democratica. Obama si fa il paladino della lotta al surriscaldamento globale, culminata col Trattato di Parigi del dicembre 2015? Bergoglio risponde con l’enciclica ambientalista “Laudato si”. Obama ed i suoi ascari europei, Merkel e Renzi in testa, incentivanol’immigrazione di massa? Bergoglio ne fornisce la copertura religiosa, finendo col dedicare la maggior parte del pontificato al tema. Obama legalizza i matrimoni omosessuali? Bergoglio si spende al massimo affinché il Sinodo sulla famiglia del 2014 si spinga in questa direzione. Obama vara una discussa riforma sanitaria che incentiva l’uso di farmaci abortivi? Bergoglio allarga all’intera platea di sacerdoti, anziché ai soli vescovi, la facoltà di assolvere dall’aborto.
Come è stato possibile insediare in Vaticano un pontefice che fosse in perfetta sintonia con l’amministrazione democratica di Obama e, sopratutto, espressione degli interessi massonici-finanziari retrostanti?
Ebbene, cercheremo di fornire una riposta al quesito col presente articolo.
Alcuni, specie i cattolici più sanguigni, vedono nella caduta di Ratzinger e nella nomina di Bergoglio nient’altro che l’azione del demonio: l’avvento, secondo alcuni, addirittura di quelpapa nero che secondo la profezia di Nostradamus spalancherà le porte dell’Apocalisse. Noi, abituati a vivisezionare il potere (sovente “demoniaco”, questo sì) con criteri scientifici, adotteremo però il solito approccio storico-deterministico, cercando i principi di causa-effetto che hanno portato alla caduta di Ratzinger prima, ed all’ascesa al soglio petrino di Bergoglio poi.
Se, malauguratamente, nella nostra ricerca ci dovessimo imbattere in forze demoniache, bé, possiamo solo sperare che la Provvidenza ci protegga.
Ora. Il primo passo in questi casi è, come sempre, sbarazzarsi della vecchia gerarchia, il maggiore intralcio per l’insediamento di quelle nuove figure su cui il Potere scommette tutto: è una dinamica già vista in Italia con Tangentopoli, che spazzò via la vecchia classe dirigente italiana spianando la strada ai governi “europeisti” di Amato, Prodi, etc.; già vista in Germania con la Tangentopoli tedesca che decapitò la CDU e favorì l’emergere della semi-sconosciuta Angela Merkel; già vista a Firenze con lo scandalo urbanistico sull’area Castello che eliminò l’assessore-sceriffo Graziano Cioni ed avviò la scalata al potere di Matteo Renzi; già vista in Brasile con lo scandalo Petrobas che ha causato la caduta di Dilma Rousseff e la nomina a presidente del massone Michel Temer; etc. etc.
Accuse di corruzione (fondante o non), illazioni infamanti, minacce, sinistre allusioni, carcerazioni preventive, battage della stampa, false testimonianze, omicidi: qualsiasi mezzo è impiegato per “scalzare” i vecchi vertici indesiderati. Nel nostro caso, l’obiettivo sono il papa Joseph Ratzinger ed il suo seguito di cardinali conservatori, da defenestrare a qualsiasi costo per l’avvento di un pontefice modernista, il gesuita Jorge Mario Bergoglio.
CONTINUA QUI
http://comedonchisciotte.org/la-grande-fragilita-di-papa-bergoglio-dopo-la-sconfitta-di-hillary-clinton-e-di-george-soros/


L’idiozia dell’Unione Europea, con la complicità dei nostri politici incapaci, ha imposto l’importazione di limoni dalla Turchia, lasciando marcire quelli siciliani







Allarme limoni turchi. Quinto carico contaminato respinto alla frontiera UE

Nuova allerta per i limoni turchi. L’allarme lanciato ancora dal Rasff. In sei settimane, ben cinque partite di limoni sono state respinte alla frontiera UE. Il motivo? La presenza di residui chimici dannosi.

Un nuovo carico di limoni rimandato indietro alla Turchia. Lo comunica la Commissione europea attraverso il Rasff, sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi. È il quinto in sei settimane. A settembre erano già stati respinti un carico proveniente dalla Grecia e tre dalla Bulgaria. I livelli di clorpirifos riscontrati nei limoni turchi superavano del doppio le soglie di tolleranza stabilite dall’Unione Europea.

