sabato 14 settembre 2013

Amazzonia L’ultima Arca


Theophilo Amazzonia
Marcia Theophilo
Poesia
prefazione di Walter Pedullà
Anno :2013
Pagine :122
Prezzo :16,50€
ISBN :9788836814091
Il libro:

Ne L'ultima Arca di Marcia Theophilo c'è una barca che attraversa i fiumi dell'Amazzonia ma non è l'arca. Semmai è proprio quella barca piena di uomini a rendere necessario di nuovo il ricorso alla mitica imbarcazione di Noè da parte dei pochi 'animali' che sono degni della salvezza. Trasporta gli 'americani', chi sta in alto, gli invasori, coloro che sfruttano le risorse della natura fino al loro totale consumo in nome dello sviluppo...

Il titolo minaccia con due parole molto eloquenti: sarà per l'ultima volta: non sarà più offerta un'altra occasione. Che ci saremmo meritata per la ferita mortale inferta alla regione nella quale Marcia è nata, in Brasile, e da qui alla intera Terra. "Il terrore cede il passo/nei nostri occhi/lo sterminio del pianeta/fragile/microcosmo di insetti/d'uccelli". Arriva la profezia che la poetessa ha raccolto. Forse è la voce di uno sciamano, che risuona tremenda all'orecchio di ogni indio, anzi, di ogni abitante del mondo che tremi per il destino della Grande Foresta. [...]

C'è sotto i miei occhi la sua poesia, versi che dicono una cosa ma richiamano dieci interpretazioni. Sono tutte benvenute, tutte convengono da ogni vicenda individuale in questo luogo devastato per resuscitare una condizione che non è il passato, bensì il presente, se si sa vedere e udire. "Ascolta come è intenso il rumore della pioggia". Marcia scrive per ricordare agli uomini quello che hanno dimenticato, dal rumore della pioggia al resto.

Dalla prefazione di Walter Pedullà

Dopo Amazzonia respiro del mondo e Amazzonia madre d'acqua, pubblicati dalla Passigli Editori, la nuova raccoltaAmazzonia l'ultima Arca chiude una trilogia esemplare, nella quale il canto poetico si fa testimone della strenua lotta dei popoli indigeni contro lo sfruttamento e la cancellazione delle loro terre. Ma, come afferma Walter Pedullà nel saggio introduttivo, «in Amazzonia si combatte una battaglia che non riguarda solo gli indios», riguarda tutti noi, il nostro rapporto con il pianeta in cui viviamo, il lascito che le nostre generazioni affideranno a quelle future.

La poesia di Marcia Theophilo si offre nell'originale portoghese e, a fronte, in un altrettanto originale italiano: lei stessa, da tempo residente a Roma, dove si è laureata in antropologia, traduce i suoi versi e li ricrea per la nostra lingua. Il mondo dell'Amazzonia si apre ancora una volta ai nostri occhi: è un canto d'amore e, insieme, è il canto angoscioso di chi non vuole che la sua terra si arrenda a logiche di distruzione.

L'autrice:
La scrittrice brasiliana Marcia Theophilo, più volte candidata al Premio Nobel per la Letteratura (anche in questa nuova edizione del 2013), è una delle principali voci della poesia contemporanea. Ha ricevuto prestigiosi premi, tra i quali il Fregene, il Premio Sandro Penna e il Lerici Pea alla carriera. Membro onorariodell'Accademia Mondiale della Poesia, ha partecipato alle più importanti manifestazioni internazionali. La foresta amazzonica è il tema principale attorno a cui ruotano le opere di Marcia Theophilo: le sue genti, i suoi fiumi, le sue specie animali e vegetali, i suoi miti, e insieme gli sforzi per preservarne la ricchezza naturale e culturale.

mercoledì 11 settembre 2013

I guardiani della foresta Giovedì 28 settembre, ore 21.00 / il Circolo dei lettori, Sala Grande incontro con Marcia Theophilo con Enrico Tallone

I guardiani della foresta
Giovedì 28 settembre, ore 21.00 / il Circolo dei lettori, Sala Grande
incontro con Marcia Theophilo
con Enrico Tallone 
L’Amazzonia è l’ultimo grande polmone della Terra: 370 milioni di ettari, un terzo del totale di tutto il Pianeta, fatti di vastità, di meraviglia, di contrasti. Un luogo ancora misterioso. La voce di Marcia Theophilo è quella dell’Amazzonia, di quel Brasile un tempo primitivo e incontaminato. La sua poesia ne descrive la vitale bellezza, ma anche la perdita e la progressiva rovina: una preghiera, affascinante e vivida, rivolta a un mondo ancora verde.

lunedì 9 settembre 2013

Il seme

Il seme non può sapere cosa accadrà - il seme non ha mai conosciuto il fiore.
E il seme non può neppure credere di avere la potenzialità di diventare un fiore meraviglioso .Il viaggio è lungo, ed è sempre più sicuro non affrontarlo mai,poiché il sentiero è sconosciuto e nulla è garantito. Nulla può essere garantito.I rischi lungo il cammino sono infiniti, i trabocchetti in cui cadere moltissimi e il seme è al sicuro, nascosto all'interno del suo duro involucro.
Eppure il seme compie degli sforzi, fa tentativi; lascia cadere il rigido guscio che rappresenta la sua sicurezza, inizia a muoversi.
E subito inizia la lotta: la battaglia col terreno, con le pietre e le rocce.
Il seme era duro; il germoglio sarà estremamente fragile e i pericoli saranno immensi.
Per il seme non c'era pericolo, avrebbe potuto sopravvivere millenni, mentre per il germoglio i pericoli sono infiniti.
Eppure si lancia verso l'ignoto, verso il sole, la fonte di luce, senza sapere dove andare, senza sapere il perché.
Pesante è la croce da portare, però il seme ha un sogno, e va avanti.
Il sentiero dell'uomo è simile: è arduo e richiede molto coraggio.

OSHO

venerdì 6 settembre 2013

I sorrisi migliori

-"I sorrisi migliori, le gioie più grandi....
nascono proprio lì 
dove calde lacrime hanno lasciato solchi di dolore..."
Kahlil Gibran

La vita spirituale si riassume nell'amare

“La vita spirituale si riassume nell'amare. Non si ama perchè si vuol fare il bene di qualcuno,aiutarlo,proteggerlo.Agendo in questa maniera,ci comportiamo come se vedessimo il prossimo come semplice oggetto e noi stessi come esseri generosi e saggi.Ma questo non ha nulla a che vedere con l'amore.Amare significa comunicare con l'altro e scoprire in lui una particella di Dio.”(Thomas Merton)