Limoni turchi: perché il clorpirifos è così dannoso

Il clorpirifos è un insetticida utilizzato per numerose colture, che può rivelarsi davvero dannoso per l’organismo. Uno studio americano dimostra che può causare ritardo mentale nei bambini esposti di età compresa tra i 2 e i 3 anni, disturbi pervasivi dello sviluppo e deficit dell’attenzione nei bambini sopra i 3 anni. D’altra parte, anche il dottor Alberto Mantovani dell’Istituto Superiore di Sanità afferma che questo pesticida può “portare a perdita di memoria depressione e insonnia”.

L’Unione Europea riduce le soglie di tolleranza del clorpirifos

A causa degli effetti dannosi del pesticida sull’organismo, l’UE ha deciso di abbassare i limiti di residui consentiti per gli alimenti, emanando il nuovo Regolamento (UE) 2016/60 della Commissione, del 19 gennaio 2016. Nello specifico, per i limoni le soglie sono state abbassate a 0,2 mg/kg. Nelle partite di limoni turchi respinte, la concentrazione di clorpirifos era due volte maggiore il livello consentito.
Le nuove soglie sono entrate in vigore lo scorso 10 agosto. È stato però concesso un periodo di tempo ragionevole per consentire agli Stati membri, ai paesi terzi e agli operatori dell’industria alimentare di adeguarsi alle nuove prescrizioni.

Limoni turchi, nessuna garanzia sulla salubrità dei prodotti

Queste allerte – dichiara Ailimpo, l’associazione inter professionale spagnola per il limonee il pompelmo  – confermano le mancanze del sistema di controllo turco in merito alla commercializzazione e all’uso di prodotti fitosanitari. Forniscono inoltre informazioni chiave per le catene di distribuzione e i consumatori europei, sottolineando i problemi che i limoni turchi hanno nel soddisfare gli standard di sicurezza alimentare dell’UE“.
Indubbiamente si tratta di un problema serio per la Turchia. Se il Paese non riuscisse ad adeguarsi alle garanzie di salubrità richieste per i prodotti, potrebbe vedere compromessi i suoi scambi commerciali con l’Ue. Ma ancora di più, è un pericolo per i consumatori. Che rischiano di portare in tavola alimenti dannosi per la salute.
fonte: https://ambientebio.it/salute/rischi-salute/allarme-allarme-limoni-turchi/
http://www.stopeuro.org/lidiozia-dellunione-europea-con-la-complicita-dei-nostri-politici-incapaci-ha-imposto-limportazione-di-limoni-dalla-turchia-lasciando-marcire-quelli-siciliani/

Selvaggia Lucarelli alla Boldrini: "Il tuo post non piacerà a Facebook"









Il post di Laura Boldrini in cui mostra i commenti e gli insulti più offensivi che ha ricevuto ha incuriosito e non poco Selvaggia Lucarelli.
La giornalista del Fatto su Facebook però mette in guardia la presidente della Camera: "Cara Presidente Boldrini - scrive Lucarelli sul social - ho visto che oggi ha pubblicato sulla sua pagina fb alcune offese che riceve via fb. Condivido questo modo di difendersi e di denunciare (io lo faccio da anni, non mi fila nessuno se non gli utenti di fb) ma deve sapere che non solo come lei lamenta in un'intervista fb e Twitter non la ascoltano, ma lei sta violando la policy di Facebook".
E ancora: "Il nostro amato social infatti cataloga questa azione come "bullismo" perchè in quanto personaggio pubblico lei non può postare sulla sua bacheca commenti altrui che potrebbero provocare indignazione in chi li legge. Lei è UNA BULLA. Capito? Le possono dare della puttana ma lei non può mostrarlo nè denunciarlo se non in commissariato. Se le regole valgono per lei quanto per me le bloccheranno la pagina (con me l'hanno fatto) o se sono più gentili le scriveranno di rimuovere il tutto (con me lo fanno sempre). Comunque, questo suo post, a breve non esisterà più. La battaglia va fatta a monte, presidente. È anche e soprattutto a Zuckerberg che dobbiamo chiedere di aiutarci. Lei può, con qualche mezzo in più rispetto a me. Buona giornata. P.s. Sarebbe interessante capire il perché fb potrebbe influenzare l'elezione di un presidente e non alimentare una mentalità sessista e contribuire a sdoganare e legittimare le offese pubbliche alle donne".
fonte http://www.ilgiornale.it/news/cronache/selvaggia-lucarelli-boldrini-tuo-post-non-piacer-facebook-1335894.html

mercoledì 23 novembre 2016

Firme false? Non c'è sicuramente da vantarsi ma...di Stefano Davidson


Firme false?
Non c'è sicuramente da vantarsi ma...
- Pd, false tessere a Roma: fantasma un iscritto su cinque
- Firme false per le liste di Formigoni e Pdl, il pm chiede 5 anni e 8 mesi per Podestà
- Firme false per Chiamparino alle regionali: 9 politici e funzionari del Pd patteggiano
- Roma. Marino: “Spese pazze? False le firme sotto gli scontrini. Ero all’estero”
- Elezioni a Venezia, firme false per la lista di Forza Nuova: perquisite le case di otto attivisti
- Ercolano su 1200 tessere PD 1150 sono risultate false.
- Firme false per la lista di Albertini:
un'inchiesta in Procura a Cremona
- Ravenna. Firme false per la Lega Nord. Quattro indagati.
- Scandalo brogli. Firme false a Parma, suicida consigliere della Lega
- Genova. Firme false PD per le elezioni Partono le inchieste dei Pm.
- Fratelli d'Italia. Falsificate firme. Anche quella di La Russa Jr.
Come dire... chi è senza peccato...
Altri argomenti?
Quando gli elettori fanno NO,
che meraviglia...
Stefano Davidson

TUTTI COLORO CHE HANNO FATTO AFFARI ALLA FACCIA DEI CITTADINI CON I GOVERNI CHE DI VOLTA IN VOLTA SI SONO SUCCEDUTI. di Stefano Davidson




Considerando che il Leopolduce lega tutta la sua campagna referendaria non solo a se stesso, ma anche che se l'è fatta "endorsare" da personaggi che oggi politicamente non esistono più (o che sono moribondi nel vero senso della parola) e che anzi stanno vivendo il momento più buio della loro vita politica (c'è chi rischia la galera) o ormai gli ultimi istanti della propria vita, nel caso specifico di napolitAno, da "traditori sempre e comunque di tutto e tutti", e considerando che costoro sono incontrovertibilmente emblemi della casta che ha avuto in mano il mondo occidentale fin'ora, ci si chiede come fa il farneticante quaqquaraqquà nazionale a continuare a sostenere di essere l'anti-casta in Italia e il paladino dei cittadini comuni e dei lavoratori.
Oltretutto non è che i nomi di chi lo ha apertamente appoggiato siano in contrasto con questa appartenenza, basti pensare che il SI lo anelano, oltre gli appoltronati dal leopolduce, Verdini e Alfano e al "appoltronatore" napolitAno (senza il quale il rignanese non sarebbe forse nemmeno nato 41 anni fa) e corte dei miracoli al seguito capitanata dall'"onesto e moderato" capogang De Luca e soprattutto Confindustria e gli industriali tutti, come sostiene il suo Presidente Vincenzo Boccia.
Industriali che, da sempre, come la Storia insegna, sono vicini agli interessi pubblici e dei lavoratori. Gente come John Elkann e Sergio Marchionne quindi, ovvero coloro i quali hanno scippato la FIAT al Paese senza restituire mai un centesimo degli aiuti di Stato, ovvero dei cittadini), o Luca Cordero di Montezemolo o De Benedetti (colui che pur di far soldi ha portato al massacro Olivetti ed altre eccellenze nazionali sbattendosene altamente i montalbaniani cabbasisi delle ragioni dei lavoratori), oltre comunque TUTTI COLORO CHE HANNO FATTO AFFARI ALLA FACCIA DEI CITTADINI CON I GOVERNI CHE DI VOLTA IN VOLTA SI SONO SUCCEDUTI.
Senza contare che poi, ad appoggiare lo scippo costituzionale, ci sono le grande banche d'affari come JP Morgan (che si può dire il vero ghost writer della rifurbaforma insieme al fantasma di Licio Gelli) e Golman Sachs, che per gli smemorati, ricordo ci mandò Monti a menar tasse sul popolo inerme e su un Paese già in ginocchio per colpa di orge parlamentari ultrasettantennali (prima o seconda Repubblica non fa differenza, sono solo indirizzi diversi dello stesso bordello istituzionale). E con loro gli speculatori come George Soros o il compagno di merende del matteopoldo Davide Serra del Fondo Algebris (attendo ancora accurata analisi delle attività dello stesso in relazione alle decisioni politiche del Presidente abusivo del Consiglio).
Ma che dire poi di Mediaset che appoggia il rignanese e la sua Sostituzione Costituzionale "per paura di ritorsioni" (B. dixit).
Sempre a favore del "bomba" ci sono anche i suoi "endorser" stranieri ovvero tutti coloro che hanno in questi anni appoggiato la politica di guerra in Siria, in Libia, l'ISIS e quanto di peggio si è visto (o meglio, "non ci hanno fatto vedere")
A questa "merd de la merd", si aggiunge poi tutto quel codazzo di attori e cantanti che "tengono famiglia" e soprattutto devono "baciare le mani" al PD, se non addirittura a Cretinetti, perché grazie ad aiutini in gioventù, sono arrivati dove sono arrivati (il "Renzi novello Brunelleschi" detto da Alessandro Preziosi in Leopolda cola di saliva ancora oggi) ma del resto, si sa, i "favori" alla fine si pagano sempre e questa volta col piattino è passato il Leopolduce.
Leopolduce che però con malafede scientifica va a toccare gli avversari dove il primo ad essere debole è proprio lui e il "SUO" P.D. con i suoi condannati, vedi questione firme a Palermo (e Bologna?) e i nove patteggiamenti di condanna da parte dei suoi in Piemonte che ancora urlerebbero (come l'elenco totale dei condannati PD ad oggi) se la stampa non fosse allergica alla verità e asservita a coloro di cui sopra.
Ecco perché, considerato tutto questo, oltre ovviamente il merito delle porcherie inserite nella rifurbaforma di cui ho scritto ormai ovunque, spero che la maggioranza degli italiani vada a dire un NO che rimbombi nella Storia di questo Paese come la risposta di un popolo che finalmente ha trovato la forza di ribellarsi a chi lo vuole cretino e appecoronato al Potere costituito nonché prostituito.
PS: va da sé che con una vittoria del NO Cretinetti e compagnia dovranno fare i conti con TUTTI i succitati ed è per questo che il sovranutrito dernier del Consiglio (triplomentato), come ha coloritamente asserito Grillo, "si agita come una scrofa"
Stefano Davidson

Considerato il divieto di pubblicazione dei sondaggi sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, proviamo con le quote dei bookmakers..


di Stefano Davidson
Considerato il divieto di pubblicazione dei sondaggi sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, proviamo con le quote dei bookmakers..
Ladbrokes paga la vittoria del NO 1.30 mentre il Sì è quotato addirittura 3.25.
Spiego a chi non gioca d'azzardo (come me) che cio significa Il che puntando 10 euro sul No se ne vincono 13. Invece scommettendo la stessa cifra sul Sì la vincita è pari a 32,5 euro.
In termini di probabilità - quindi le chance di vittoria del No il prossimo 4 dicembre sono pari al 71,4% contro il 28,6 del Sì.
Rien ne va plus?
Stefano Davidson

De Luca ai sindaci "Fate votare Sì perchè Renzi manda fiumi di soldi...e che ca'..!"





Risultati immagini per de luca regione campania

Alcuni passi : "Non ci sono giornalisti e possiamo parlare tra di noi”. 
"Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”.
"Mi ricordo un’altra campagna elettorale. Invitai Bersani e gli dissi: ‘Bersà stamm' a sentere, non ci presentiamo parlando di crisi, cassintegrati, non deprimiamoli, sono imprenditori, piuttosto fai queste promesse: abolizione del ticket sanitario e pagamento immediato dei debiti della Pubblica amministrazione’. Lui mi rispose: ‘Ma i conti?’. Sapete come finì? Propose di abbassare l’uso del contante da mille euro a 500. Poi vi meravigliate se l’hanno fatto nuovo nuovo. Ma vaffanculo Bersà. Mi raccomando, mettiamoci al lavoro e non perdiamo tempo col dibattito. Mandatemi fax con numeri realistici dei voti per il Sì. Fate il porta a porta e non pensate ad altro”.
“In questo momento abbiamo un’interlocuzione privilegiata con il governo. Poi vi piace Renzi non vi piace Renzi a me non me ne fotte un cazzo”. 
“Noi non abbiamo mai avuto un accidente di niente, né coi governi di centrodestra, né di centrosinistra. Abbiamo fatto una chiacchierata con Renzi. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì: lui era terrorizzato per la reazione della Lega ma alla fine ce l’ha dato, nonostante la Ragioneria e De Vincenti. Abbiamo promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi: 2 miliardi e 700 milioni per il Patto per la Campania, altri 308 per Napoli, nonostante qualche squinternato (De Magistris?). Ancora 600 milioni per Napoli. Che dobbiamo chiedere di più?”. 
“Dobbiamo mobilitarci, andare tutti porta a porta, per venti giorni non dovete pensare ad altro (si consideri che stiamo parlando sempre di rappresentanti della cosa pubblica, ndr) e contrastare tutti gli argomenti del No, queste puttanate che dicono sul Senato. In America Trump ha vinto col 25 per cento sul 50 per cento dei votanti e in totale ha preso 600mila voti meno della Clinton. Se fosse successo in Italia, apriti cielo: il fascismo, l’autoritarismo. La democrazia è il governo della minoranza più forte, l’idea che ogni cittadino deve avere la sua rappresentanza è un’imbecillità. Trump col 25 per cento controlla la Camera, il Senato e la Corte costituzionale”.
"Mi ricordo un’altra campagna elettorale. Invitai Bersani”. Gli dissi: ‘Bersà stamm' a sentere, non ci presentiamo parlando di crisi, cassintegrati, non deprimiamoli, sono imprenditori, piuttosto fai queste promesse: abolizione del ticket sanitario e pagamento immediato dei debiti della Pubblica amministrazione’. Lui mi rispose: ‘Ma i conti?’. Sapete come finì? Propose di abbassare l’uso del contante da mille euro a 500. Poi vi meravigliate se l’hanno fatto nuovo nuovo. Ma vaffanculo Bersà. Mi raccomando, mettiamoci al lavoro e non perdiamo tempo col dibattito. Mandatemi fax con numeri realistici dei voti per il Sì. Fate il porta a porta e non pensate ad altro”.



Luxuria all’attacco: ”Ecco cosa voterò al referendum”

Vladimir Luxuria

Il referendum costituzionale del 4 dicembre si avvicina e si moltiplicano le interviste di personaggi noti, anche al di fuori del mondo della politica, che dicono la loro sulle proprie intenzioni di voto, sia a favore del Sì, sia a favore del No. Non poteva mancare Vladimir Luxuria, che si è espressa a favore della Riforma voluta dal Premier Matteo Renzi. ”Voterò Si, ma perchè nel mio piccolo sono stata due anni in Parlamento e ho sperimentato cosa significa quando una legge va giustamente prima nella Commissione competente, poi va alla Camera dove viene discussa con tutte le proposte e le lungaggini – ha detto -. Poi la stessa legge va al Senato e si ripete tutto come una fotocopia, con Commissione e Aula, poi basta che una virgola venga cambiata e si deve ripetere tutto daccapo. Penso che i costi della politica non sono solo quanto prende un deputato o un senatore, ma i costi sono anche le lungaggini per approvare una legge. Se quindi si dà la possibilità alle leggi di essere approvate in maniera più celere, questa è una cosa giusta. Posso dargli pure 10 euro al mese a un parlamentare, ma se non riesce a fare le leggi è comunque un costo inutile”. La presa di posizione dell’ex deputato ha generato polemiche tra i fautori della sinistra italiana, che in passato ne avevano apprezzato le sue prese di posizione. Luxuria si è poi anche espressa sull’elezione di Donald Trump a presidente degli Usa, qui in maniera molto sprezzante: ”Non mi piace, lo considero un pericolo e penso che gli americani abbiano fatto una grande stupidaggine. Non mi piacciono quelli che adesso attaccano la Clinton nè mi piacciono quelli che, come i grillini, prima sono stati zitti, per citare Luigi Di Maio, e ora che ha vinto Trump ci mettono il cappello. Ieri sentivo in un’intervista Fico che diceva che bisogna aspettare per giudicare, perché in fondo Trump ha fatto qualcosa di buono: abbiamo messo una potenza nucleare in mano a un pazzo e ora qualcuno sta anche dicendo che non è successo niente di male”. A corredo di queste parole anche questo tweet irriverente: ”Anche #Trump e’ un Presidente di colore: rosa porcello”.

fonte http://www.direttanews.it/2016/11/21/luxuria-allattacco-ecco-cosa-votero-al-referendum/